In questi giorni
siamo stati letteralmente sommersi da valanghe di parole e da tanti
consigli, di esperti e meno esperti, rispetto alla violenza minorile.
Si è scavato nel passato e nel presente di vittime e carnefici. Ci
hanno aperto il cuore con notizie orribili e gli approfondimenti
hanno fatto leva a facili sentimentalismi. Oggi in mezzo a tanto
ciarpame sono incappata in un bell’articolo del Tempo. Un articolo
che in modo dettagliato e puntuale, racconta un'altra faccia della
medaglia. Una faccia che pone al centro della notizia, come spesso
succede, la cattiva politica e lo spreco di risorse pubbliche.
Incontriamo un Neuropsichiatra Infantile della Sapienza Università
di Roma, il professor Ugo Sabatello. Fin da subito mi dice “I
giornali in questi giorni, hanno riportato anche tante sciocchezze,
che non aiutano nessuno”. Sabatello gestiva il centro Sacrai a
Roma, un centro che accoglieva e curava minori che hanno subito
violenza. Oggi il centro, unico nel suo genere in regione, non c'è
più. Dopo un investimento di 96 mila Euro di risorse pubbliche, il
centro ha chiuso e buttato al vento: competenze, soldi e pazienti...
Ecco, forse i pazienti, no “Bisogno essere un po' fessi a fare
questo mestiere -racconta Sabatello- e anche se sono finiti i soldi,
molti professionisti hanno continuato a lavorare. Avrebbe continuato
ma non è stato possibile per via delle coperture legali e
assicurative”
Professore ci
racconta di Sacrai. Perché nasce?
In Italia ci sono
diversi centri simili, centri pubblici che garantiscono grande
qualità, come ad esempio il Bambi a Torino, il Faro a Bologna o
Giada a Bari ...Alcuni di questi Centri, intraospedalieri, si
occupano di fare un primo intervento, una sorta di primo soccorso di
alta specializzazione. Altri Centri si occupano dell’intervento
terapeutico.
E invece Sacrai
cosa faceva?
Al Sacrai si curava
il paziente dopo aver concluso la fase valutativa e legale, era
questa la sua caratteristica distintiva.
Quanti utenti
avete avuto dal 2013 quando avete aperto?
Avevamo in carico
oltre 50 pazienti, di tutte le età, soprattutto tra i sei 6 e i 13
anni.
Quanto tempo è
durato il centro?
Poco più di due
anni.
Era un centro di
eccellenza eppure ha chiuso: perché?
Sacrai è nata dal
finanziamento di un bando. Per partecipare al bando, avevamo stimato
dei costi per sostenere un lavoro di 18 mesi. Ricevuti i
finanziamenti abbiamo avviato il progetto con ottimi risultati.
Scaduti i 18 mesi, abbiamo continuato per altri 6.
E poi?
Abbiamo tentato di
continuare lavorando anche senza risorse. Come medici e
psicoterapeuti abbiamo una deontologia da rispettare, non si può
lasciare il paziente in mezzo ad una strada. Ma per via di questioni
assicurative e di copertura legale non abbiamo più potuto
continuare.
E i pazienti che
fine hanno fatto?
Alcuni sono stati
accolti da ASL territoriali che però non sempre hanno competenze
specifiche, altri pazienti continuano la cura in studi privati.
A pagamento?
No. E questo ci
tengo a sottolinearlo.
Sacrai avrebbe
dovuto ricevere un finanziamento per continuare l'attività. Cento
mila euro stanziati dal decreto Mille Proroghe. I soldi non sono
stati destinati. Perché?
Francamente non lo
so.
Non gli hanno
dato risposte?
Non so se conosce il
fumetto di Asterix, quando con il compagno Obelix, dopo aver vinto
la guerra contro i romani, incappano nella burocrazia e ne escono
sconfitti. Ecco, più o meno, è quel che è successo al nostro
progetto. Sinceramente, non ho capito perché i soldi non siano
arrivati. Il fatto è che non sono arrivati e abbiamo dovuto
chiudere.
Cambiamo
argomento. Parliamo di violenza sui minori: come riconoscerla?
E' una domanda
difficile a cui dare un risposta. Intanto ci vogliono competenze e si
deve essere preparati per riconoscerla. Quel che sappiamo e ci
raccontano le statistiche è che il 30% dei minori, che l'hanno
subita, non viene manifestata, è asintomatica. Ciò non significa
che sarà sempre così e che non affiorerà mai nel tempo.
In che tempi un
minore che ha subito violenza può guarire?
E' una domanda
troppo generica. Come si può stabilire? Quanto ci vuole per superare
un lutto? Non si può dare una risposta. Dipende dall'età in cui il
minore ha subito la violenza, il tipo e la gravità dell’abuso:
violenza o molestia? E' un atto isolato? Sono molti i fattori che
devono essere presi in considerazione. In questi giorni sui media
sono state divulgate notizie che hanno creato molta confusione e dato
false risposte
Notizie di che
tipo?
Ad esempio, è stato
raccontato che dai disegni si possono capire le violenze. Non è
così. Non è così semplice. Non basta il disegno di una casa senza
porte, per gridare: allarme violenza! E' una grande sciocchezza.
Cosa si sente di
consigliare ad un genitore che sospetta una violenza?
Di rivolgersi alla
autorità competenti. Sono i carabinieri e la magistratura che devono
indagare e accertare il reato. Purtroppo non ci sono scorciatoie.
Cosa pensa
dell'uso delle telecamere in luoghi pubblici come nei nidi o nelle
scuole?
Penso che siano
utili per le indagini della magistratura. Ma non si possano usare
indiscriminatamente e ovunque per prevenire i reati. Così si viola
la privacy delle persone ed è una violenza anche questa.