Quando il nido è inutile?

 



Cronaca Bambina 
Questa è la storia del nido che non c'è. Di un nido che non c'è mai stato nonostante i finanziamenti del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR). La storia è particolare e al contempo curiosa si svolge nel piccolissimo comune Casteldelfino in provincia di Cuneo nel bel paesaggio del Monviso. 
Qui il neo eletto sindaco ha scelto di "annullare" il progetto con una delibera di giunta bloccando sul nascere il progetto e rinunciando a 750 mila Euro di finanziamento. Una notizia che ha destato la mia attenzione. Oggi incontro il sindaco Domenico Amorisco (anzi il "di nuovo sindaco" visto che è al suo nono mandato) per capire meglio la vicenda e la sua scelta.

Avete scelto di non aprire il nido a Casteldelfino perché?

Era un obbligo rinunciare! E questo nonostante il cofinanziamento da parte dello Stato dell'ottanta per cento per un ammontare di circa 750 mila euro. Il venti per cento dell'importo sarebbe comunque spettato a noi.

Scendiamo nel dettaglio del finanziato del PNRR. Cosa avrebbero finanziato esattamente?

Queste prime risorse erano destinate alla realizzazione dell'edificio. Oggi in quello spazio c'è una caserma adibita dalla precedente giunta a deposito. Quindi la struttura avrebbe dovuto essere demolita per realizzare un edificio nuovo che potesse ospitare 45 bambini. Una follia! 
 
Perché una follia? 
 
Dove troviamo 45 bambini? In un paese come il nostro che conta 144, sottolineo 144, cittadini. Oggi i bambini, ho controllato, sono solo quattro.

Solo 4 in tutto il paese?

Si, quattro bambini ma c'è di più. La popolazione ha un'età media alta, per intenderci sono tanti ad avere un'età compresa tra i sessanta e settant'anni.  Quindi capisce che non abbiamo nemmeno prospettive per nuovi bambini a breve. Che senso ha aprire qui un nido?

Il vostro comune è turistico: ci sono strutture che attivano giovani lavoratori che potrebbero avere dei bambini a seguito?

Il nostro paese attira turisti, anche grazie all'impegno politico che abbiamo costruito nei mandati precedenti, questo è vero. Ci sono locali di ristorazione ma  l'accoglienza è fatta in prevalenza da piccole strutture come i B and B. All'ingresso del paese c'era un albergo che oggi però non opera più.
 
E i comuni vicini? 
 
I comuni confinanti sono più o meno nella nostre stessa condizione. Pochi abitanti e ancor meno bambini. Possiamo immaginare che un genitore dalla Valle, il nostro comune è a 1300 metri di altezza, si metta in macchina con ghiaccio e neve, qui l'inverno inizia presto, per raggiungere il nostro ipotetico nido? Guidare per venti  km all'andata e altrettanti al ritorno?
 
Ciò detto il progetto ha avuto una prima approvazione da parte del Miur...
 
Per semplificare possiamo dire che il progetto ha passato un primo controllo. Una graduatoria. Ma era evidente fin da subito che era assurdo. Sarebbe bastato un controllo all'Istat sulla popolazione. Credo che su questo punto ci siano stato responsabilità anche da parte dello Stato.
 
Perché responsabilità da parte dello Stato?
 
Perché si avviano progetti, anche molto interessanti, nessuno lo discute, ma tarati su esigenze delle città, o comunque su realtà diverse dalle nostre. Per i piccoli paesi di montagna, come il nostro, paesi che si stanno spopolando, non sono pensabili investimenti di 250 mila euro. Qui prima di realizzare un nido si avrebbe bisogno di mezzi di trasporto efficienti, di scuole, di ospedali. La scuola primaria qui non c'è. L'ospedale più vicino è a più di 50 km.
 
Avrebbe senso aprire un micro nido? Una struttura quindi più piccola per pochi bambini?
 
Con che soldi pagheremmo le educatrici? Vede un finanziamenti come questo di cui stiamo parlando, dava 750 mila euro e noi avremmo dovuto mettercene 250 mila. E questa spesa solo per la costruzione. E per il lavoro ordinario? Come si fa? Governo, dopo governo ci stanno depauperando. Noi piccoli comuni siamo senza economie: non ci sono soldi! Come possiamo pensare di crescere senza economie? 
 
Laura Branca 
 
 
 
Delibera di giunta
 
Documento del PNRR