Alla mia corposa
agenda di contatti aggiungo il nome di Franceso Zanardi. Non si
tratta, come ovvio, del mitico sindaco di Bologna del “Pane e
Alfabeto”. Questo Francesco Zanardi ha 47
anni, vive a Savona e ha una voglia inarrestabile di dire la verità.
Una verità che colpisce, spiazza e a volte imbarazza. Da anni,
circa 15, si occupa con la sua associazione Rete L'abuso di denunciare i sacerdoti
pedofili. La Onlus offre assistenza legale e psicologica alle vittime
e i suoi famigliari. E offre anche tanti dati, dati poco noti e troppo
poco divulgati. L’associazione è composta da sole persone che
hanno subito violenze da sacerdoti. I casi in Italia accertati sono
tanti, incredibilmente e drammaticamente tanti. E sebbene la mappa non sia completa, rende l’idea. Ad ogni puntino corrisponde alla storia di uno, e più facilmente tanti bambini che
hanno subito violenza. Oggi incontriamo Zanardi per farci raccontare il suo lavoro e dare molte informazioni
utili.
Tra i pedofili
condannati, ce ne sono molti preti? Se si, di che percentuali
parliamo?
La percentuale è
certo alta. Dati certi non esistono ad oggi. In una recente
intervista che Papa Bergoglio ha rilasciato a Eugenio Scalfari, la
pedofilia in seno alla chiesa cattolica si dovrebbe aggirare attorno
a 2%. Ma il fatto più grave non è questo.
E qual’è
allora?
Il fatto che un
pedofilo “normale” molesta durante la sua “attività”
circa 5, 6 bambini. Un prete può fare 70 vittime...o 200 come pare
sia "riuscito" Padre Murphy in una scuola del Wisconsin.
Come mai avviene
questo?
Molto spesso i
casi che riguardano i sacerdoti pedofili sono insabbiati. Le vittime se hanno la forza di denunciare, lo fanno in
età adulta.
Anche a lei è
successo questo: perché si è deciso a denunciare?
Dopo anni ho
raccontato ad un’amica quello che avevo vissuto. Lei mi ha convinta
a denunciare.
E’ riuscito a
superare il trauma?
No, ho imparato a
conviverci, a 40 anni diventa difficile superare il trauma.
Se si denuncia la
violenza fin da subito cosa cambia?
Prima, si interviene
migliori saranno le possibilità di recupero.
Come agisce il
pedofilo?
Intanto sfatiamo un
mito. Il pedofilo non è una persona malata. Ha una grave deviazione
della personalità, certo, ma non è uno sciocco o uno sprovveduto.
Lavora in modo astuto e circoscritto. Quando non è un familiare
lavora prima sulla fiducia e la stima dei familiari.
Chi sono le
sue vittime?
Spesso bambine, ma
anche bambini. Molto spesso il pedofilo colpisce famiglie povere.
Perché povere?
Perché sono più
facilmente manovrabili, o per ignoranza, o perché, più facilmente,
se ne può comprare il silenzio. Anche con mille euro.
Perché ci sono
tanti casi insabbiati tra i preti pedofili?
Per più motivi, anche per motivi legali.
Perché legali?
Oggi grazie ai patti Laternensi, quando la
magistratura indaga su un sacerdote, deve prima avvisare il
vescovo. Molto spesso il Vescovo avverte o trasferisce il presunto
colpevole, stroncando le indagini.
No, mi faccia
capire bene: se parte una denuncia su un educatore la magistratura
indaga in un modo, se la denuncia riguarda un prete in un altro?
Esattamente così.
Ed è legale?
Certo, grazie al
protocollo, Addizionale punto 2 paragrafo b. La magistratura
segnala prima al vescovo. E il vescovo non ha obbligo di denunciare.
Questo succede spesso in Italia.
L’Italia è un
paradiso per i sacerdoti pedofili?
Si. Nella nostra
mappa i puntini neri sono i preti condannati all’estero e nascosti
in Italia.
Ci sono altre
carenze nel nostro paese?
Si, molte. Mancano
dati e informazioni. Nel 2007 durante il Governo Prodi si stanziarono
svariati MLN di Euro per adeguare il nostro paese con un database sugli abusi
sessuali a danno dei minori. Non esiste ancora oggi. Non
è mai stata creata una commissione parlamentare d'inchiesta che
quantifichi il fenomeno. Infine manca una cultura della
prevenzione. Con una buona prevenzione faremmo passi da gigante.
Prevenzione per
chi? I genitori?
Anche ai bambini. Se
si informano i bambini a quali tipi di discorsi e comportamenti
dovrebbero segnalare alla mamma, al papà o ad un
adulto di riferimento, si potrebbe fare molto.
Secondo lei i
pedofili scelgono volontariamente di farsi preti, visti i
privilegi di cui godono?
No, non lo penso.
Allora perché
tanti pedofili tra i sacerdoti?
Tanti bambini
entrano in seminario all’età di dieci, undici anni, nel pieno dello
sviluppo fisico e sessuale. In seminario l’erezione si condanna e viene punita come
qualcosa di mostruoso, per non parlare della masturbazione. Quando il
normale è fatto vivere come una colpa continua e come qualcosa di
mostruoso, poi le devianze diventano tante.
Tra i protestanti
ci sono meno pedofili?
Si e non perché i
protestanti si sposano ma perché in generale c’è una cultura
sessuale non repressiva.
C’è differenza
tra un pedofilo e un pedofilo prete?
Si, rispetto alla tutela legale, come abbiamo già detto, ma anche dal punto di
vista sociale.
Perché sociale?
Quando si accerta un
prete pedofilo, molto spesso, la comunità lo difende. Questo non
accade quando il pedofilo fa un altro lavoro, anzi frequentemente
viene lapidato.
Non si accetta
socialmente che un prete faccia del male ai bambini?
Si, ci sono molto
condizionamenti anche tra le vittime. Vittime che facevano o fanno parte
della comunità cattolica.
Papa Francesco ha
avviato un dialogo e un’indagine interna rispetto ai pedofili
interni alla chiesa. Cosa ne pensa?
Penso che al momento siano solo parole, nei fatti non sta facendo nulla. Le
vittime che noi seguiamo, che sono oltre 500, hanno scritto al papa. Tutti quanti. Non c’è stata risposta. Ciò nonostante in tanti
continuano a sperare. E’ difficile da accettare, ma è ora che
l’Italia cambi e si adegui al resto d'Europa.