Ho avuto il piacere di incontrare e intervistare il vice presidente al Senato Emma Bonino. La sua fama la precede e non ha certo bisogno di presentazioni. Ciò che
I servizi rivolti all'infanzia sono
in un momento delicato e di grande difficoltà. Lo Stato investe poco
per non dire nulla e non si impegna sul tema. Come vede la questione?
Ricordo quando con l'On Bindi è stato
creato un piano straordinario d'investimento nel triennio 2007-09,
l'unico credo in tanti anni di attività. I comuni che sovvenzionano
i servizi non stanno investendo e non possono farlo per tutti i
limiti che ben conosciamo. Questa situazione si riversa sulla spalle
già fragili delle famiglie. Il problema è che se il nido e i
servizi in generale, hanno costi proibitivi non sono utili e non possono estendere l'offerta. Questa è lo scenario in cui ci muoviamo. Per
uscirne si dovrebbero rivedere i troppi vincoli che bloccano la
diffusione. Forse non le interesserà sapere che oggi (28 marzo) lo spread
della Spagna è salito al 7%. Siamo in una situazione disperata in
cui rischia di saltare l'Europa. Si parla della Grecia come di un
paese marginale, di poco importante... l'Europa è formata da tanti
paesi che hanno comuni interessi e non è indifferente che la Grecia
ne sia uscita e ancora più allarmante che la Spagna sia a rischio.
In questo tragico contesto parlare di servizi alla persona fa quasi
sorridere. Si immagini parlare di anziani o peggio anziani malati.
Purtroppo sono temi che non interessano se non quando toccano da
vicino. Questa miopia non vuole vedere sacche di povertà che
inevitabilmente riguarderanno tutti presto da vicino. Per intenderci
i nidi e i servizi ai bambini sono certamente importanti anche in un
contesto in cui la crescita demografica è nulla, gli anziani sono in
aumento e sono sempre più poveri per diversi motivi. Dobbiamo
guardarci attorno. Capire e verificare cosa altri paesi stanno
facendo per questi problemi. Non perché mi piaccia applicare ciò
che altri fanno all'estero ma per confrontarsi e trovare spunti di
pensiero e riflessione per nuove strategie.
E tornando ai servizi della prima
infanzia...
Sul tema posso raccontarle qualcosa che
ho cercato di realizzare di persona. In centro a Roma non esiste un
nido, è un problema sentito come potrà immaginare. Bene avendo da
un lato la domanda, quindi genitori che chiedono il servizio e la mia
volontà nel realizzarlo, mi sono attivata. Non ho avuto ostacoli
anche il comune ha appoggiato questo progetto. Mi attivo nella
ricerca di un luogo adatto e ovviamente un luogo pubblico, altrimenti
la spesa dell'affitto sarebbero state troppo alte. Dopo molta ricerca
non ho trovato in tutto il centro di Roma, un luogo che rispondesse
agli standar imposti dalla legge. Un nido deve avere un tot di metri
quadrati a disposizione di verde per ogni bambino. Cifre alte da
reperire nel centro di una città. Un terrazzo non può essere
adibito a giardino. Per farla breve da questa esperienza ho capito
che ci sono dei vincoli troppo restrittivi per la diffusione del
servizio. Un servizio importante per le famiglie per le donne e
l'incremento del lavoro e del pil, perché va da se che se le donne
lavorano il pil aumenta.
Durante il trattato di Lisbona la comunità europea ha individuato nei servizi
all'infanzia un punto importante d'investimento e ha indicato nella
cifra di 33% la copertura minima entro il 2010. Molti paesi hanno investito, per adeguarsi fino al 2% del pil, l'Italia si attesta su uno 0,15%. Crede che ci sia la
volontà politica di innalzare l'investimento del pil?
No, non c'è. Non c'era prima non c'è
tanto meno in questo momento. Non ci sono i margini economici per
farlo. Con questo non voglio dire che si debba smettere di trattare
il tema, anzi bisogna cercare dei varchi di apertura per farsi largo.
E' un tema importante che bisogna tener vivo nella società per la
società. Spesso mi chiedo come mai si considerino infrastrutture le
autostrade e non i servizi alla persona o la scuola? In tutto questo
sono anche convinta che il tema vada trattato con le dovute
particolarità del territorio, per essere più chiara credo che un
servizio utile, gradito e necessario in Calabria non lo sia
necessariamente a Milano che ha altre particolarità e
caratteristiche. Il tema è davvero controcorrente e per questo
ancora più meritorio.