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Alessandria è una cittadina in grandi difficoltà. Ha sforato il patto di stabilità e le conseguenze sono state pesanti. Intanto tagli ai servizi e al personale, poi aprono e chiudono aziende partecipate, aziende speciali...nel tentativo di tenere
in piedi i servizi. Il risultato? Molti lavoratori rimasti a casa, tre nidi che chiudono i battenti e la qualità della pappa precipita. Incontreremo molte voci che ci racconteranno la situazione da più punti di vista, iniziamo oggi con Paola Bisio segretario provinciale Uil.
La situazione è molto complessa da dove possiamo farla cominciare?
Direi dal 2012 quando la giunta di centrodestra lascia il comune con un evidente disordine di bilancio. Le elezioni sono alle porte e vinte dall'attuale giunta del Pd. Il centrosinistra basa buona parte della campagna elettorale sulla salvaguardia di 70 posti di lavoro di dipendenti pubblici che operavano in nidi, scuole dell'infanzia. Si ipotizza quindi di fondare una società partecipata per spostare tutto il personale di nidi e scuole e continuare il servizio che per limiti imposti, non poteva più essere garantito a gestione diretta. Sulla costituzionalità di questa società ci sarebbe molto da discutere.
E' a questo punto che il comune dichiara banca rotta?
Si, quando la giunta si insedia e si rende conto che il dissenso è molto maggiore rispetto a quello ipotizzato. La Corte dei conti trova diverse anomalie nel bilancio, scattano arresti e denunce, ma non andrei a rinvangare tutta la questione... il fatto è che il comune sfora i vincoli imposti dal patto di stabilità e dopo tre mesi, ad aggravare la situazione già complessa vengono imposti vincoli pesantissimi ai comuni in dissenso. Alessandria deve operare tagli enormi. Li opera sui servizi considerati non indispensabili: quindi nidi e scuole. La decisione obbligata, secondo il sindaco, è smantellare.
Perché proprio i servizi educativi?
Perché sono una delle spese più consistenti nel bilancio di un comune. Tutti noi dei sindacati, e devo dire anche il sindaco, ci siamo mossi a Roma per cercare di ottenere un aiuto a questa situazione davvero incredibile. Il risultato è stato praticamente nullo.
Come prosegue la vicenda?
La giunta ipotizza di spostare, tramite comando, tutti i lavoratori comunali che operano nei nidi e nelle scuole verso un'azienda partecipate, Costruiamo insieme, nel giro di due anni. Una scelta appoggiata anche da Cgil. Fin da subito si intuivano le difficoltà e i pochi vantaggi. Nell'immediato vengono trasferiti i tempi determinati, che erano i più difficili da gestire. I tempi determinati secondo programma, avrebbero seguito poi. Oggi il risultato è che l'azienda Costruiamo insieme è sull'orlo del fallimento, il personale a tempo determinato è diviso tra cassa interazione o è stato spostato alla cooperativa, con contratti peggiorativi. I tempi indeterminati sono rimasti dev'erano. In tutto questo spostamento le cucine sono state esternalizzate ad una cooperativa Aristor mentre l'azienda speciale ASPAL, viene liquidata.
Ci parla della questione mensa? Ad oggi sono molte le proteste sulla qualità?
Aristor è in crisi e ha parecchi lavoratori in cassa integrazione. Ciò nonostante ha assorbito il servizio delle cucine di nidi e scuole dell'infanzia, quindi ha ampliato il lavoro partendo da una situazione non facile. La qualità è calata e i genitori continuano a protestare.
E Aspl che cos'è? Cosa gestiva?
Aspal è un'azienda speciale che gestiva moltissimi servizi, tra cui i tempi integrati di nidi e scuole ma anche le attività giovanili, culturali, l'integrazione, il centro giovani ecc L'azienda è stata sciolta l'anno scorso, il personale è stato reintegrato da Costruire Insieme. Per poter essere in regola con la corte dei conti costruire insieme ha dovuto operare un risparmio del 20% rispetto alle spese dell'anno precedente dovendo però garantire maggior servizio. Come? tagliando sul personale e chiudendo di fatto tre nidi.