dieraecherin |
Seconda puntata ad
Alessandria. Oggi abbiamo incontrato Mauro Gogolino presidente della
commissione mensa cittadina, parlando con lui di pappa e
alimentazione, il discorso si è allargato a questioni economiche,
politiche ma anche sociali.
Iniziamo questa
storia raccontando chi è il comitato cittadino e come nasce?
La nostra storia inizia nel 2007 quando all'interno dei circoli
didattici e d'istituto, si sono formate le comitati mensa. Nel 2012 i
comitati hanno eletto una rosa di rappresentanti che sono andati a
formare il comitato cittadino, abbiamo redatto uno statuto e ci siamo
fatti promotori delle esigenze dei genitori. Grande importanza
l'abbiamo data al monitoraggio della qualità. Di recente siamo stati
riconosciuti dall'Amministrazione attraverso
la firma di un protocollo d'intesa.
Com'è gestito il
servizio mensa nelle scuole?
Ad oggi è presente un
centro cottura centrale che smista i pasti nelle scuole d'infanzia e
le scuole primarie, sia Statali che Comunali. Da quest'anno sono
rientrati anche i nidi che hanno chiuso le cucine interne. Molti anni
fa, anche le scuole avevano cucine interne.
Di quanti pasti
stiamo parlando?
Circa 3 mila al giorno.
Da chi è gestito il
centro cottura?
Da Aristor
un'azienda partecipata. La maggioranza appartiene ad un'altra grande
realtà il gruppo Compass. Attualmente Aristor è in liquidazione e
ci sono diversi problemi legati al personale.
Che tipo di
problemi?
il
personale è sovente posto in cassaintegrazione, creando
disagi ad
esempio nella consegna...
Di quanto personale
stiamo parlando?
Di circa 140 tra
addetti tra la cucina, il trasporto e inservienti.
Che costi ha la
mensa?
C'è
un'iscrizione annua che va in base all'Isee che va da 20 a 150 euro,
da aggiungere il costo dei buoni pasto dai 2 ai 6 euro da calcolare
su 4 fasce isee dai 4 mila euro di partenza a altre 22mila o non
residenti.
Parliamo ora della
qualità. Numerose le proteste da parte dei genitori
sull'alimentazione, perché?
L'Amministrazione da
quest'anno, ha deciso di inserire per due volte la settimana il
piatto unico. Era una cosa nell'aria da un po', ma ogni volta che
chiedevamo conferma, l'Amministrazione negava. A settembre siamo
stati interpellati e ci hanno presentato una brouchure che illustrava
i piatti unici da somministrare due volte la settimana. In vero poi
più che piatti unici sembravano i vecchi primi piatti. Abbiamo fatto
notare che sarebbe stato, ad ogni modo, più opportuno partire con
una somministrare settimanale di collaudo per sondare il gradimento.
I piatti unici hanno
una valenza nutrizionale o di tipo educativa oppure sono dettate dal
solo risparmio?
Entrambe.
E' ovvio che preparare e soprattutto servire un piatto unico è più
economico e non trovo nulla di sbagliato a
fare dei risparmi. Il centro del discorso è dare piatti dai giusti
valori nutrizionali e che fossero graditi, mentre molti piatti
venivano respinti.
E quindi?
Quindi dopo proteste e
discussioni, siamo arrivati ad un periodo di prova che prevedeva la
somministrazione di un solo piatto unico settimanale con 4 piatti da
sperimentare. Due hanno riscosso notevole successo, due no. Oggi
il menù prevede l'utilizzo di carne piemontese CO.AL.VI.,
ed in particolare in due proposte di piatto unico. Trovo
assurdo che in Piemonte si comprino carne da fuori. Il piatto unico,
con carne locale,oggi è servito una sola volta a settimana.
La protesta è
rientrata?
Diciamo che il piatto
unico è stato strumentalizzata per veicolare proteste di altra
natura, che posso anche condividere in linea di principio, ma che
centrano poco con l'alimentazione. Se è vero che l'Amministrazione
avrebbe dovuto relazionarsi in modo più trasparente e che non si
dovrebbero fare scelte dettate solo dal risparmio, è anche vero, che
non si può fare la guerra sui bambini e le famiglie.
In che senso?
Nel senso che per
alcuni è una questione di fame. Si devono capire le realtà a cui
siamo di fronte. Le aziende qui ad Alessandria sono in forte crisi e
ci sono famiglie che ci hanno detto che se il piatto non era gradito,
i bambini mangiavano poco e male, visto che alla sera riuscivano a
garantire cene povere magari a base di latte.