Parola a… Ida Belfanti ha insegna nelle scuole comunali di Verona per oltre 40 anni. Da pochissimo è in pensione e ha molto da condividere. L'abbiamo incontrata per farci raccontare la scuola di oggi, quella di ieri e per tentare di capire la realtà che tutti i giorni vivono bambini e maestre.
Ci racconta i suoi 40 anni a scuola?
Ho insegnato 41 anni per l'esattezza, e per 34 anni sono stata nella stessa scuola: la Ferrante Apporti. Ho avuto il piacere di lavorare con Pio Cinquetti, allora direttore dei servizi. Possiamo dire, senza esagerazioni, che la scuola comunale l'ha fondata lui qui a Verona. Era bello affiancarlo. Sapeva spronarci e farci lavorare al meglio, senza mai imporsi. Era capace di dare spunti, suggerimenti e poi lasciava la libertà di seguirli, approfondirli e adattarli a seconda delle nostre inclinazioni e necessità. Finché c'era lui le cose hanno funzionato molto bene.
E poi?
Poi non si è fatto altro che parlar di tagli e contenimento di spesa. Per ogni scuola è stata "tagliata" una maestra, poi ci hanno cambiato il contratto di lavoro e tutto è stato mal gestito, imposto. Sono state scelte che si sono riversate sulla qualità. I bambini da settembre 2013 si vedevano cambiare le maestre anche 4-5 volte al giorno. Cinque giorni su cinque. Non ricordano nemmeno il nome della maestra, e come avrebbero potuto del resto? Oggi questa particolare e terribile situazione, grazie anche all'intervento dei genitori e di ChiedoAsilo è rientrata...non so per quanto potrà durare.
Cosa
è cambiato con la modifica del contratto?
Intanto
le ore di insegnamento sono aumentate. Si tratta di un ora in più al
giorno, "poca roba", dice il sindaco, che pubblicamente ha svilito il
nostro lavoro, ma si deve capire che questo non è un lavoro come un
altro. Si deve essere presenti al 100% tutto il tempo. Si devono
valutare le necessità collettive e quelle individuali. I segni che
possono lasciare una cattiva educazione oggi, sono segni permanenti
che l'individuo si trascina per tutta la vita.
Veniamo
ora alla sua situazione personale. Ha lavorato per 34 nella stessa
scuola poi è stata spostata. Ci racconta?
Ad
aprile del 2010 con il passaggio imposto dall'amministrazione da
contratto scuola a contratto enti locali, sono stati vanificati i
diritti acquisiti. Così io ed altre 23 colleghe che esprimevano le
proprie opinioni siamo state penalizzate.
Il 29 agosto anche a seguito di un forte richiamo da parte di un superiore, ho ricevuto una raccomandata in cui si comunicava il trasferimento al primo di settembre. Un vero e proprio castigo.
Alla nuova scuola ho avuto un'accoglienza splendida dalle colleghe. Ma si immagina che cosa ha significato per me? Ho sempre chiamato la Ferrante Apporto la mia scuola, per me era come un seconda casa, un'altra famiglia vera e propria.
Anche su questo sono stata ripresa...non si deve dire la "mia" scuola i "miei" bambini...invece io sento miei sia i bambini che la scuola, non con senso di possesso. Diciamo che sento la scuola come una proprietà comune, di cui tutti dovremmo essere responsabili.
Un'ultima
domanda: a Verona c'è ancora una scuola di qualità?
Laura
Branca