Il 25 maggio saremo chiamati a votare alle elezioni Europee. Abbiamo deciso di approfondire il tema infanzia con i candidati dei tre maggiori partiti e uno della Lista Tsipras. Non è stato facile scegliere chi intervistare e su questo crediamo valga la pena approfondire alcuni aspetti. Intanto la parola infanzia declinata nelle 24 lingue dei paesi membri è quasi del tutto assente, tra le 22 commissioni presenti, non ne esiste una sull'infanzia. Questo nonostante tutti i partiti riconoscano la tutela dei minori come uno degli strumenti più efficaci per il benessere diffuso e l'aumento delle economie. Insomma si parla davvero poco d'infanzia e bambini e ancor meno di servizi educativi. Abbiamo seguito e rintracciato l'infanzia nelle contaminazioni che questa genera rispetto ad altri temi. Ai candidati abbiamo posto le stesse domande per un confronto diretto. Le interviste dovevano essere quattro e invece saranno solo due. Ci teniamo a spiegarne le motivazioni che fanno parte dell'informazione generale. Mentre Cecile Kyenge PES (party of European socialists) e Ivano Marescotti per Lista Tsipras hanno gentilmente dato le risposte, non hanno fatto altrettanto i candidati contattati per EPP (che raduna FI, UDC, SVP, UDEUR), praticamente introvabili, e M5S che hanno scelto di non rispondere. Per dovere di cronaca riprendiamo spunti dai loro programmi elettorali. Partiamo dal EPP: nel suo programma lungo 51 pagine, l'infanzia viene citata per raccontare di altro: le politiche di conciliazione e come incentivo per aumentare l'andamento demografico. Non si cita l'infanzia in relazione all'educazione. Il M5S affronta la questione nel capitolo istruzione. Nello specifico c'è un punto che riporta: inglese all'asilo. Non ci è dato sapere se per asilo si intenda la scuola dell'infanzia o il nido. Qui trovate l'intervista a Cecilia Kyenge e qui a Ivano Marescotti. Buona lettura.