Legge 0-6: una maratona di idee

Roberto Reggi













Molte voci si sono spese attorno al disegno di legge 1260 presentato ieri dalla Senatrice Francesca Puglisi a Bologna. E' stato un momento d'entusiasmo per il Partito Democratico che ha visto la partecipazione tra gli altri anche del sottosegretario al Miur Roberto Reggi.
La mattinata si è aperta con l'annuncio di una sentenza della corte dei conti che stabilisce l'avvio di un fondo stanziato dal Ministero dell'istruzione e da Inarcassa (istituto nazionale di previdenza della cassa degli ingegneri e architetti) per un finanziamento che partirà qui in città. Il totale è stimato è attorno ai 30 mln di Euro. Con questo capitale si realizzeranno sei nuove strutture scolastiche.  Il sindaco Merola oltre ad esprimere la soddisfazione per questo progetto, avviato da tempo, ha ribadito anche in questa sede, la volontà di incontrare i genitori, per spiegare, l'istituzione, un passaggio che si profila difficile. Per il resto la mattina è stata una vera maratona di parole e pensieri. Ma veniamo all'argomento centrale del dibattito: il testo di legge 1260. La legge ha un'architettura di ampio respiro. Cerchiamo di individuare le novità.  

Dallo 0 ai 6 anni
Si prevede un sistema 0-6. Nidi e scuole d'infanzia andrebbero quindi a formare poli d'infanzia, che potranno ampliare o contrarre l'offerta a seconda delle esigenze legate alle nascite.
Fuori dal patto di stabilità
I servizi si pongono fuori dal patto di stabilità. Richiesta che da anni viene fatta da molti soggetti, tra i primi l'Anci.
Pubblico e privato
La legge tiene insieme l'offerta integrata del sistema, senza determinare limiti o percentuali di distinzioni tra pubblico e privato.
I fondi
Si prevede la compartecipazione nella spesa di gestione la quota del 50% da parte dello Stato per il resto la spesa è stanziata da regioni e comuni. Si fissa invece una percentuale di spesa da parte delle famiglie che è individuata ad un massimo del 20% (oggi in molti comuni la superata ampiamente).
Titoli di studio 
Importanza si attribuisce ai titoli di studio e alla formazione continua del personale e si  determina l'obbligo della laurea anche per le educatrici.
La discussione
La legge ha avuto grande consenso tra i presenti. In aula si respirava entusiasmo. La riflessione a voce multipla ha avuto molte puntualizzazioni e da tutti è stata chiesta grande celerità nell'approvazione. Gli unici a parlare della necessità di regolare i contratti dei lavoratori anche per i privati, soggetti più deboli, sono stati alcuni rappresentati dei sindacati in particolare Fabrizio Dacrema responsabile formazione cgil.
I tempi   
I tempi di approvazione dovranno essere rapidissimi e un progetto di così ampio respiro invece non dovrebbe correre. I nidi nel mentre continuano a chiudere...chiudono per insufficienza di fondi di qualunque tipo (mancano da altri tre anni) chiudono per l'aumento delle rette e per il conseguente ritiro degli iscritti, chiudono per il disinteresse collettivo. Sono pochi i cittadini ad interessarsene e sono pochi e ancor meno i politici ad occuparsene. Nel 2013 anno come abbiamo riportato nel nostro report, la situazione è precipitata. E  mentre il testo di legge procede, si avvicina la data di luglio, quando come ogni anno l'Istat darà i dati sui servizio all'infanzia. Forse allora prenderemo coscienza di quanto sia stato perso in un solo anno sia in quantità che in qualità.