Mense e proteste, basta digitare su Google queste due parole per rendersi immediatamente conto che la refezione scolastica non è al centro dell'attenzione solo a Bologna. Qualità del cibo servito, gestione del servizio e caro mensa sembrano essere le parole chiave che accomunano le preoccupazioni e le azioni dei tanti genitori in diverse città italiane. Oggi provo a raccontare in sintesi cosa sta accadendo a Roma e Viareggio, due realtà molto diverse tra loro.
Roma - Recentemente i genitori hanno mostrato il loro disappunto nei confronti dei "menù europei lanciati dall'ex assessore alla Scuola Alessandra Cattoi. Partito a inizio dicembre il progetto prevede che due o tre volte al mese ai bambini vengano serviti piatti appartenenti alla tradizione culinaria di altri paesi europei: dal Fish and Chips al Gulash. L'iniziativa però non è piaciuta ai genitori che con un tam tam rimbalzato sui social hanno espresso non pochi dubbi sulla qualità e quantità dei cibi offerti e sulla loro idoneità ad essere proposti ai bambini. Le proteste hanno spinto il nuovo assessore Paolo Masini a correggere il tiro: il progetto, volto a far conoscere ai bambini i paesi vicini attraverso la loro gastronomia, è stato confermato ma, nei giorni in cui sarà servito, il menù sarà affiancato da un primo piatto della tradizione italiana.
Wurstell e patatine non sono stati però i soli a far finire le mense scolastiche della capitale sulle pagine dei giornali. Nei giorni scorsi un dossier presentato dalla Uil ha gettato non poche ombre sulla refezione scolastica e sulle aziende che la gestiscono. L'inchiesta condotta dal sindacato di Roma e Lazio, con la collaborazione dell'Eures, mostra una fotografia del settore non troppo rassicurante: aziende note all'Inps per truffe, coinvolgimenti in vicende giudiziarie, legami con personaggi finiti sotto la lente di "Mafia capitale".
In tutto sono sei le aziende che forniscono i pasti e tutte, tranne una, sono sempre le stesse almeno dal 2007. Viene descritto un bando al ribasso con un costo del pasto proposto dalle ditte appaltatrici inferiore a quello della base d'asta. Circostanza a cui si collegano dubbi sulla quantità e sulla qualità del cibo servito.
Una delle aziende, la Cns, sottolinea inoltre la Uil, è stata commissariata nell'inchiesta su Mafia Capitale.
La Uil inoltre esprime perplessità anche sulle condizioni di lavoro dei 5000 operatori del settore molti dei quali hanno contratti a tempo determinato o a chiamata. Il quadro emerso dallo studio ha portato il sindacato a chiedere al sindaco verifiche sugli appalti della refezione scolastica e maggiore trasparenza su quanto ruota intorno alle mense.
Viareggio - Quanto sta accadendo nella città toscana ruota attorno al tema del caro mensa. La protesta dei genitori è iniziata a novembre quando il commissario prefettizio Valerio Massimo Romeo, insediatosi dopo le dimissioni del sindaco Leonardo Betti, ha varato un aumento delle tariffe nel tentativo di risanare il dissesto finanziario. Gli aumenti hanno riguardato le tariffe di nidi, mense e scuole. I genitori sono scesi in piazza con i passeggini vuoti e molte famiglie hanno deciso di fare ricorso al Tar. Per quanto riguarda la mensa in diverse scuole i genitori hanno dato vita anche allo sciopero del panino: una o due volte alla settimana i bambini non consumano il pasto fornito dall'Asp ma mangiano un panino portato da casa. Il numero dei pasti consumati cala e porta l'azienda ad annunciare che " qualora il numero dei pasti si riduca per motivi di protesta" l'Asp potrebbe essere costretta a sospendere il servizio. L'azienda inoltre ha sottolineato che il protrarsi della protesta potrebbe avere ripercussioni sul livello occupazionale e generare un nuovo aumento delle tariffe.
La protesta contro il caro mensa sarà al centro di un incontro, in programma oggi, tra i vertici dell'azienda, l'amministrazione e i dirigenti scolastici.