Foto CaroMensaTorino |
Da novembre a Brescia e provincia i bambini delle scuole primarie e medie potranno mangiare in mensa il pasto preparato da mamma e papà. L’Asl della città lombarda ha infatti dato il via libera al pranzo portato da casa. In Lombardia era stato il Movimento 5 stelle a portare avanti in regione la battaglia per la schiscetta a scuola. In prima linea si era schierata la consigliera regionale Paola Macchi con un appello e una raccolta firme lanciata a settembre. Alla base della proposta c’era l'idea di lasciare alle famiglie la libertà di scegliere tra il pasto della mensa e quello portato da casa.
“Non è un modo di boicottare il
servizio di refezione scolastica ma un’opportunità in più che vogliamo dare
alle famiglie “ha spiegato al Fatto Quotidiano, Fabrizio Speziani,
responsabile della Prevenzione medica dell’Asl di Brescia. In quest’ottica il pasto da casa permetterebbe
alle famiglie di risparmiare e eviterebbe un copione noto a molti genitori: quello secondo cui i figli rifiutano le pietanze servite dalla mensa per poi ingozzarsi di
merendine una volta usciti da scuola.
I sostenitori del pasto da casa, inoltre,
sottolineano come questo permetterebbe anche di ridurre gli sprechi. Gli scettici, invece, nutrono dubbi sul fatto
che il pasto portato da casa risponda ai criteri di un’alimentazione
equilibrata. A questo l’Asl bresciana –
riferisce ancora il Fatto Quotidiano – cercherà rispondere consegnando ai
genitori delle linee guida per confezionare piatti sani ed equilibrati. Il
pranzo portato da casa – insomma – non dovrà consistere solamente in panini o
simili.
I fautori del lunch box citano
il caso di Vergiate. Nel comune in Provincia di Varese l’amministrazione ha concesso
ai ragazzi che frequentano il tempo pieno alle medie di non usufruire della
mensa e di consumare a scuola il pasto portato da casa. Tra le regole imposte a chi si avvale di
questa possibilità figura il divieto di consumare bibite gasate.
Torino: non si fermano i genitori di Caro Mensa Torino
Torino: non si fermano i genitori di Caro Mensa Torino
Il pasto da casa rimane uno degli
obiettivi di CaroMensaTorino, il gruppo di genitori che nel capoluogo
piemontese si batte affinché l’amministrazione riconosca alle famiglie questa
possibilità. La questione era finita in tribunale: le famiglie avevano chiesto
venisse loro riconosciuto il diritto di poter far consumare ai figli un pasto
portato da casa senza dover per questo abbandonare i locali scolastici. La
bocciatura del tribunale non ha fermato i genitori che, oltre a ricorrere in
Appello, hanno lanciato una petizione su change.org rivolta al presidente della
regione.
Il ragionamento è quello che il
gruppo sostiene da tempo: l’inesistenza di leggi che a qualsiasi livello
vietino il consumo, all’interno degli edifici scolastici, di pasti portati da
casa a fronte di un diritto a scelte alimentari autonome, garantito dall’art.
32 della Costituzione. Su queste basi i genitori sostengono che l’Asl non può
vietare il consumo di pasti da casa ma deve limitarsi a suggerire gli alimenti
consigliati e sconsigliati e indicare le procedure per la conservazione.
La notizia del via libera di
Brescia è stata subito postata sulla pagina facebook del gruppo e basta leggere
i commenti per capire quanto i genitori siano agguerriti e decisi a portare a
casa un risultato analogo: la possibilità che, chi lo desideri, possa dare ai
propri figli un pasto cucinato a casa e che questo possa essere consumato
accanto ai compagni che usufruiscono del servizio mensa.