Voucher per i nidi e non solo

BoNidi












Nel 2016 per i nidi non c'è un euro ma nello stesso testo del disegno di legge di stabilità, si trovano risorse per i voucher dedicati al welafare. I voucher possono essere spesi anche per la frequentazione dei nidi. Si tratta economie emesse dalle aziende per restituire ai dipendenti risorse da spendere in modo libero, per i nidi, baby sitter e più in generale per la cura dei familiari. Ma vediamo di cosa si tratta da vicino.
Intanto partiamo dalla cifra: lo Stato investe 3,8 mln di euro per il 2016 e 4,5 mln per il 2017, con lo scopo fra gli altri, di far emergere il lavoro in nero.
E' un sostegno diretto che le aziende danno ai lavoratori che percepiscono una sorta "di bonus" da spendere a lor piacimento per la cura dei minori o di anziani o per borse di studio...Di welfare aziendale se ne parla già da tempo anche nel nostro paese mentre in altri paesi, ad esempio in quelli scandinavi sono una realtà operativa da tempo. Al momento dell'annuncio, di questa innovativa pratica, ne avevamo parlato con l'allora Senatrice Rita Ghedini una delle maggiori sostenitrici. L'idea è stata "copiata" dalla vicina Francia che già nel 2004 ha seguito questa strada, anche per diminuire il lavoro in nero e portare alla luce il tanto lavoro di cura che fanno baby sitter e badanti e che rimane spesso in un cono d'ombra. In Francia ci sono stati ottimi risultati. Nel 2014 le famiglie che si sono avvalse dei voucher sono quasi 8 mln, per un valore complessivo di oltre 800 mln di Euro. In Italia le cose sono diverse, il welfare aziendale è disciplinato da un testo unico delle imposte datato 1986. In soldoni per quelle famiglie che usufruiscono, ad esempio dei servizi educativi, la relazione tecnica del ddl, parla di 25 Euro aggiuntivi. Questo contributo poi è da sottolineare, è riconosciuto solo per i dipendenti di aziende private, mentre per i dipendenti pubblici e la miriade di "non dipendenti" non  c'è.