E'
un post duro quello che pubblica su Fb Costanza Storaci, ex
collaboratore alle scuola d'infanzia di Bologna e oggi educatrice di
nido e maestra di scuola d'infanzia presso una struttura privata
sempre a Bologna. La sua è una denuncia forte rispetto alla qualità
che i servizi pubblici oggi riescono a garantire ai proprio utenti,
che sono piccoli e spesso senza parole. Abbiamo intervistato la
Storiaci per meglio capire le sue ragioni.
Perché trova che
lavorare al privato sia meglio? Perché
le ultime modifiche contrattuali di lavoro hanno reso molto difficile
garantire la qualità. Personalmente mi piace lavorare e molto, non
mi tiro indietro davanti alla fatica, ma lavorare sette ore frontali
con 26 a volte 28 bambini, anche sole per due volte la settimana è
troppo. Oltre tutto non si riducono a sette ore, ma diventano spesso
nove ore, tra riunioni e altre attività non frontali. Sono davvero
troppe.
Sette
ore di lavoro ma con due maestre
in compresenza...
Si, questo è vero
però dobbiamo fare un ragionamento. Dopo cinque ore che una maestra
passa a scuola se ne aggiungono altre due, per portare avanti un
progetto con i bambini. Solo in queste due ore, che si sono aggiunte
per due volte la settimana, ci sono due maestre, che quindi si
possono eventualmente dividere i bambini di 26 bambini a metà, o
dividerli in un piccolo gruppo ed un grande gruppo. Resta il fatto
che 7 ore frontali con i bambini sono troppe.
I genitori però
lavorano otto ore al giorno. Perché una maestra ha tante difficoltà
a lavorarne sette due volte la settimana?
Anche qui dobbiamo
distinguere: educatrici, collaboratori e insegnanti lavorano con i
bambini. E’ bellissimo lavorare con i piccoli ma è faticoso ed
emotivamente stancante. Ci sono tante situazioni che si affrontano
durante la giornata che ti mettono a dura prova. Magari c'è un
bimbo che ha particolari problemi ad andare in bagno o a mangiare o a
gestire la propria rabbia, uno che è straniero e non sa la lingua,
oppure due che litigano e si picchiano, faccio solo degli esempi di
ciò che può succedere tutti i giorni in modo ordinario. La maestre
è sola e deve affrontare varie situazioni emotivamente impegnative
con pazienza, armonia e concentrazione, avendo sempre una buona
disposizione all'ascolto. Dopo cinque ore, attenzione, pazienza,
equilibrio possono cedere il passo a stanchezza e fatica mentre i
bambini sono sempre più stanchi e diventano sempre meno gestibili...
Questa è una cosa che chi non entra giornalmente in una sezione di
nido o di qualsiasi ordine scolastico difficilmente comprende:
difficilmente comprende l'educatrice o la maestra deve essere
riposata, serena, equilibrata e strutturata dentro.
E quindi non può
lavorare 8 ore?
Certo che una
maestra può lavorare 7 o 8 ore al giorno, ma è importante che di
queste 7 o 8 ore, cinque siano frontali ed il resto di riunione,
progettazione, documentazione o di preparazione per le lezioni.
Sono altrettanto vitali, e che si possono svolgere anche in sede.
Meglio lavorare al
privato allora?
Per certi aspetti
no.
Ad esempio?
Ad esempio lo
stipendio che è inferiore anche di 300-400 euro al mese. Dove lavoro
oggi faccio meno ore frontalmente e ho la garanzia di avere una
pedagogista in sede con cui posso incontrarmi una volta al mese,
oltre che chiedere tutti i colloqui di cui ho bisogno. Non tutti i
privati sono così intendiamoci. Non voglio fare un discorso di
pubblico contro privato, ma penso che a questo punto convenga
lavorare meno ore frontalmente in un nido-scuola privato come il mio
anche se guadagno di meno. Riesco a lavorare meglio.
Non tornerebbe
più al pubblico?
Non penso. Anche se
mi converrebbe da un punto di vista economico. Non tornerei a
lavorare per il Comune di Bologna perché, ho l’impressione che
educatrici e maestre siano spremute come limoni, sfruttando al
massimo le loro forze. Così non si lavora bene con i bambini o con
le colleghe. Non credo di essere l’unica a fare questa valutazione:
vi è molta penuria di supplenti, che letteralmente non si riescono a
trovare... il Comune ha dovuto inditto ben tre bandi “di emergenza”
e non trova supplenti. E’ possibile che non sia l’unica a
preferire di lavorare meno ore frontalmente, ma lavorando meglio?
Al comune quante
sono le pedagogiste?
A mio sapere una
pedagogista può avere anche 10 strutture tra nidi e scuole da
gestire, oltre al lavoro burocratico che già deve svolgere.
Difficile che riesca a dare dei feedback costanti al lavoro delle
educatrici e delle maestre. Un feedback che è essenziale sia per le
maestre che per il/la pedagogista e per i bambini stessi.
In cosa è
migliorato il suo lavoro?
Ad esempio ho più
tempo per svolgere due attività che magari chi sta fuori non vede ma
sono fondamentali: la progettazione e la documentazione.
Cosa sono?
La progettazione
riguarda sopratutto la didattica, quindi progettare le attività che
si svolgono in sezione. La documentazione è la “registrazione”
delle attività . Al comune molto spesso c'è poco tempo e il più
delle volte per documentazione si intende comporre il "librone",
quello che a fine anno si consegna ai genitori, con tutti i lavori
dei bimbi. In realtà dovrebbe riguardare anche la verifica e la
documentazione da tenere in struttura o al centro Riesco. Questo si
fa molto poco.
Di recente si è
decido che le maestre delle scuole comunali, le neo assunte, dovranno
lavorare anche a luglio. Al privato però si lavora da sempre in
questo mese...quindi?
Quindi è un
ulteriore passaggio verso il malcontento del personale che lavora più
ore e per più tempo. Intendiamoci: si può lavorare anche a luglio,
ai nidi lo fanno da sempre, ma questa è l'ennesima decisione che non
è per tutti uguale: lavoreranno solo le maestre neo-assunte.
L'ultimo tassello per un maggior carico di lavoro dopo anni
difficilissimi.
Perché
difficili?
Nidi e scuole del
comune sono passati dalla gestione diretta del comune, ad una
gestione parziale di Asp (azienda servizi alla persona),e poi alla
gestione totale dell'Istituzione nidi e scuole. C'è stata una
variazione contrattuale, diversa per le insegnanti e un maggior
carico di lavoro per educatrici e insegnanti, dovuto anche alla
penuria di supplenti...insomma luglio è l'ultima modifica di una
serie di peggioramenti.
La qualità al
pubblico è peggiorata?
A mio parere si, e se in tante struttura non si percepisce il peggioramento è grazie alla volontà e grande professionalità delle tante colleghe che fanno il lavoro con passione e sono capaci di non mostrare e far pesare ai bambini la loro situazione. Ma c'è
molta sfiducia tra i lavoratori. Prima educatori e insegnanti si
sentivano appartenere ad un modello, quello comunale,
qualitativamente molto alto, oggi non c'è più la certezza che quel
modello, dopo tutti questi contraccolpi, abbia resistito e la fiducia
è venuta meno. A tutto questo si è aggiunto anche il fatto che
sindacati come ADI, CUB, COBAS, che attualmente a Bologna erano i più
rappresentativi delle vere istanze e dei bisogni ed interessi delle
lavoratrici e dei lavoratori, non possano più convocare
assemblee e non abbiano più una sede. Oltre ad essere sfiduciati, i
lavoratori ora si sentono, a mio avviso, anche soli.