La mensa della scuola è una delle attività scolastiche più seguite da parte dei genitori di tutt'Italia. I motivi sono molti tra attenzione alla salute e verifica delle rette a volte molto alte, le mense preoccupano e non poco. In molte città si sono organizzati comitati e gruppi di lavoro per valutare tante questioni che sono molto spesso sono questioni politiche e anche legali. Abbiamo incontrato Giulio Mannino dell'Osservatorio Mensa di Bologna che ha anche organizzato una rete nazionale di confronto e relazione tra cittadini. Partiamo con una domanda di commento alla sentenza del pasto da casa che rimescolerà e non poco, le carte in tavola per tutti.
Grazie
alla battaglia dei genitori di CaroMensa di Torino da oggi ci sarà la possibilità
di consumare il pasto portato da casa all'interno delle scuole. Un
commento
Personalmente
e a caldo la sentenza della corte d'appello mi preoccupa. Rinunciare
al servizio può rappresentare anche una sconfitta perché la
soluzione migliore resta sempre una mensa di qualità per tutti.
Occorre insistere per avere un buon servizio e usare il pasto da casa
per rivendicare e ottenere il cambiamento. Sicuramente è una
sentenza che avrà ripercussioni molto ampie e importanti. A Bologna
ci siamo posti obiettivi diversi.Voi
a cosa mirate?
Ad
avere un servizio che rispetti le grandi conquiste ottenute con il
nuovo capitolato e a consolidare il monitoraggio dei genitori in
tutte le scuole. Alla base del controllo c’è la partecipazione dei
genitori consapevoli dei loro diritti. Anche se benvenuta, la
sentenza potrebbe nuocere alla battaglia per il cambiamento.
Perché
potrebbe nuocere la sentenza?
Perché
implicherebbe rinunciare ad una occasione di coinvolgimento e
confronto con le amministrazioni. Potrebbe diventare una risposta
individuale ad un problema collettivo.
Così
i genitori hanno la possibilità di dire “No, grazie mi servo
altrove” non è democratico?
Si,
certo, rimane il fatto che potrebbe essere usato come soluzione e non
come strumento di lotta. La sentenza rimane comunque una vittoria
importante per i cittadini di Torino. Ma ripeto sono impressioni a
caldo.
Avete organizzato un gruppo nazionale. Con quante
città vi relazionate?
Le
rete nazionale è composta da circa 40 comuni. Confrontarsi è
importantissimo e costruttivo. E' davvero appagante vedere che parte
del nostro lavoro a Bologna viene preso a riferimento in molte altre
città. Lo scambio di informazioni ed esperienze arricchisce tutti i
genitori delle commissioni mensa e permette di verificare come le
situazioni siano diverse a seconda del contesto politico.
Bologna
come si posiziona?
Rispetto
ad altre, è una città aperta, molto attenta alla partecipazione, al
confronto e alla trasparenza. Il Sindaco, in questi ultimi anni, ha
dato prova di esser anche capace di ascoltare i genitori e di
cambiare idea e non è scontato. Certamente però senza gli scioperi
del panino, non lo avrebbe fatto.
Bologna
ha cambiato mensa. Da una società partecipata SeriBo da Camst e
Elior oggi è passata ad un appalto RiBo con Elior e Camst. Dunque
tutto cambia perché nulla cambi?
Sono
cambiate le percentuali dei soci, prima era capofila Camst oggi è
Elior. La qualità delle materie prime è di certo superiore e le
tariffe per le famiglie sono più contenute. Il balzo avanti è stato
notevole. Inoltre la percentuale elevata di biologico contribuisce
concretamente a sostenere una agricoltura più rispettosa della
salute e dell’ambiente. E’ motivo di soddisfazione.
Perché
prima le stesse aziende non riuscivano a dare la stessa qualità a
costi contenuti?
Perché
non c’era la volontà politica di farlo. La qualità richiesta dal
capitolato era molto inferiore e le tariffe erano alte perché
dovevano servire a costruire i nuovi centri pasto, solo parzialmente
realizzati. Alcune cose hanno fatto letteralmente infuriare tutti i
genitori.
Ad
esempio?
Ad
esempio vedere Camst ed Elior incassare guadagni stratosferici senza
investimenti nel servizio. I genitori hanno chiesto la restituzione
degli utili e hanno ottenuto, per il 2013, un accantonamento di circa
700mila euro. Lo scorso anno anche il primo cittadino ha raccolto le
richieste dei genitori ed ha invitato Camst ed Elior a fare
altrettanto anche per il 2014 e 2015.
SeriBo
(l'azienda partecipata) però ha avuto costi alti perché avrebbe
dovuto rimodernare le cucine. E i soci privati si sono intascati
utili ben superiori a 700 mila Euro...
Si
è stata una vittoria parziale è vero, ma i giochi sono ancora tutti
aperti su questo fronte e stiamo aspettando delle risposte.
Per
il futuro cosa avete in mente?
Più
partecipazione e controllo. Vogliamo continuare a verificare la
qualità dei pasti, quest'anno abbiamo fatto oltre 1500 assaggi che
hanno garantito il controllo nelle scuole. Siamo molto arrabbiati per
i continui ritardi nei trasporti, che vanificano spesso gli sforzi
compiuti per il miglioramento del cibo. Il tema di ammodernamento
delle cucine rimane centrale. Oltre a ciò siamo molto concentrati
sulla realizzazione del nuovo portale della refezione scolastica di
Bologna. Oggi è gestito come un portale privato, ma dovrebbe essere
pensato come un portale pubblico.
Ci
spiega meglio?
Il
portale di RiBò dovrebbe garantire a tutti i genitori facile accesso
e trasparenza a tutte le informazioni che riguardano la mensa.
Dovrebbe diventare una specie di memoria collettiva, dove vengono
raccolte, analizzate e conservate tutte le segnalazioni dei genitori.
E' un progetto innovativo e importante che diventerà uno strumento
di controllo del servizio che erediteranno i genitori che verranno
dopo di noi e che potrà essere preso a modello anche da
amministrazioni di altre città.