Quando le donne scesero in piazza agli inizi del secolo scorso, chiedevano di poter affermare tanti diritti, sopratutto quello al voto. Da quel tempo abbiamo conquistato tanti nuovi spazi. I diritti delle donne e le battaglie svolte si sono intrecciate e hanno riguardato da molto vicino la capacità, unica e preziosa, di procreare. Nella storia questa capacità è stata anche un enorme peso. In un mondo dove le donne venivano ripudiate se non generavano figli, punite se generavano femmine, derise se generavano troppo, emarginate se non desideravano generare, umiliate se ricorrevano all'aborto, la gravidanza è sempre stata messa sul banco degli imputati.
Ci sono state guerre sulle gravidanze e l'incapacità, "tutta femminile" di generare; basti ricordare Enrico VIII e le povere mogli. La religione cattolica ci ha costruito un mito: tra la santità di Maria e la lussuria della bella Maddalena, dividendo di fatto le donne tra sante e prostitute.
Con la società moderna siamo arrivati ad un nuovo capolinea: ci stanno negando il diritto alla gravidanza. Tra i tanti bisogni che oggi abbiamo, dobbiamo fare ordine e puntare sull'affermazione di questo diritto, che fino a qualche tempo fa era considerato solo un dovere, e che oggi ci viene sottratto.
Gli ultimi dati Istat ci raccontano un Italia fanalino di coda dell'UE: sia per il bassissimo tasso di natività e che per la scarsa occupazione femminile.
La politica che vede sempre più donne al potere non è stata in grado di far valere i nostri diritti: tra dimissioni in bianco, bassa occupazione, chiusura e scarsità di servizi di cura per i bambini, disparità di stipendio tra i generi, ci hanno fatto perdere anche il diritto (e forse la voglia) di diventare madri.
I temi che le donne domani porteranno in piazza con lo sciopero nazionale organizzato da Non una di Meno sono tanti e sono tutti tempi importanti. Temi sintetizzati in otto punti, dove però, non si è messo a fuoco il diritto alla maternità che è trasversale a tutti i punti, il diritto alla maternità non è espresso a chiare lettere, non è centrale e non è nemmeno preso tanto in considerazione.
Ci hanno tolto il diritto all'aborto, lo hanno fatto in silenzio e con i fatti. Lo hanno fatto in modo nascosto e ottuso, subdolo e insidioso. E un diritto che molte di noi pensavano salvo e consolidato, non lo è più. Ed è un diritto per cui vale la pena lottare e mobilitarsi tutti i giorni e con i tanti mezzi che la legalità ci ha messo a disposizione. E insieme al diritto all'aborto, dobbiamo combattere per la prima volta dalle lotte femministe ad oggi, per il diritto alla maternità. E non perché tutte le donne debbano fare figli, ma perché tutte le donne abbiano la possibilità di scegliere.