Lettera
aperta di BolognaNidi alla cittadinanza
I
cittadini bolognesi alle ultime elezioni sono stati chiamati a votare
ad un ballottaggio che ha visto contrapposti il Partito Democratico
alla LegaNord.
I
cittadini bolognesi hanno espresso una chiara preferenza per il
Partito Democratico di Merola.
La
Lega e i suoi sistemi, ai bolognesi, non è mai davvero piaciuta.
Allora
perché la nostra giunta, in una preoccupante solitudine, guarda al
modello di welfare dalla regione del leghista Maroni? Noi che
abbiamo saputo farci invidiare i servizi sociali da tutta la EU,
possiamo fare meglio che copiare da Milano. Possiamo rilanciare
Bologna verso altre prospettive più EU ed efficaci.
Se
abbiamo ben interpretato le notizie riguardo alle modifiche di
iscrizione dei nidi bolognesi, la giunta di Merola sta immaginando un
nuovo sistema. Un sistema che di fatto cancellerebbe 190 posti in
convezione nei nidi privati, tariffati in base all’ISEE, per fare
sconti a 400 posti negli stessi nidi per una retta calmierata a 570
Euro, pari alla retta massima di un nido comunale.
Noi
crediamo che questa soluzione sia pericolosa e dannosa, dannosa
soprattutto per tanti bambini, quei 190 che oggi hanno la possibilità
di frequentare un nido privato a tariffe ridotte, a volte anche zero.
Ma lo crediamo dannoso anche per le donne che lavorano nei nidi,
perché non abbiamo garanzie che i nidi privati aperti in quartieri
più poveri come la Bolognina, o il Porto ed altri possano
sopravvivere con rette di 570 euro mensili. Dannoso per gli
imprenditori che hanno scelto di aprire nidi privati in quartieri
disagiati, che hanno acceso una luce di cultura in un territorio non
facile. Dannoso per le tante famiglie a rischio di esclusione
sociale che, entrando nei nidi privati, mischiano la loro storia e i
loro vissuto a bambini benestanti.
Questo
sistema può essere migliorato, non adottando un vaucher (perché
sarebbe questo il modello fino ad ora prospettato) ma avviando un
modello di Welfare sostenibile che chiama tutta la cittadinanza
attiva e operosa di Bologna a sé . Come?
Abbiamo un bell’esempio nella vicina Pianoro, dove l’azienda
Marchesini Group ha sottoscritto un accordo con il comune. L’azienda
paga al comune le rette per i bambini dei loro dipendenti, dando un
aiuto concreto sia al comune, che ai nidi, che ai propri dipendenti.
Adottando questo sistema Bologna non dovrebbe cambiare strada e
potrebbe offrire più posti nido a tutti senza togliere niente a
nessuno.
E’
un esempio di welfare circolare teorizzato da un bolognese illustre,
l’economista Stefano Zamagni.
Noi
crediamo che in città possano esserci tanti soggetti, aziende,
cooperative, pronti ad sostenere economicamente e discutere in modo
coeso un sistema per aiutare tutti i bambini a trovare un posto al
nido, senza scontentare nessuno.
Associazione
BolognaNidi