"Porto in scena matrimoni forzati e infanzie rubate". Laura Masielli racconta il suo teatro di impegno civile
Autrice, attrice regista. Al telefono Laura Masielli travolge l'interlocutore con la carica tipica di chi mette passione in ciò che fa. Una voce calda, teatrale che si fa seria quando da voce a ragionamenti complessi su tante piaghe che affliggono l'infanzia vicina e lontana.
Insieme all'associazione I 7 Raccoglifiabe, fondata nel 2007a Roma, porta in scena spettacoli che definisce di "impegno sociale": storie di violenza, di donne e infanzie violate, storie spesso ispirate da fatti di cronaca come Il Volo, basato sulla triste vicenda di Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni, morta nel 2014 dopo essere stata gettata dall'ottavo piano a Caivano in provincia di Napoli. Come la storia narrata ne La sposa bambina in cui affronta il tema delicato e attuale dei matrimoni precoci e forzati.
Recentemente i fatti di cronaca ci hanno mostrato
ancora una volta che quello dei matrimoni forzati delle adolescenti è un tema
che non riguarda solo paesi lontani ma anche il nostro. A questo fenomeno lei
ha dedicato uno spettacolo teatrale: La sposa bambina. Come è
nata l'idea di portare in teatro un tema così complesso e delicato?
Avevo avuto modo di vedere le meravigliose fotografie di Stephanie Sinclair
che aveva fatto un lungo reportage durato circa 9 anni in Afganistan e
Bangladesh. Aveva fotografato bambine di 8 anni durante la celebrazione del
matrimonio o durante la normale vita di coppia di tutti i giorni. Anche se le foto erano a dir poco bellissime io provai un senso di
smarrimento ed incredulità.
Due in particolare mi colpirono: una ritraeva una bambina di 5 anni che veniva portata in collo dallo zio. Lo zio si vedeva di spalle mentre il volto
della bambina in lacrime era in primissimo piano avvolti nei loro veli colorati
nella suggestione di una stanza buia. L'altra invece era la foto di una bambina
di circa 10 anni accanto al suo sposo di circa 50. Lei era seduta in terra
accanto a lui e rideva di quel riso che solo una bambina ingenua può
avere. Qualche anno prima avevo seguito nella formazione musicale alcuni
bambini di una comunità Rom romana. Ad un certo punto del nostro felice
incontro e percorso, una delle bambine andò in sposa a soli 12 anni ad un
ragazzo della sua comunità e questo determino la non partecipazione ai concerti
che organizzavo e neppure ai corsi di formazione musicale. Fu un peccato perché
il ragazzo suonava molto bene la fisarmonica. Poi li ritrovai sul treno Roma Civitavecchia
con il loro carico di bambini appena nati e povertà a mendicare tra la
gente seduta che li snobbava. Mi interrogai sul discorso delle
tradizioni, dei costumi e della religione ma non trovai una risposta anzi
cominciai a pensare che erano tutte trappole meccaniche per rapire le menti
libere.
Fu cosi che inizio' il cammino.
- Quali sono state le reazioni del pubblico?
Alla prima che si svolse a Perugia lasciammo tutti senza parole.
L'attrice protagonista, Susanna Bugatti, entrò nel personaggio totalmente e lo
fece suo. Durante le date successive alla prima mi sentivo un pò esclusa
nonostante ne avessi curato la regia. Tutti gli attori erano entrati nella
parte. Susanna in particolare capi' perfettamente che il suo ruolo di madre era
forse anche più importante di quello della bambina. Lei come donna doveva
proteggere la figlia da quelle insidie legate alla religione e alla tradizione.
Durante i colloqui con il marito esprimeva spesso un dubbio, un'incertezza sul
destino della figlia come se durante la permanenza in Italia e l'osservazione
delle altre donne con i loro bambini, l'avessero aiutata a modificare il pensiero
sul ruolo e sul destino delle donne musulmane.
Tornando al discorso della reazione del pubblico posso dire che la
similitudine del pozzo dei desideri dove la bambina si nasconde per
sfuggire al suo destino e dove troverà la morte è stata ben compresa. Come è stato
ben compreso anche il discorso della madre al marito durante le ricerche della
bambina. La donna si esprime con un linguaggio simbolico affermando che ha
nascosto la bambina nel suo utero affinché nessuno possa più decidere del suo
destino perché lì sarà al sicuro. La morte in questa opera non è
rappresentata come una fine ma come la possibilità della rinascita del pensiero
libero anche se per ottenere questo bisogna passare attraverso il dolore,
l'oscurantismo e la guerra.
Una figura importante
quella della madre…
Io ritengo che la donna nel mondo Islamico potrebbe davvero
contribuire a cambiare le sorti di molte bambine e ragazze, ma ci vuole
tanto coraggio perchè tale atteggiamento potrebbe rappresentare una
minaccia in un mondo totalmente al maschile. E questa rappresenterebbe
una vera e propria rivoluzione culturale.
Noi donne occidentali dobbiamo sostenere queste donne affinché
questo si verifichi quanto prima e non ci siano più infibulazioni, lapidazioni, burqa e matrimoni
combinati.
La Sposa bambina è stato presentato anche agli alunni di diverse scuole
superiori. Come è stato accolto dai ragazzi?
Alcuni dei ragazzi hanno scritto degli articoli per un magazine locale. Viinvito a leggere questo apparso su www.terzobinario.it.
Mi piace come hanno commentato la visione in scena della bambina che appare
quasi sempre dietro il telo bianco ed in controluce come la negazione
dell'identità'!
- Esiste la consapevolezza che i matrimoni precoci sono una negazione
dei diritti dell'infanzia? Esiste coscienza che si tratta di un fenomeno che
riguarda anche ragazzine che vivono accanto a noi e frequentano le nostre
scuole?
L'opera La Sposa Bambina si svolge a Brescia. La
famiglia ha origini pakistane. Si trova in Italia già da diversi anni ma è in difficoltà economiche per via della grande crisi. La povertà amplifica
ancora di più il problema dei matrimoni precoci.
Io mi sono ispirata ad una storia vera di cui avevo sentito parlare nel Lazio.
L'immigrazione,
nel bene e nel male, porta con se le proprie tradizioni, i propri costumi e la
religione d'appartenenza. Mentre noi ci poniamo il dilemma di come aiutarli ad integrarsi
nella nostra società, spesso sono proprio loro che avendo perduto tutto,
trovano come unico rifugio e conforto, le tradizioni del loro popolo e la
religione d'appartenenza. Questo li aiuta a vivere isolati o a formare piccole
comunità. È difficile in questa prima fase di accoglienza scardinare questo
atteggiamento di chiusura. Con questo non voglio giustificarli, penso solo che
sia un modo per sentirsi a casa, fra la loro gente. L'integrazione forse avverrà
nel tempo. Me lo auguro per le giovani generazioni.
Il fenomeno delle spose bambine è
stato definito "pedofilia legalizzata". Concorda con questa
definizione così cruda?
Assolutamente si! Il bambino è il futuro, è il domani. Se tarpiamo le ali
al nostro futuro siamo persone senza presente e soprattutto, io credo, senza
speranza. Chiunque danneggi la purezza di un bambino commette un crimine ancor
più grande: distrugge la speranza nel cambiamento. Come sarà il futuro di quel
bambino? Quali ulteriori crimini commetterà se ne subirà uno così importante
durante l'infanzia?
Recentemente ha debuttato in teatro anche Il volo, spettacolo
ispirato all'atroce vicenda di cui è stata vittima la piccola Fortunata
Loffredo. Perché ha voluto portare in scena questa storia di abusi e violenza?
Quando ho iniziato a scrivere questa storia per una settimana sono rimasta
in completo isolamento. Ero diventata la storia. Ero la giornalista che tentava
di scrivere l'articolo, ero la bambina che scappava, ero il terrazzo, ero il
vuoto che l'avrebbe inghiottita, ero il silenzio distruttivo. Per giorni e
giorni, una volta che sentivo di averla finita, non sono riuscita a leggerla perché
mi bloccava il pianto. Ho preso spunto da questo terribile fatto di cronaca perché
l'ho trovato assurdo!
Tuttora riesco con difficoltà ad accettare che nessuno sapesse all'interno
di quel palazzo cosa realmente avveniva. L'ho scritta perché bisogna
distruggere il silenzio distruttivo che gira intorno a quei luoghi. I bambini
devono imparare che se notano intorno a
loro qualcosa di strano, lo devono comunicare e noi gli dobbiamo dare la
giusta importanza.
Se non fosse stato per i disegni dei
bambini questa storia non sarebbe mai venuta fuori in tutti i suoi contorni. I
bambini sono il futuro e salveranno questa nazione, sempre se sapremo
educarli ad essere diversi dai nostri atteggiamenti.
Anche in questo caso lo spettacolo viene proposto agli studenti: quali
sono le loro reazioni?
Durante la prima a Perugia non c'era un rumore nella sala. Vedevo i ragazzi
che seguivano e si commuovevano durante il racconto. I professori alla fine mi
hanno detto che in classe ne avrebbero discusso come era già accaduto in altre
occasioni.
Possiamo considerare Il volo un invito a non
tacere?
Assolutamente si. All'interno della storia c'è come personaggio il silenzio
creativo che prega la protagonista, la giornalista narrante, di non tacere, di
massacrarlo, distruggerlo affinché la verità, gli restituisca la dignità che
merita.
C'è un luogo in cui più di altri le
piacerebbe venisse rappresentata quest'opera?
A Napoli, a Caivano ma credo che sia impossibile. Quando ho finito di
scrivere ho chiamato il Comune affinché mi mettesse in contatto con la mamma di
Fortuna o mi aiutasse a portare lo spettacolo nelle scuole. Ho trovato davanti
a me un muro: mi è stato detto che preferivano che i ragazzi dimenticassero
quella brutta storia. È,stata proprio quella risposta che mi ha spinto e
convinto ad andare avanti. Anche quella era omertà. Non si può dimenticare.
Allora dovremmo dimenticare lo stupro del Circeo, o quella ragazza di Romabruciata viva! O ricordarcene solo al prossimo episodio!
Poi mi piacerebbe venire a Bologna. Ho fatto Tacchetti rossi...scena
da uno stupro a Ferrara e l'ho trovata una splendida cittadina.
Bologna la conosco appena.
Mendicità infantile, violenza, abusi, diritti negati: come è nato
questo interesse verso l'universo infantile e le infanzie negate che emerge da
molte delle sue opere?
Questo interesse e' nato osservando il mondo. A volte mi metto a
sedere da qualche parte, su una panchina, o un muretto ed osservo in silenzio
(quello creativo) la gente passare.
Si notano cose incredibili, dettagli! Si sentono parole che ti fanno
riflettere e poi le storie vengono da sole. Non sono io a determinarle,
vengono da sole. Io sono solo un esecutore preso in prestito dal mio inconscio
perché possiede la tastiera del computer che uso quasi fosse un pianoforte.
Riuscire a catturare l'attenzione dei ragazzi, sentire quel silenzio
creativo che circonda la sala, leggere poi sui giornali locali le loro
riflessioni, mi ripaga di tutte le difficoltà che incontro durante il mio
percorso di scrittura e di difficoltà ne incontro davvero tante! I
bambini sono la nostra speranza e se non li proteggiamo il futuro sarà
l'inferno.
Teatro e impegno civile. Qual è lo stato di salute di questo binomio oggi
in Italia?
C'e' ma non si vede.....
Qualcuno vuole e può aiutare Laura Masielli a portare il suo spettacolo a Bologna? Può scriverle direttamente attraverso meditterraneodonna.com
Qualcuno vuole e può aiutare Laura Masielli a portare il suo spettacolo a Bologna? Può scriverle direttamente attraverso meditterraneodonna.com