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Cronaca bambina... Il 16 per cento
della ricettività dei nidi non è utilizzata. E' ciò che emerge dalla
quinta indagine condotta dall'Istituto degli Innocenti sul tema Nidi e Crisi*. Il dato che emerge è motivato dalle crescenti casistiche di rinunce, dalle dimissioni e dalle morosità. Tutti fatti che raccontano in modo diretto ed esplicito come le famiglie non ce la facciano a pagare le rette.
"Dal 2008 al 2015 il numero di posti nei nidi è
aumentato del 50 per cento". Spiega Maria Grazia Giuffrida presidente dell'Istituto degli Innocenti e continua"Nel 2008 si avevano
a livello nazionale 210 mila posti. Nel 2015 il numero era salito a
315 mila, un incremento costante e progressivo".
Posti in aumentano
Quindi da una parte abbiamo un investimento pubblico sul comparto 0-3 che ha portato a dei risultati concreti: più posti nido in Italia.
Rinunce in aumento
D'altra parte abbiamo posti nido non utilizzati (vuoti) perché le famiglia non riescono a pagare le rette.
Il paradosso
E' una situazione paradossale perché più servizi sono dovuti ad un costante e continuo aumento delle rette. E oggi i costi dei nidi sono cresciuti talmente tanto che la spesa non è più sostenibile per le famiglie che al contempo sono diventate sempre più povere.
La cura è sporadica
In alcuni contesti si stanno tentando delle soluzioni. In Lombardia è partito il progetto Nido zero che crea una fascia di utenti a retta zero. A Bergamo si abbassano le rette. Ma i servizi educativi a livello generale continuano a costare troppo per le famiglie.
I dati nascosti
Quello che poi l'Istat non ci può racconta, perché non ha dati tanto raffinati da restituirci, è che se molti servizi hanno aperto, incrementato l'offerta, è anche vero che altri hanno chiuso i battenti. Hanno fallito e chiuso sia i servizi pubblici, che magari avevano bisogno di ristrutturazioni o di nuovo personale da assumere, sia i servizi privati che senza iscritti hanno chiuso nel silenzio e nell'indifferenza generale.
I nidi e il Miur
Insomma dopo anni di mala gestione i nodi vengono al pettine e non saranno facili da districare. Ora c'è da attendere per capire quante risorse economiche la nuova legge di bilancio 2018 attribuirà al comparto infanzia e che politiche si metteranno in campo per far vivere davvero la legge 0-6.
*fonte La Repubblica di Firenze