Agrinfanzia |
Loredana
Dell’Orso è educatrice in un centro infanzia sperduto tra i
monti marchigiani, a Visso, provincia di Macerata. Lei per andare a
lavorare deve attraversare, come molti altri, la Valle Nerina quella
sprofondata con il terremoto dello scorso anno.
La Valle è aperta e
chiusa da una sbarra ad orari fissi, sia per consentire l’uscita,
che per poter entrare. A circa 50 Km di distanza c’è Federica
Di Luca un’altra educatrice che ha ri-aperto il servizio 0-6
sotto una tenda (leggi
qui). Oggi, oltre un anno dopo il terremoto, i servizi
educativi situati nella zona del cratere vivono una vita precaria. Le due testimonianze da cui raccolgo informazioni fanno un
quadro piuttosto preciso della situazione. Loredana Dell’Orso
ha di recente scritto una lettera in cui racconta la vita di tutti i
giorni dei bambini e dei genitori del centro d’infanzia I
Pulcini. La potete leggere per intero da
qui. Il centro
I Pulcini resiste e accoglie 6 bambini “Di più non si può perché il comune non ha
possibilità per assumere l’altra educatrice che sarebbe necessaria
per garantire i rapporti numerici educatori-bambini stabiliti per legge. Eppure sarebbe importate
che il centro ampliasse l'offerta anche in previsione del nuovo anno il
2018-19. Sono molti i genitori che vorrebbero iscrivere i nuovi
nati.” Il comune sta facendo uno sforzo per mantenere il
servizio in funzione gestito dalla
cooperativa asscoop. “Prima del
terremoto i pulcini erano in un altro edificio che è risultato
inagibile. Dopo un periodo di sfollamento sulla costa, siamo tornati
a Visso e siamo stati accolti nel plesso scolastico della scuola
primaria. Qui però ci mancano gli spazi adeguati: non
abbiamo uno spazio far dormire insieme tutti i bambini, il fasciatoio
è posizionato in bagno in una zona di passaggio. Ad oggi non ci sono
possibilità per ampliare questo servizio che è un punto di
aggregazione importante per i genitori e i bambini. Quel che più fa
male è l’inadeguatezza delle Istituzioni. Non punto il dito
sull’amministrazione locale, anzi a loro va un plauso perché
davvero ci stanno supportando in tutti i modi, ma all’indifferenza
da parte dello Stato che qui non si è mai fatto vedere.”
A qualche Km di
distanza, a San Ginesio (Macerata), incontro Federica Di Luca
dell’Agrinfanzia
della Natura. La raggiungo la sera dopo le 21,30, lei ha appena
finito di lavorare “Come quasi tutti i giorni- mi racconta con una
sonora risata- qui c’è super lavoro. Ad un anno dal terremoto le
cose da fare sono moltissime e noi educatrici, pedagogiste e
insegnati, abbiamo il compito di rispondere alle esigenze dei
bambini e dei i ragazzi”. Federica Di Luca con il gruppo nidi e alcune colleghe e
insegnanti
della scuola dell’Infanzia
Ortolani
di Camerino e da operatori dell’Agrinido
La fornace
degli
gnomi
di Gagliole, hanno avviato un
tavolo di coordinamento 0-6 nell'area del cratere. Hanno svolto un primo incontro di formazione in settembre a San Benedetto del Tronto. Di
recente hanno scritto una lettera (che potete
leggere
qui )
“La
nostra idea è fare
una mappatura delle attività che i servizi e le scuole stanno
svolgendo per
elaborare il trauma che il terremoto ha lasciato.
Vogliamo
creare
collegamenti, scambi e occasioni di incontro con
chiunque
operi nella fascia 0-6 anni. Il
post terremoto richiede
tanta formazione
e
supervisione
ma
anche fare
attività di relazione
con i
bambini e
le
famiglie”.
E
Federica continua “Quello
che non riusciamo a far comprendere, a chi non vive questa situazione
è che noi
abbiamo
bisogno di più: più energie, più
formazione, più economie, più personale di
supporto...Non
possiamo continuare ancora per molto a
lavorare
sempre”.
Federica
mi racconta come molte
persone
anche all’interno delle scuole cedano
alla tentazione
di
rimuovere
il ricordo e
il dolore.
“Non
è possibile farlo e
non è nemmeno corretto!
Oltre ai ricordi che
affiorano tutti
i giorni siamo di fronte a qualcosa che ci ricorda sempre il terremoto.
I
bambini chiedono spiegazioni, dimostrano nuove paure che noi
educatori
e
docenti
dobbiamo accogliere
con professionalità ma anche con serenità le
loro domande”.
Insomma
all’interno del cratere la situazione è tutt’altro
che stabile.
Molto
lavoro si sta svolgendo e molte cose continuano a mancare
anche dopo la prima emergenza. I
contatti di
Federica Di
Luca e
Loredana
Dell’Orso
li potete trovare nelle
lettere.