Cronaca Bambina La scuola d'infanzia statale compie 50 anni. E l'Italia è uno dei paesi della UE che ne conta di più sul suo territorio. Coprono oltre il 90% delle domanda e al contrario dei nidi sono ben distribuite anche al sud. Oggi riceviamo un comunicato lanciato dai sindacati Cgil che porta attenzione su questo segmento educativo. Riportiamo.
Tra passato e futuro
A cinquant’anni dalla
sua istituzione è necessario rilanciare la scuola dell’infanzia
statale, con un piano di investimenti finalizzato alla sua
generalizzazione, discutendo anche, come sta avvenendo in Francia, della
sua obbligatorietà, iniziando progressivamente a partire dall’ultimo
anno. Lo abbiamo detto con chiarezza nella nostra assemblea nazionale
sulla scuola del 21 e 22 marzo scorsi. In quell’occasione abbiamo fatto
proposte chiare e precise per una scuola nuova, la scuola che verrà, che
parte proprio dalla valorizzazione e generalizzazione della scuola
dell’infanzia, segnalata unanimemente da studi internazionali come
fattore determinante del successo formativo.
Questo segmento del sistema di istruzione è stato, invece, fortemente
penalizzato dalla politica dei tagli degli ultimi 10 anni e totalmente
ignorato dalla legge 107/2015 sul piano degli investimenti.
Chiediamo
Quello che chiediamo, allora, al nuovo Parlamento è l’impegno per un serio investimento politico e finanziario, necessario al miglioramento sociale ed economico del Paese, un investimento che preveda organici che rispondano alla necessità di assicurare il modello pedagogico delle 8 ore in tutte le regioni di Italia e al superamento nel nuovo sistema 0-6 del nido inteso ancora come servizio a domanda individuale con i relativi costi per le famiglie. E’ necessaria, inoltre, la diminuzione del numero di bambini per sezione, l’aumento del personale collaboratore scolastico, strutture adeguate e spazi educativi funzionali alla realizzazione del progetto educativo e per il benessere delle nostre bambine e dei nostri bambini.
Chiediamo
Quello che chiediamo, allora, al nuovo Parlamento è l’impegno per un serio investimento politico e finanziario, necessario al miglioramento sociale ed economico del Paese, un investimento che preveda organici che rispondano alla necessità di assicurare il modello pedagogico delle 8 ore in tutte le regioni di Italia e al superamento nel nuovo sistema 0-6 del nido inteso ancora come servizio a domanda individuale con i relativi costi per le famiglie. E’ necessaria, inoltre, la diminuzione del numero di bambini per sezione, l’aumento del personale collaboratore scolastico, strutture adeguate e spazi educativi funzionali alla realizzazione del progetto educativo e per il benessere delle nostre bambine e dei nostri bambini.