Intervista a Le elezioni per le cariche delle RSU sono una scusa per entrare nei nidi e nelle scuole d'infanzia Bolognesi. Iniziamo a fare il giro di intervista con la Cgil. Diamo la parola a Micol Tuzi.
La priorità per
gli asili nido e le scuole d’infanzia a Bologna?
Diciamo che nel nostro contesto bolognese
una vera priorità non c’è in questo momento. Oggi il comune di
Bologna ha piena stabilizzazione e questo è un successo, frutto di
un lavoro di squadra della Cgil: sia a livello che a livello locale.
Un risultato che non è certo da poco. Poi ci sono tanti temi su cui
lavorare per migliorare la situazione che non è priva di difficoltà.
Piena
stabilizzazione che ha significato però un cambio di contratto per i
nuovi assunti, che hanno più ore frontali con i bambini...
E’ vero. E questo
può essere causa di tensione. Non ho detto che tutto va bene. Ci
sono miglioramenti possibili per far lavorare al meglio le persone.
Il doppio contratto è uno degli aspetti su cui lavorare, ad esempio
riorganizzando gli orari. Ma non si tratta solo di questo. Il fatto è
che tutto, o quasi, è ridotto all’osso. E le sofferenze ci sono.
Le sostituzioni dovrebbe essere date con maggiore agilità, ma anche
sul coordinamento pedagogico si potrebbero fare molte riflessioni.
Così come sul lavoro dei collaboratori.
Tra nido e scuole
chi lavora in maggiore armonia?
Direi che ai nidi
“si respira” un clima più disteso, c’è più agio. Non ho dati
o studi alla mano, si tratta di un’impressione, data dal fatto che
al nido, in generale, c’è più personale e si riesce a lavorare
con maggiore serenità.
Tuzi, per
le elezioni hai girato tanti nidi
e scuole in città: cosa ha trovato?
Tante storie diverse
e tanta professionalità. Tante persone che fanno questo lavoro con
passione. Ho incontrato tante donne con il sorriso di fronte ai
bambini e ai genitori, che hanno magari vissuti difficili. Non fanno
trasparire nulla dei loro problemi e delle loro preoccupazioni,
perché sanno qual è il loro lavoro! Tante donne che prima portavano
a casa, un secondo stipendio, sono diventate “capo famiglia”
perché il marito ha perso il lavoro. La crisi si è fatta sentire.
Come valutate la
modifica, di giunta, che va a scontare le rette dei
nidi privati del sistema pubblico e
va a dividere le liste d’iscrizione?
E’ una novità da
valutare attentamente. Non c’è stato un reale confronto fino ad
ora in Cgil. Però mi sento di fare un’osservazione: il nostro
sindacato sta scrivendo un programma sulla qualità dei servizi. In
questo programma si esplicita nuovamente, la necessità, di mantenere
i servizi pubblici a gestione diretta. La manovra che ha operato la
giunta, di fatto, ha elargito soldi pubblici, ai servizi privati
mentre quegli stessi soldi avrebbero potuto essere spesi per il bene
pubblico.