BolognaNidi |
Cara M.C.
rispondo alla sua
lettera, che abbiamo pubblicato ieri (leggi qui), con vero piacere.
Il quesito che ci pone merita tanta attenzione e una risposta ben
argomentata, una risposta che forse non può risolversi in un post ma che meriterebbe il contributo di tante diverse persone. Personalmente sono
concorde con quanto ci scrive: il lavoro dell’educatore assunto da
un soggetto privato è troppo spesso sottopagato. E si, ci vorrebbe un
tariffario minimo per definire quanto un educatore dovrebbe percepire in busto paga.
Uno stipendio che dovrebbe consentire di
vivere decorosamente e con una certa serenità. Perché educare, ancor più di altri lavori,
richiede necessariamente una serenità.
Il fatto però è
ancora più complesso di così. Oggi gli educatori (di nido) che
lavorano nel settore privato (in convenzione o meno) e gli educatori
che lavorano nel pubblico percepiscono stipendi molti diversi.
Non scrivo niente
di nuovo, questo lo sappiamo tutti e succede in molti lavori. Ma
ritengo che questo sia uno dei centro nevralgici di un conflitto che
esiste tra pubblico e privato che è volutamente alimentato dai
poteri economici e politici.
Anche chi mastica
questi temi tutti i giorni, i sindacati, davanti a questa distinzione,
davanti a questa palese ingiustizia non riescono, e forse non possono,
fare molto. L
La politica oltre a non essersene mai davvero occupata,
ha approfittato della situazione per risparmiare. Ricordiamoci che oggi quasi la metà
dei servizi educativi 03 anni è a gestione indiretta con un bel
risparmio per le PA un risparmio che si fa sulla pelle dei lavoratori e spesso
anche su quella dei datori di lavoro, perché chi gestisce e apre i nidi, è bene
ricordarlo, non sono solo grandi "cooperative cattive" ma ci sono anche tante piccole
imprese molto spesso gestite da donne.
Oltre al tariffario minimo ci vorrebbero garanzie contrattuali. Oggi tante educatrici
lavorano con contratti precari, anche se non dovrebbero, non hanno
alcuna tutela per malattia, gravidanza, permessi...
Io credo che si
dovrebbe lavorare sui contratti e non solo sugli stipendi.
Si
potrebbe pensare ad un contratto a cui far riferimento per questo
lavoro? Un contratto se non proprio uguale a quello dei dipendenti
pubblici almeno simile? Io penso che la direzione migliore su cui
puntare sia questa. Infine cara MC lei ci suggerisce di attingere le risorse necessarie per
aumentare il salario ai dipendenti del settore privato, dal fondo
nazionale per ampliare i nidi, io credo che potrebbe essere una buona
proposta perché non possiamo continuare a far finta di non vedere la
guerra dei poveri in atto che fa apparire i dipendenti del pubblico
come dei privilegiati e i dipendenti del privato come fossero
lavoratori di serie B. Non lo sono!