Un concorso difficile. Sette educatori su dieci bocciati

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Cronaca Bambina Oggi a Bologna, come in molte altre città, riapriranno i nidi. Molti bimbi tornano in sezione, dopo la pausa estiva, mentre altri, iniziano un nuovo percorso educativo. Il clima dovrebbe essere alto tra il personale e invece l’umore a Bologna è basso, anzi raso terra. Il fatto è che il concorso indetto dal comune ha fatto una vera strage. Su dieci iscritti sette sono stati bocciati. In altre parole solo il 30% ha superato la prova. Cosa è successo?




Il concorso



Il concorso era difficile. 40 domande a risposta multipla a cui rispondere in 40 minuti. Ogni domanda presentava 4 possibili risposte. E le risposte erano spesso simili nei contenuti e tutte da leggere con estrema attenzione. Gli argomenti? Pedagogia certo, qualche domanda d’inglese, alcune d’informatica e altre inerenti la burocrazia e la normativa dell’istituzione. 40 domande che con ogni probabilità una studentessa appena laureata poteva affrontare senza troppe difficoltà, perché oggi le valutazioni, anche a scuola, si fanno così: veloci e a crocette. Le 4 possibili risposte oltre ad essere lunghe, a volta alcune righe, erano anche difficili da “interpretare” nel significato. 
 Secondo i sindacati i dati di Cobas sono 216 tra le educatrici che già lavoravano, a volte da svariati anni al comune, che hanno tentato il test e di queste 100 sono state bocciate.

Il personale


Online compaiono disegni, storia strazianti, e tanta delusione nei confronti della PA che ha affidato la formulazione delle domande ad un’azienda privata di Torino. E se i Cobas parlano di un vero Setaccio, i sindacati confederali non mancano di farsi sentire e chiedono al più presto udienza. 



I sindacati

Cristina Fini FP CISL sulla pagine del quotidiano il Resto del Carlino prende in considerazione un fatto di non poco conto: “Con un numero così contenuto di ammessi e senza ipotizzare bocciature all’orale, avremo una graduatoria insufficiente, utile solo a coprire l’immediato e il sostegno”. Del problema ci aveva già parlato in un precedente intervista (leggi qui) "poche riserve" significa una più difficile gestione, ora il problema si ripresenta ancora più ingigantito.  Micol Tuzi delegata rsu CGIL commenta e avanza una soluzione di tamponamento "Un possibile seppur parziale rimedio a questa situazione - che amareggia profondamente la gran parte del personale in ruolo, oltre ovviamente alle precarie escluse - potrebbe essere il ragionare della creazione in tempi brevi di una seconda graduatoria per sole supplenze. Questo consentirebbe, ad un sol tempo, all'ente di dotarsi di un contingente di personale aggiuntivo ed alle lavoratrici di non vedersi preclusa per sempre la possibilità di lavorare nei nostri nidi comunali."