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Cronaca Bambina Macron l’aveva promesso fin della campagna presidenziale. L’ha
promesso e l’ha anche fatto. Ieri durante una conferenza ha reso
noto che dal prossimo anno la scuola d’infanzia sarà a tutti gli effetti scuola dell’obbligo. Un passaggio importante che da valore e
importanza alla scuola d’infanzia. Un passaggio importante che punta all'integrazione di tutti i bambini, anche quelli nati da genitori stranieri.
Il liberista Macron coglie nel segno e, al contrario del nostro
governo, sceglie di investire in un’istruzione che integra e
comprende.
La scuola di Macron
Macron affronta la questione scuola di petto e lo fa volgendo lo sguardo in due direzioni. Da una parte punta all’apprendimento del bambino. Dall’altra guarda al portafogli.In fondo ce lo diceva già Maria Montessori in tempi ormai lontani: la mente del bambino è assorbente nei primi anni di vita (leggi qui). Allora perché non anticipare l’istruzione? Prima si comincia prima i bambini impareranno a esprimersi in modo corretto e competente. Questa manovra, che certo avrà dei costi elevati anche in Francia, accende un riflettore oltre che sulle esigenze dei bambini anche sulla qualità che può offrire una buona scuola d’infanzia. Scuola troppo spesso sottovalutata anche dai genitori che in fondo, pensano, non sia troppo importante, “in fondo non si insegna a far di conto, o a scrivere...” Il Presidente francese ha sottolineato, durante la presentazione della modifica, come una scuola obbligatoria a tre anni “faccia bene” ai bambini, sopratutto a quelli in situazioni familiari più difficili o disagiate, come quelli nati in famiglie dove il francese si parla poco e male.
“L'immersione nel
linguaggio in questi primi anni è un obiettivo fondamentale. La
scuola materna dovrà diventare la scuola del linguaggio”.
La riforma francese “Per una scuola della
fiducia” oltre ad anticipare prevede molti altri cambiamenti tra i
quali: maggiore autonomia alle scuole, la possibilità per istituti
privati e formare un organo competente per valutare i risultati
dell'insegnamento in ogni scuola.
La Scuola d’obbligo in Italia
In Italia le cose sono molto diverse. La scuola
d’infanzia è ben radicata, a differenza dei nidi, e diffusa,
anche grazie alle presenza delle scuole paritaria spesso cattolica.
La diffusione supera il 93%. Di recente il decreto 65 lanciato dalla
già senatrice Francesca Puglisi ha avviato il progetto 0/6 per
potenziare scuole e nidi.
Ma sarebbe difficile, per il momento, pensare di
anticipare la scuola dell'obbligo. L’infanzia oggi è gestita e
divisa Stato e enti locali con la prevalenza massiccia dello Stato al
sud e degli enti Locali al nord-centro. Luigi Berlinguer, ministro
della scuola tra il 96 e il 2000, tentò una riforma che avrebbe
dovuto cambiare il volto della scuola da diversi punti di vista. Tra
i cambiamenti prevedeva anche l’anticipo a scuola ai cinque anni.
Tentativo naufragato. Stefania Giannini torno sul tema dieci anni
dopo, ma anche la sua proposta naufragò contro i costi che la
manovra avrebbe portato.