ArteBambini: la formazione di qualità. Parola a Mauro Speraggi



Intervista a… Sono passata tante volte davanti agli spazi di ArteBambini. Tutte le volte pensavo che mi sarei dovuta fermare per conoscerli meglio. E questa mattina è arrivato quel giorno... fin da subito sono sorpresa dai disegni, dalle suggestioni e dai tanti i colori che coprono tutto anche il soffitto. Tanti libri e oggetti ma tutti rigorosamente bellissimi e disposti con ordine. Ad accogliermi c’è Mauro Speraggi. Sguardo serio e diretto stretta di mano franca. Sono qui oggi per a farmi raccontare il Kamishibai, ma appena ci sediamo, per iniziare l’intervista mi rendo conto che il gioco non lo conduco io. Speraggi ha molto da raccontare. Ha trent’anni d’esperienza nella formazione di insegnanti, maestri e educatori e laboratori per bambini e sarebbe davvero riduttivo parlare di un singolo corso. Artebambini “produce” oltre a formazione anche libri illustrati e la nota rivista d’arte e creatività Dada.


Partiamo da Kamishibai cos’è?

La parola kamischibai si potrebbe tradurre con “dramma di carta”. L’oggetto in sé è una sorta di valigia-libro, ma è apparenza. Perché il Kamishibai si apre e diventa un teatro. E con questa semplice operazione, aprire due sportelli, entriamo in un altro mondo e la storia ha inizio.

Una specie di libro in grande?

Un libro-teatro trasportabile. Ma sono tante le differenze: un libro ha una valenza intima si legge da soli, in compagnia di mamma e papà, o con qualche amico. Il Kamishiabi può essere letto in modo più allargato, collettivo. Le immagini scorrono, come fossero fondali e non sono contaminate dalle parole. La voce del narratore diventa pura comunicazione mentre lo scorrere dei disegni da un ritmo preciso alla narrazione. Si tratta di un piccolo attrezzo dalle grandi potenzialità.

Dove svolgerete i prossimi corsi di formazione per Kamshiabai?

Il prossimo appuntamento è doppio entrambi si svolgeranno il 26 gennaio. Uno si svolgerà a Roma al museo delle arti e tradizioni popolati, l’altro in Provincia di Treviso ad Adria presso al libreria Riccarello. Tutti gli appuntamenti per la formazione sono consultabili sul nostro sito (vedi qui)

Fate formazione dedicata anche allo zero sei?

Certo. Anche il Kamshiabai è una proposta adatta ai più piccoli. In generale per lo zero Sei dedichiamo una formazione specifica arte in movimento.

Cos’è arte in movimento?

Dato che il bambino conosce il mondo attraverso il corpo e l’esperienza, permettiamo loro di fare esperienza dell’arte, ad esempio della pittura, facendoli entrare, immergendoli con tutto il corpo, in un quadro di Kandinski. Il quadro lo realizziamo in treD tramite oggetti colorati di forme diverse. Il bambino muovendosi nel quadro-spazio che gestisce da sé, fa un’esperienza diretta dell’arte. Un’esperienza che apprenderà profondamente.

Formate educatori e insegnanti ma fate anche attività per bambini?

Si, certo le svolgiamo anche qui nel nostro centro di via Polese. Realizziamo anche libri, esclusivamente italiani, e da vent’anni produciamo Dada la rivista dedicata all’arte. Una rivista che ha un approccio ludico, didattico sempre rigorosamente attivo.

Per lavoro da anni gira tante scuole pubbliche, private, nidi d’infanzia... cosa vede?

In generale vedo tanta voglia di cambiare, di svecchiare il sistema e di crescere. Questo lo vedo sopratutto alla scuola dell’infanzia e alla primaria. Eppure in tante materne, ancora oggi, trovi tanti lavoretti appesi alle pareti tutti in file e tutti uguali. In autunno si appendono i disegni della foglia. e l’unica cosa che cambia è il nome del bambino.

E poi cos’altro vede?

Vedo spesso scuole brutte, con le pareti dai colori pastello, con aule o sezioni caotiche, disordinata. Questo in generale ma ci sono anche delle vere eccellenze. Molto spesso la differenza sta nel singolo, da un maestro, una preside...Ad ogni modo la scuola italiana, nonostante tutto, è ancora tra le migliori scuole al mondo. Ha solo bisogno di attenzione, di investimenti e di entusiasmo…

Nel privato cosa vede?

Come nel pubblico anche il privato è vario. Ci sono tante scuole che hanno voglia di cambiare, di ci sono, anche qui, realtà eccellenti e incredibili..E poi ci sono realtà un po’ snob che adottano modelli educativi che applicano in modo troppo rigido. Senza capire che al centro non ci può essere le regole e i metodi, per quanto giusti e condivisibili, ma i bambini.