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Parola a... Lui è Luca, lei è
Silvia e il loro bebè, avrà 6 mesi a breve, si chiama Vittorio.
Luca, Silvia e Vittorio sono una famiglia comune. Una famiglia
bolognese come tante che tra sacrifici, dubbi e tanta fatica hanno
scelto di iscrivere il loro bebè al nido. Per raccontare questa
esperienza “comune” e al contempo sempre straordinaria, incontro
Luca. Con lui parliamo oltre che di nidi anche di congedo alla
paternità, un tema troppo spesso raccontato da lontano.
L’intervista è intensa e ha più risvolti delicati e sorprendenti.
Congedo di
paternità: perché?
Ho chiesto il
congedo nel momento in cui Silvia, la mia compagna, ha dovuto
rientrare al lavoro.
Che è stato?
Dopo cinque mesi,
avendo un contratto precario, non aveva diritto ad altri permessi. E’
stata una necessità ma è stato anche un nostro desiderio condiviso.
Non avevate la
possibilità di farvi aiutare dai nonni?
Si, avremmo potuto
volendo, ma il figlio è nostro e coinvolgere i nonni significa
comunque coinvolgere altre persone nella famiglia e non era quello
che volevamo.
Com’è andato
questo periodo e quanto è durato?
E’ durato un mese ma credo che chiederò altro tempo più avanti.
E’ stata un’esperienza davvero straordinaria, un conto è fare
il papà che torna a casa la sera, un conto è fare il genitore 24
ore al giorno...
Un periodo
trascorso come?
Stare con lui tutto il giorno è stata un’esperienza molto bella,
molto faticosa e anche frustrante…
Frustrante
perché?
Perché
avrei voluto fare tante cose. Mi
ero programmato di dedicare tempo alla lettura almeno
quando lui dormiva e invece
altro che lettura, è stato
molto impegnativo. Scoprire
che se lui è malato sei costretto a casa e
poi scoprire
fortissime pulsioni che non credevo mi appartenessero.
Quali pulsioni?
Mi sono scoperto geloso, geloso della baby sitter! Una persona
preparatissima e di massima fiducia razionalmente continuavo a
pensare fosse che era ridicolo, eppure quando lo vedovo con lui…
Altre sensazioni
o sentimenti che sono emersi?
Ma mi sono scoperto anche poco paziente. Ho scoperto che la
dimensione così lenta dello scorrere del tempo mi spazientiva.
Faccio un lavoro molto stressante e con tempi davvero serrati.
Trovarmi in casa senza cose urgenti da affrontare non è stato
affatto facile. Ho fatto fatica a rimanere lontano dallo smartphone.
Questo mi ha fatto davvero arrabbiare molto. E anche colto inutili
rigidità.
Che rigidità?
Ad esempio un giorno sono andato a casa di amici che avevano un bimbo
circa della sua stessa età di Vittorio. Quando Vittorio ha visto la
palestrina è diventato matto dalla gioia E io che non l’avevo mai
voluta perché mi sembrava un gioco ormai superato... mi sono
sentito inadeguato.
Avete scelto di
mandare Vittorio al nido. Hai girato per i nidi bolognesi: cosa hai
trovato?
Sono
rimasto piacevolmente
stupito. Ho trovato tanto
affetto
per il lavoro e per i nidi
sia da parte degli educatori
che dal personale che lavora in cucina.
Cosa ti aspettavi
invece?
Non
so di preciso. Non
mi aspettavo nulla di
speciale, anzi forse ero
un po’ prevenuto e invece
ho trovato tutto funzionale
e ben organizzato.
Hai partecipato
anche agli incontri dei quartieri?
Si. Agli incontri come agli openday ho riscontrato moltissima ansia
da parte dei genitori. Tre quarti delle domande erano su come si
calcola il punteggio, su come si accede al nido. E forse anche per
questo motivo che tanti nidi privati con la retta calmierata sono già
stati tutti riempiti.
In che senso?
Nel senso che alcuni privati che volevo visitare hanno già liste
d’attesa.
Quindi il sistema
delle rette calmierate non lo trovi funzionale?
Il contrario lo trovo efficace ma forse si sarebbe potuto fare in
altro modo per le iscrizioni, non so nemmeno io bene come. Ma il
fatto è che alcuni nidi privati hanno fatto gli openday o aperto le
iscrizioni il giorno prima delle iscrizioni comunali, forse si
potrebbe rivedere.
Ha avuto comunque
contatti con privati?
Ho contatto con un nido sui social che mi ha inviato direttamente il
modello per iscrivere il bambino. Non mi ha fatto una bella
impressione, anzi...Comunque andrò a vederne alcuni.
In generale cose
ti aspetti dal nido?
Ho visitati tre nidi comunali e l’impressione che ho avuto è stata
molto positiva. Credo che in generale a Bologna ci sia una qualità
diffusa, ho trovato lo stesso entusiasmo, gli stessi giochi, oggetti,
arredi.
Molto di quel
personale che hai incontrato è lo stesso che ha creato questo
servizio...
A dire il vero ho incontrato personale piuttosto giovane che dubito
che abbia avviato i nidi ma non ho respirato meno entusiasmo.