Cronaca
Bambina
L’asilo nido
Soldini ha più di
50 anni di
vita pubblica. Un
record non da poco. Aprì nella
cittadina di Castellanza, in provincia di Varese,
sotto il patronato dell’Opera di maternità nazionale Italia
(Omni) e
accolse tanti
bambini fin dal
1965. Poi ha
proseguito la sua vita sotto la direzione del comune. Oggi
lo stesso nido sarà
all’esternalizzato
con un cambio gestionale e
di educatrici. Sono
intervenuti contro questa scelta politici, lavoratori, cittadini e
sindacati. Ma fino ad ora il sindaco
Mirella Cerini pare
andare dritta per la sua strada.
La
festa dei 50 anni del nido
Soldini è
stata celebrata nel 2015. Nel
celebrare
questo straordinario compleanno, l’allora Assessore Fabrizio
Giachi, scriveva sul
sito del comune
“...in
Città le agenzie educative sono al “servizio”
dei Cittadini più piccoli, di un concetto di bambino inteso come
possibile futuro e su cui si deve e bisogna investire.”
Solo qualche anno dopo per lo stesso nido non si parla più di
investimenti ma di risparmi ed esternalizzazioni. In un acceso
consiglio comunale, di fine aprile, si sfiora la rissa per il solo
nido rimasto ancora pubblico.
Il sindaco Mirella Cerini tenta
di sedare le opposizioni
“Tanto rumore per nulla. Quello che accadrà al Soldini è
già successo per il Tacchi- l’altro
nido in città che dalla gestione pubblica è passata alla gestione
privata. Il sindaco incalza- Non
stiamo privatizzando,
ma a fronte di numeri e conti da far quadrare, la scelta di affidare
il nido-a privati- è l’unica che riteniamo
corretta...”.
Il
tecnico del
comune, la
dottoressa Roberta Ramella,
sempre durante il consiglio spiega come il nido abbia subito un calo
di iscrizioni dovuto ad un generale calo delle nascite.
Poco prima del consiglio era
intervenuto l’ex assessore
Giachi a
proposito del nido Soldini, sulle pagine del di VareseNews,
spiega
“Un quadro così meraviglioso che quando mi trovai ad
occuparmene dapprima come consigliere delegato poi come assessore,
decisi che la cosa migliore da fare era lasciar fare, lavorare dietro
le quinte in punta di piedi”.
Le opposizioni politiche fanno fronte comune contro
la scelta del sindaco, una scelta che in buona sostanza non pare
motivata nemmeno dal risparmio economico, che secondo il consigliere
d’opposizione Paolo Colombo basandosi sui dati forniti
dall’amministrazione dichiara:
“Tutto questo can can per risparmiare 70 mila euro? Un Comune
come Castellanza può anche farsi carico di una cifra così
piccola”.
E mentre i politici contestano e litigano si aprono le trattative
con i sindacati. Il sindaco offre a due educatrici la possibilità di
poter continuare a lavorare in Comune, con altre mansioni, mentre
alle colleghe più giovani non rimarrebbe che“migrare” al privato
con condizioni contrattuali peggiorative anche dal punto di vista
economico. E l’accordo non si trova.
Ed ecco che siamo ormai giunti al termine della nostra storia.
Qualche giorno fa, il 23 maggio, lavoratori, sindacati e alcuni
genitori si sono trovati in piazza per protestare. Gli striscioni
reclamavano: “L’asilo Soldini non si svende!”
Per ora non ci sono rettifiche sulle scelte di Giunta. E si
attende un nuovo consiglio.
A Maurizio Di Tullio di
Cgil che ha seguito la vicenda, non resta che invitare tutti i
lavoratori a partecipare alla manifestazione che si terrà a Roma
l’otto giugno:
“In quella sede diremo che questi posti pubblici garantiscono
servizi pubblici di primaria importanza per le fasce più deboli,
anziani e bambini. Non stiamo parlando dell’esternalizzazione della
manutenzione del verde ma di settori delicati in cui il pubblico è
garanzia di diritti e standard qualitativi. Livelli di qualità che
una cooperativa, per quanto possa sforzarsi, non potrà mai garantire
allo stesso livello del pubblico”.
Fonte (VareseNews)