Nido Soldini: 54 anni di vita pubblica cancellati?















Cronaca Bambina L’asilo nido Soldini ha più di 50 anni di vita pubblica. Un record non da poco. Aprì nella cittadina di Castellanza, in provincia di Varese, sotto il patronato dell’Opera di maternità nazionale Italia (Omni) e accolse tanti bambini fin dal 1965. Poi ha proseguito la sua vita sotto la direzione del comune. Oggi lo stesso nido sarà all’esternalizzato con un cambio gestionale e di educatrici. Sono intervenuti contro questa scelta politici, lavoratori, cittadini e sindacati. Ma fino ad ora il sindaco Mirella Cerini pare andare dritta per la sua strada. 
 

La festa dei 50 anni del nido Soldini è stata celebrata nel 2015. Nel celebrare questo straordinario compleanno, l’allora Assessore Fabrizio Giachi, scriveva sul sito del comune 
 “...in Città le agenzie educative sono al “servizio” dei Cittadini più piccoli, di un concetto di bambino inteso come possibile futuro e su cui si deve e bisogna investire.”  

Solo qualche anno dopo per lo stesso nido non si parla più di investimenti ma di risparmi ed esternalizzazioni. In un acceso consiglio comunale, di fine aprile, si sfiora la rissa per il solo nido rimasto ancora pubblico. 

Il sindaco Mirella Cerini tenta di sedare le opposizioni

Tanto rumore per nulla. Quello che accadrà al Soldini è già successo per il Tacchi- l’altro nido in città che dalla gestione pubblica è passata alla gestione privata. Il sindaco incalza- Non stiamo privatizzando, ma a fronte di numeri e conti da far quadrare, la scelta di affidare il nido-a privati- è l’unica che riteniamo corretta...”.

Il tecnico del comune, la dottoressa Roberta Ramella, sempre durante il consiglio spiega come il nido abbia subito un calo di iscrizioni dovuto ad un generale calo delle nascite.


Poco prima del consiglio era intervenuto l’ex assessore Giachi a proposito del nido Soldini, sulle pagine del di VareseNews, spiega

Un quadro così meraviglioso che quando mi trovai ad occuparmene dapprima come consigliere delegato poi come assessore, decisi che la cosa migliore da fare era lasciar fare, lavorare dietro le quinte in punta di piedi”.

Le opposizioni politiche fanno fronte comune contro la scelta del sindaco, una scelta che in buona sostanza non pare motivata nemmeno dal risparmio economico, che secondo il consigliere d’opposizione Paolo Colombo basandosi sui dati forniti dall’amministrazione dichiara:

Tutto questo can can per risparmiare 70 mila euro? Un Comune come Castellanza può  anche farsi carico di una cifra così piccola”. 

E mentre i politici contestano e litigano si aprono le trattative con i sindacati. Il sindaco offre a due educatrici la possibilità di poter continuare a lavorare in Comune, con altre mansioni, mentre alle colleghe più giovani non rimarrebbe che“migrare” al privato con condizioni contrattuali peggiorative anche dal punto di vista economico. E l’accordo non si trova.

Ed ecco che siamo ormai giunti al termine della nostra storia. Qualche giorno fa, il 23 maggio, lavoratori, sindacati e alcuni genitori si sono trovati in piazza per protestare. Gli striscioni reclamavano: “L’asilo Soldini non si svende!”

Per ora non ci sono rettifiche sulle scelte di Giunta. E si attende un nuovo consiglio. 
A Maurizio Di Tullio di Cgil che ha seguito la vicenda, non resta che invitare tutti i lavoratori a partecipare alla manifestazione che si terrà a Roma l’otto giugno:

In quella sede diremo che questi posti pubblici garantiscono servizi pubblici di primaria importanza per le fasce più deboli, anziani e bambini. Non stiamo parlando dell’esternalizzazione della manutenzione del verde ma di settori delicati in cui il pubblico è garanzia di diritti e standard qualitativi. Livelli di qualità che una cooperativa, per quanto possa sforzarsi, non potrà mai garantire allo stesso livello del pubblico”.

Fonte (VareseNews)