Contagi nelle scuole d'infanzia: diamo i numeri! Parola al Professor Ferretti

 



Parola a...
Se all'incirca fino ad una settimana fa si poteva avere l'impressione che nidi e scuole d'infanzia fossero luoghi tutto sommato "sicuri e protetti" dalla diffusione del Covid, oggi questa certezza, supportata più da speranze che da dati, sta vacillando. Non sono bastate le narrazioni dei lavoratori, non sono bastati i tanti scioperi, che chiedevano maggiori garanzie di sicurezze, per scardinare questo falso senso di sicurezza. 
Ora  però giungono altre notizie che pongono la questione sotto un'altra luce. 
Trento l'assessora alla scuola Elisabetta Bozzarelli, durante una conferenza stampa lunedì scorso dichiara "Abbiamo rilevato che, nei mesi scorsi, il 22 per cento del personale dei Servizi educativi si è ammalato a causa del Coronavirus... Il contesto degli asili nido è sicuro per i bambini, che sono quasi sempre asintomatici, a preoccuparci è la situazione del personale".  Per questo motivo il comune si attrezza a fare tamponi di verifica continui di tasca sua.
Mercoledì il direttore del dipartimento delle malattie infettive, del Sacco di Milano, Massimo Galli dichiara "...la situazione -dei contagi-   impone un’attenzione per quanto riguarda il personale delle scuole, docente e non". 
Le certezze, fino ad ora immaginate, sono minate e hanno iniziato ad entrare in crisi dalla pubblicazione di uno studio che prende in esame i contagi dentro e fuori la scuole. Lo studio è a firma del Professor Alessandro Ferretti dell'Università di Torino che, numeri  alla mano, stabilisce non solo che i contagi nella scuola sono tutt'altro che trascurabili, ma facendo una classifica,  le scuole d'infanzia sono quelle più esposte.  Oggi incontro il professore per farmi raccontare lo studio e aprire con lui un più ampio ragionamento.  Prima di cominciare la nostra conversazioni, faccio due precisazioni: lo studio si riferisce alla sola regione Piemonte, e non prende (purtroppo) in considerazione gli asili nido. Ciò detto rimane comunque molto interessante. 



Il suo studio fa una fotografia sui contagi nelle scuole in Piemonte. Cose vediamo?

Facendo una grande sintesi capiamo che il virus si diffonde molto di più tra il personale docente delle scuole (materne, primarie e medie) rispetto al resto della popolazione. Con evidenti differenze a seconda dei  gradi scolastici. 
 
Diamo alcuni numeri? 
Certo. Alla scuola primaria e media i contagi sono 2 volte e mezzo superiori rispetto a quelli che misuriamo nel resto della popolazione. Alla scuola materna i contagi arrivano quasi a quadruplicarsi. Non sono numeri trascurabili. (Leggi qui il post)

Come ha lavorato?
Ho verificato e incrociato i dati in diversi modi. Per cercare di scattare una fotografia il più possibile precisa ho confrontato i dati dei contagi tra gli adulti all'interno della scuola e li ho confrontati anche con i contagi nell'età compresa tra i 30 e i 70 anni. Anche con stime pessimistiche perché la popolazione tra i 60 e 70 si ammala molto di più, e di norma non è in servizio a scuole, ma anche così, i contagi a scuola restano significativamente più alti: da due a tre volte e mezzo di più.

Molti affermano che i casi positivi a scuola sono molti di più perché si fanno molti più tamponi...  
Ho ragionato anche su questo punto. E se è  vero che si fanno più tamponi tra il personale docente, alle materne fino al 60% in più, è anche vero che si fanno più tamponi per tentare di tenere sotto controllo i contagi che sono in proporzione molti di più. Su questo ho scritto un post specifico in cui faccio dei confronti  (leggi qui) . 
 
Come mai il Piemonte ha dei dati e le altre regioni no?
Questa è una bella domanda a cui però non so rispondere e che apre diverse altre domande e pensieri. 
 
Quando ha pubblicato lo studio che reazioni ci sono state? 
Inizialmente ho avuto moltissime visite al mio blog (Mi scappa da dire che...). Non ne avevo mai avute tante! Credo che il post abbia avuto tanto successo perché era la prima volta che si aveva uno studio con dati organizzati sui contagi a scuola. 
 
E poi? 
Poi ho scritto una articolo su questo tema per La Stampa, per la quale tengo una rubrica settimanale. Ma reazioni, che so, politiche, ecco queste non ci sono state. Credo che tutto sommato sia un argomento tabù. Non credo ci siano particolari difficoltà a raccogliere dati, una volta che si fanno i tamponi, volendo, si possono raccogliere dati sulle varie categorie di lavoratori e verificare così se effettivamente ci sono lavori più o meno a rischio. 
 
Lei come ha fatto ad avere i dati?
Credo per strane coincidenza di eventi. Ho chiesto alla consigliera regionale Francesca Frediani (gruppo misto) se poteva farmi avere i dati. La consigliera ha fatto un'interpellanza e ha avuto i dati, prima sui tamponi effettuati a scuola, poi sui contagi nelle scuole. a questo punto mi sono messo al lavoro.
 
E le coincidenze? 
Il fatto è che la regione passava, proprio in quel periodo, da "rossa" ad "arancio" e ciò nonostante non si sono riaperte le seconde e terze classi delle medie, mentre solitamente, in fascia arancio, possono  rimanere aperte in presenza. 
 
E quindi?
Quindi il presidente era sotto un pesante attacco di critiche per la non riapertura di queste classi è proprio in questo periodo che i dati sono stati forniti.  Ad ogni modo, i dati hanno dimostrato che il presidente aveva ampiamente ragione a non riaprire le scuole. 
 
Oggi  a livello nazionale ci sono dei dati sul personale scolastico?
C'è un recente studio pubblicato da iss (leggi qui) che però presenta dei dati poco attendibili, poco chiari. 
 
Perché?
Perché nello studio, ad esempio, il Veneto e la Lombardia, due delle regioni con maggiori contagi in termini assoluti, sono riportati meno di cinque contagiati medi al giorno, mentre una regione come la Val D'Aosta, ce ne sono fino a dieci al giorno. C'è da chiedersi: come mai tanta differenza? Con ogni probabilità o mancano dati, o non sono stati rilevati correttamente. Ma la domanda rimane importante e aperta. Ora possiamo entrare solo nel campo delle ipotesi.
 
Secondo più studi scientifici pare (certezze ancora non ce ne sono) che i bambini si ammalino e contagino di meno...
Questo è vero e verosimilmente e descrive la realtà che stiamo vivendo. E per fortuna è così! Ma il fatto è che a scuola non ci sono solo i bambini, ci sono anche gli adulti. Questi adulti, sopratutto alla materna, sono a stretto contatto con bambini che sono senza mascherina, che parlano ad alta voce, che cantano... e insomma, possiamo dire che la bassa carica di contagio che i bambini veicolano, che sono spesso asintomatici e anche questo non è trascurabile,  può essere più che compensata dal maggiore e continuo contatto . 
 
E quindi  chiudiamo le scuole ? 
Sarebbe opportuno non estremizzare, dipende dal grado di scuola. Sicuramente sono da controllare con maggiore efficacia, sono da rivedere le organizzazioni e sarebbero da garantire supporti più efficaci, come ad esempio, le mascherine ffp2 che possono certo proteggere di più delle semplici mascherine chirurgiche. Infine con alcuni colleghi abbiamo proposto un documento per la riapertura in sicurezza delle scuole e abbiamo raccolto un po' di firme.
 
Il documento, a cui potete aderire, lo potete leggere da qui