I Lead e l 'adultocentrismo latente

 



Pensieri e Parole
"I nidi e le materna dovrebbero riaprire e subito!"
Sono tanti i genitori, e non solo loro, a chiedere che almeno lo 0-6 possa tornare ad essere in presenza. Ci sono città, come Ferrara, e a Bologna che riorganizzano i servizi educativi in presenza a "piccoli gruppi" che ruotando non lasciano soli i bambini con disabilità che sono già in presenza.
E mentre attendiamo di capire quando e se i contagi diminuiranno, con questa nuova stretta, nidi e scuole si riorganizzano online secondo i Lead. 


Nidi e scuole d'infanzia e i Lead

Lead è un perfetto acronimo e per esteso si legge: Legami Educativi A Distanza.
I lead sono stati definiti in un documento, anch'esso perfetto, che con sapere pedagogico e con indicazioni ben dettagliate chiedono di raggiungere molti obbiettivi .
Si cerca di reagire a questa nuova chiusura con quello che si ha a disposizione, tentando, come si legge nel documento dei Lead "dare senso al lavoro educativo"  
 
Si  chiede...
Si chiede al personale educativo di coinvolgere "gli ultimi", quelli che magari sono un po' spariti, quelli che spesso, non sempre, non parlano italiano, si chiede di riacciuffare quelle famiglie, che anche in tempi normali, sono difficili da coinvolgere, da ascoltare...
Si chiede di spiegare in modo semplice e chiaro ai bambini cosa sta succedendo, di raccontare anche cos'è la morte e la malattia, perché i bambini sono in grado di capire tutto, anche in questi temi complessi e difficili fatti di dolore e di ansia collettiva. 
Si chiede di raccontare la realtà così com'è, però di non spaventare, ma nemmeno di illudere.
Si chiede di dare il senso del tempo, in questo tempo sospeso per tutti e si chiede di star vicino, ma anche di non essere invadenti, perché, si sa, molte famiglie in questo periodo fanno più fatica e non riescono a stare vicino al bambino collegato, mentre magari sono al lavoro da remoto.... 
Si chiede come ovvio di fare documentazione delle attività e delle reazioni dei bambini e delle famiglie rispetto alle proposte.      
Insomma si chiede di fare cose straordinarie con mezzi propri, da casa, senza preparazione, senza orari, senza nemmeno tener presente che fino ad oggi nidi e scuole d'infanzia sono rimasti aperti non sempre in condizioni serene e sicure. Senza tener presente che magari dietro quello schermo c'è un'educatrice che ha la collega all'ospedale... 
Senza tener conto che se oggi sono chiusi è perché  i bambini (per fortuna!) non si ammalano "seriamente", ma  ci sono anche maestre, educatrici e collaboratori che possono ammalarsi anche in modo importante.    

Ma al centro del discorso ci sono davvero i bambini?

Ma c'è un'altra domanda che mi pongo: al centro di questo strano modello educativo a distanza ci sono davvero  i bambini? 
 
Personalmente ritengo che questo modello penda di più sulla vanità degli adulti che credono di poter mantenere legami a distanza, legami che si dovrebbero mantenere: senza odori, senza tatto, senza contatto, senza abbracci, senza cura... 
 
Legami che i bambini, sopratutto quelli molto piccoli, non comprendono e molto probabilmente non vogliono neppure.

Sono certa che ci sarà molto da ragionare una volta superata questa pandemia.
 
Dovremmo ragionare su quello che chiediamo ai professionisti dell'educazione  e su quello che chiediamo ai bambini. Bambini che non si ingannano con "legami a distanza", uno slogan che si può risolvere bene sulla carta, con parole ricercate, ma che nella nostra realtà, nelle nostra difficile realtà quotidiana , diventano solo un esercizio pedante di  adultocentrismo.   
 
 
Laura Branca