Scuole e nidi aperti: tra regole e umanità

 



Pensieri e parole 
 
Dopo Pasqua si tornerà a scuola, dal nido fino alla prima media, anche in zona rossa. 
Dobbiamo ancora capire bene come e se cambieranno le modalità per il rientro, ma questo è un punto fermo: si rientra!
L' altro punto fermo lo pongono i nuovi studi che stabiliscono che le scuole sono luoghi sicure e le nuove varianti sono più contagiose per i ragazzi oltre i 12 anni, meno per i più piccoli
E' Draghi a spiegare questi due punti in conferenza, aggiungendo anche che le scuole sono sicuri e a non essere sicuri sono tutti i luoghi pre, post e infra scuola. 
 
Un'affermazione che i difensori della ScuolaAperta, facevano già da tempo. 
 
Insomma non tutto va male e va comunque molto meglio di un anno fa, sono arrivati anche i vaccini e con ritardi e inceppi molti insegnati l'hanno fatto o sono in procinto di farlo.  

In un anno anche la DaD, trasformata in DDI ha migliorato, si sono distribuiti molti Pci e tablet. In TV ci sono programmi didattici (alcuni molto belli) prodotti dalla RAI.  
 
Però le regole con cui nidi e scuole hanno riaperto (vedremo quelle che verranno) molto spesso hanno seguito e inseguito più un'idealizzazione della SCUOLA che la realtà delle scuole. 
 
Perché in aule piccole con 26, 27 studenti, per sei ore, le distanze non si possono mantenere. Magari si mantengono da bocca a bocca, ma i ragazzi e i bambini (per fortuna!) si muovono anche quando sono seduti. 
Perché in scuole dove i cortile sono grandi come un campo da basket o poco più e accolgono 600, 800 ragazzi non si può pensare di fare didattica all'aperto. 
Perché è difficile capire i contagi dove avvengano e come, tra lunghi e faticosi passaggi: tra scuola, famiglia, medico, asl e ritorno fino ad arrivare ad un nuovo tampone in classe... A quel punto il contagio se c'è stato è già dilagato e come si fa a stabilire dove sia avvenuto?
Perché se i mezzi di trasporto non sono sicuri, i ragazzi potevano fare passeggiate fino a scuola, se gli zaini fossero stati alleggeriti. (In fondo andare a piedi sarebbe stata una alternativa alla mancata attività fisica. ma nemmeno questo in tante scuole siamo riusciti a fare).   
Perché le bolle del nido sono state infrante subito da mancanza di personale e tanti altri motivi. 
Perché il patto di responsabilità (quante scuole l'hanno tradotto in più lingue?) erano pomposi e inutili almeno per chi non capisce quello che c'era scritto con la propria coscienza. 
 
Insomma non è vero che è andato tutto male, ma è anche vero che chi scrive le regole dovrebbe fare un po' più i conti con la realtà ( o per lo meno conoscere meglio l'ambiente a cui si riferisce e le varie sfaccettature delle persone che vivono quel luogo) mentre chi deve applicare le regole dovrebbe avere il buon senso di capire come usarle cercando di metterci un pizzico di umanità e buon senso. 
 
Insomma ci vorrebbero persone migliori ovunque, nell'attesa andremo di andare avanti con il materiale umano che abbiamo.