La cura non conosce distinzioni di sesso

 



Anche gli uomini...educano

Un pomeriggio caldo e assolato di fine giugno, ero in giardino con i bambini della mia sezione di Nido, un bel gruppo vivace di venti bambini di età mista, fra cui la maggior parte in uscita verso la Scuola dell’Infanzia.

Ogni educatrice o educatore sa che l’orario di riconsegna, in giardino e in estate, non è un momento affatto semplice, perché devi sdoppiarti ed essere con gli occhi ovunque, attento nei confronti di chi corre, gioca e salta, ma anche vigile nel controllo di chi entra ed esce dalla struttura.

All’improvviso vidi avvicinarsi a me una mamma e in un istante feci mente locale della giornata scolastica della bambina, pronto ad ogni richiesta -questione quotidiana:

“Ha dormito?”

“Ha mangiato?”

“Non troviamo le mollette e gli elastici dei capelli. Dove sono?”

E invece no. Questa mamma, di una delle bambine più grandi della sezione, mi disse:

“Devo chiederti scusa. Quando mia figlia doveva iniziare il nido, circa due anni fa, venni a sapere che avrebbe avuto un educatore maschio; rimasi seccata, ma anche preoccupata e diffidente, tanto che pensai di ritirarla. Con reticenza iniziai l’inserimento e utilizzai quel periodo per osservarti attentamente: rimasi colpita di come una figura maschile possa entrare in sintonia con estrema naturalezza e occuparsi dei bambini, anche di quelli più piccoli, con cura e rispetto per ogni esigenza. Nei due anni trascorsi insieme, ho potuto confermare quel che ho provato in quei primi giorni, attraverso l’attaccamento e il rapporto che mia figlia ha sviluppato con te.

Quindi ti chiedo scusa e ti ringrazio per questa esperienza.”

Quel giorno capii quanto fosse stata importante questa testimonianza inaspettata, non tanto per il complimento personale, quanto per il messaggio: la “cura” non conosce distinzioni di sesso. La sensibilità, l’empatia, l’ascolto, la mediazione non sono necessariamente un appannaggio femminile, ma sono caratteristiche che possono avere le “persone”.

Quel giorno realizzai che ero riuscito, tramite il mio lavoro, a scardinare una mentalità legata a retaggi, che continuano ad influenzare la nostra società, ma non solo: ero riuscito a muovere un altro piccolo passetto di questa mia rivoluzione culturale.

Francesco Princigalli