Le culle vuote e le maternità sottratte

 


 
Pensieri e Parola 
Meno 12500 nascite. 
 
I primi nove mesi del 2021 si aprono all'insegna di un grande meno. Il saldo negativo delle nascite si calcola rispetto allo stesso periodo dell'anno 2020. 
 
E qui le cose si complicano perché ciò significa che i bebè in Italia diminuiscono molto rispetto in un anno e moltissimo negli ultimi 50 anni.  
 
Tanto per intenderci nel 2020 abbiamo contato 404.892 nati, nel 1971 erano 911 mila. (dati OpenPolice)

Non è "colpa" (solo) del covid

In un'interessante intervista a Giancarlo Blangiardo, presidente Istat, pubblicata sulle pagine di La Repubblica commenta  

"Chi voleva un figlio, con lo scoppio della pandemia, è come se avesse spostato in avanti la data in calendario. Ma l'attesa non è conclusa visto che anche quest'anno, nel solo mese di gennaio, c'è stato il maggior calo di nascite di sempre: cinquemila in meno. Ma non è soltanto colpa del Covid, la tendenza a fare meno bambini va avanti inesorabile da anni".

Calano le nascite 

Fino a qualche anno fa le donne straniere "ci salvavano" da una decrescita spaventosa. Ora anche le donne che si trasferiscono in Italia tendono a comportarsi come le italiane, quindi a  fare meno figli, a farli sempre più tardi e farne sempre meno. 

I motivi sono certo tantissimi e sono da collegare attentamente. Provo a fare un elenco esaustivo: manca la sicurezza del lavoro. Manca la sicurezza di uno stipendio dignitoso anche quando si lavora. Mancano gli asili nido, sopratutto al sud e quando ci sono non sono di facile accesso. La rete famigliare allargata, su cui abbiamo sempre fatto affidamento si sta sgretolando. C'è maggiore consapevolezza da parte delle donne (ma anche da parte degli uomini) delle difficoltà ad investire in una maternità. C'è poi un aumento di sterilità spiegato solo parzialmente dal ritardare una gravidanza in età avanzata.

 

Maternità e disparità 

In questo complesso scenario ciò che non manca è la spaventosa e diffusa retorica che punta il dito contro le donne che non sarebbero abbastanza disposte alla fatica e/o all'impegno. 

 Una teoria del resto smentita dalla misurazione dei dati.

Il fatto è che in Italia il 57 per cento delle madri tra i 25 e i 54 anni risulta occupata rispetto all’89,3 dei padri. Solo il 24,7 per cento dei bambini frequenta un servizio socio-educativo. E nel solo 2021 sono 96 mila le mamme con figli minori hanno perso il lavoro. Di queste 4 su 5 hanno un figlio sotto i cinque anni.  

"Molte donne vorrebbero un figlio- spiega durante un’assemblea alla Casa delle donne di Roma Alessandra Bocchetti che invita- a leggere la denatalità come un grande no che le donne stanno pronunciando contro le condizioni economiche e sociali in cui sono costrette a vivere, un no spesso carico di sofferenza e rinuncia". 

E c'è da chiedersi se questo NO colmo di rinuncia e sofferenza sia una sofferenza molto diversa da quella che avvertivano le nostre nonne (o bis nonne) quando erano costrette ad avere figli ad oltranza.  


Laura Branca