“Superamento di sede”: così il Quartiere San Vitale chiama la chiusura programmata del nido d’infanzia E. De Giovanni. Già dal prossimo settembre la sezione piccoli, che attualmente accoglie 16 bambini, non sarà più funzionante.
Verrà garantita l’apertura delle sezioni medi e grandi per l’anno educativo 2011-2012, poi non è dato sapere. Siamo nel cuore di Bologna, tra porta San Donato e porta San Vitale e già da settembre 2011 una quindicina di famiglie dovranno decidere se iscrivere il proprio bimbo in un costoso nido privato o se rinunciare per un anno ad uno stipendio, costringendo uno dei genitori a rimanere a casa con il bebè.
“Superamento di sede”: con due parole vengono liquidati 30 anni di serio e impegnato lavoro di squadra per “educare”, tirare fuori il meglio dai nostri figli.
A settembre ben 4 educatori e 2 collaboratori perderanno il posto, a seguire tutti gli altri. Alla futura sezione medi (ora piccoli) non verrà di fatto garantita la continuità educativa perché delle 4 educatrici attuali ne resterà soltanto una.“Per anni ci hanno portato come il fiore all’occhiello di Bologna, venivano delegazioni estere a studiare il modello Bologna ed ora semplicemente costiamo troppo”, ci dice sconsolata una delle dade “storiche” del De Giovanni.
La ragione ufficiale della chiusura del nido sta nel fatto che la sede (al piano terra di un condominio in viale Filopanti) è di proprietà dell’INPDAP, e proprio quest’anno scade il contratto di affitto. Certo, i locali non sono privi di difetti, ma solo 3 anni fa sono stati condotti lavori di ristrutturazione ai pavimenti. Allo stato attuale inoltre non esiste un piano per il riposizionamento del nido in un’altra sede: la scure dei tagli si è abbattuta ancora una volta sui servizi essenziali.
La notizia della chiusura è cominciata a trapelare nel corso di quest’anno ed è diventata ufficiale con il bando di iscrizione ai nidi per l’anno 2011-2012. Genitori e lavoratori chiedono, finora inascoltati, di essere coinvolti sulle decisioni future che riguarderanno il nido; ai diretti interessati -i nostri bimbi- non resta che riporre la loro totale fiducia nel mondo dei grandi, con l’amara sensazione che, ancora una volta, verrà tradita.
Verrà garantita l’apertura delle sezioni medi e grandi per l’anno educativo 2011-2012, poi non è dato sapere. Siamo nel cuore di Bologna, tra porta San Donato e porta San Vitale e già da settembre 2011 una quindicina di famiglie dovranno decidere se iscrivere il proprio bimbo in un costoso nido privato o se rinunciare per un anno ad uno stipendio, costringendo uno dei genitori a rimanere a casa con il bebè.
“Superamento di sede”: con due parole vengono liquidati 30 anni di serio e impegnato lavoro di squadra per “educare”, tirare fuori il meglio dai nostri figli.
A settembre ben 4 educatori e 2 collaboratori perderanno il posto, a seguire tutti gli altri. Alla futura sezione medi (ora piccoli) non verrà di fatto garantita la continuità educativa perché delle 4 educatrici attuali ne resterà soltanto una.“Per anni ci hanno portato come il fiore all’occhiello di Bologna, venivano delegazioni estere a studiare il modello Bologna ed ora semplicemente costiamo troppo”, ci dice sconsolata una delle dade “storiche” del De Giovanni.
La ragione ufficiale della chiusura del nido sta nel fatto che la sede (al piano terra di un condominio in viale Filopanti) è di proprietà dell’INPDAP, e proprio quest’anno scade il contratto di affitto. Certo, i locali non sono privi di difetti, ma solo 3 anni fa sono stati condotti lavori di ristrutturazione ai pavimenti. Allo stato attuale inoltre non esiste un piano per il riposizionamento del nido in un’altra sede: la scure dei tagli si è abbattuta ancora una volta sui servizi essenziali.
La notizia della chiusura è cominciata a trapelare nel corso di quest’anno ed è diventata ufficiale con il bando di iscrizione ai nidi per l’anno 2011-2012. Genitori e lavoratori chiedono, finora inascoltati, di essere coinvolti sulle decisioni future che riguarderanno il nido; ai diretti interessati -i nostri bimbi- non resta che riporre la loro totale fiducia nel mondo dei grandi, con l’amara sensazione che, ancora una volta, verrà tradita.