Modena: parola all'assessore Adriana Querzè




 
Parola a 
 
Abbiamo incontrato l'assessore alla scuola di Modena Adriana Querzè. La situazione in città è complessa e particolare come spesso succede quando ci si addentra nei fatti. Sebbene le difficoltà siano comune a tutta la nazione, Modena si presenta unica. Iniziamo dai nidi. Molti sono quelli in appalto il 48%, negli ultimi anni (8-10) c'è stato un forte incremento al privato. Ma la cosa più sorprendente è che non esiste lista d'attesa tutti i bimbi che fanno domanda sono accolti, forse sono gli unici in Italia. I nidi aziendali in provincia sono 7 molti anche rispetto alla diffusione regionale (20). Detto questo il problema e la criticità che sta vivendo la città è sulle scuole dell'infanzia. Si prevedeva di doverne appaltare quattro. Quattro in un colpo solo. I motivi sono i soliti: patto di stabilità e groviglio normativo sotto cui giacciono i servizi educativi. L'assessore sebbene sia preoccupata affrontare la situazione con spirito battagliero e una buona dose di fantasia e rilancia una proposta: facciamo una fondazione.
Nell'attuale contesto come prevede si possa riformulare il servizio educativo nido?

Lo scenario non fa prevedere una situazione distesa. Credo si debba ripensare un servizio più flessibile. I nostri studi interni ci mettono in evidenza un aspetto interessante: la domanda sta cambiando e lo fa in continuazione. Forse è per il periodo di crisi che stiamo vivendo o per per come sta cambiando in generale il mondo del lavoro. Abbiamo bisogno di nidi "leggeri" che consentano ad esempio di poter scegliere se sostare a pranzo oppure no. Questo consentirebbe una flessibilità di costi e di gestione tempo. Il numero delle domande è in crescita constante. Ad oggi Modena può dire di rispondere in modo esaudiente ai bimbi che sono tutti accolti. Negli ultimi tre anni c'è stata una crescita del 15% in iscrizioni. Abbiamo potuto rispondere così bene perché abbiamo formulato un'espansione robusta e graduale del sistema misto pubblico-privato. Abbiamo fatto questo passaggio ad un sistema misto con i dovuti tempi e con la partecipazione di tutti gli attori anche dei genitori.  Il sistema prevede un coordinamento pedagogico condiviso, dei percorsi di formazione che accomuni e renda simili i gestori sia pubblico che privati. Se non avessimo fatto questo passaggio graduale ben formulato e condiviso non avremmo potuto creare servizi che prevedono un modello entro cui stare.


Com'è la situazione delle scuole dell'infanzia?
Oggi ci sono 22 scuole a gestione diretta di queste si è rischiato di dover esternalizzare 4.


Come mai tanto scalpore da parte dei genitori che hanno un così ampio pacchetto nido privato in convenzione?
Come ho già spiegato il passaggio da solo pubblico a misto è stata graduale  e condivisa da tutti i soggetti. Per le scuole d'infanzia si rischiava di farlo dall'oggi al domani, senza un approdo senza un modello immaginato a cui riferirsi. Modena ha una situazione particolare sono solo il 18% le scuole a gestione statale, un vero problema.


Perché allora non tentare di statalizzare?
Oggi questa richiesta è persa in partenza. Sono certa che debba essere il futuro e la tendenza il modello ultimo a cui approdare, ma la situazione attuale non prevede una soluzione di questo tipo. A Modena abbiamo questi numeri: 36 i posti vacanti 15 quelli rimpiazzabili. E il resto dove andiamo a prenderlo?  


Ci sono difficoltà anche di spesa?
Si, Modena è forse il terzo comune in virtuosità in Italia rispetto all'indebitamento. Eppure se nel 2009, faccio un esempio, si è speso 100 nel 2010 devi spendere 50 e quello che risparmi non si può reinvestire o spendere più avanti, bisogna  renderlo allo stato. In poche parole siamo di fronte a un federalismo al contrario, quello che risparmi lo rendi al sistema centrale. 

 
Questo groviglio normativo e il patto di stabilità hanno una finalità, uno scopo?
Si è evidente il fine è abbattere la spesa pubblica e lo si fa senza distinguere tra sprechi o necessità ma si vuole anche contrarre il personale comunale. 


E la conseguente è l'esternalizzazione...
La risposta fino ad ora è stata questa. 


La soluzione?
Liberare quanto prima i servizi dai vincoli e reintrodurre una parità di trattamento... 


Come state lavorando per attenere questi risultati?
Insieme all'Anci molti sono i comuni che lavorando in sinergia con una richiesta liberare i servizi educativi da questi vincoli. Si deve semplicemente mettere una riga sulla normativa. La legge 59 2004 dice chiaramente che la scuola dell'infanzia deve essere generalizzata e dare un'offerta formativa. Ad oggi ci sono grandi distinzione tra le scuole statali e private, che possono assumere, e le scuole a gestione comunale costrette all'immobilità. Non si può andare avanti così.


E quindi la proposta è una fondazione?
Si, l'idea che sta prendendo forma è quella di una fondazione. La fondazione ha una natura privata è libera dai vincoli sopra detti, può e assumere anche a tempo indeterminato. Abbiamo pensato di affiancare per iniziare personale comunale a personale assunto dalla fondazione che oggi è assunto a tempo indeterminato. Questo per consentire la continuità educativa. I capitali li mette il comune e il cda rimane sostanzialmente pubblico. Non è semplice ed è una strada impervia e senza precedenti a mio sapere. Abbiamo previsto che anche i genitori siano nella fondazione, perché la loro voce è importante e per una maggiore trasparenza.