Il cerchio: "potenza educativa di connessione e inclusione "



 

Partecipare per crescere In questi ultimi anni difficili, le mie  esplorazioni si sono soprattutto direzionate nella ricerca del "cerchio"... nella nostra società tutto è piramidale, competitivo, narcisista, il cerchio rappresenta un lungo filo circolare, dove ogni essere umano è equidistante, ha il suo posto, ma non esiste un sopra o un sotto, semmai uno stare a fianco. Nel cerchio tutti si vedono, l'energia scorre fluida, ci si può abbracciare contemporaneamente, ogni presenza è incoraggiante ed inclusiva. Anche quando qualcuno/a diventa solista, tutti gli altri sono in ascolto, partecipi e cooperativi.


I circlesinging metafora di un vivere armonico


Un'esperienza molto significativa che ho potuto sperimentare è il cantare in cerchio, a turno qualcuno conduce l'improvvisazione, nel qui ed ora viene creato un tessuto ritmico e melodico, tutti partecipano, dando spazio e prendendo spazio, in una alternanza incredibilmente rispettosa dell'espressività altrui. Un allenamento ad una comunicazione gentile e al rispetto dell'alterità attraverso i suoni.

Il cerchio ha una potenza educativa incredibile.

Ricordo molto bene quando lavoravo al nido, con i bambini di due/tre anni, li invitavo a sedersi in cerchio, e in quella modalità, avvenivano dei rituali interessanti, fantasiosi, ad esempio, solo dire il proprio nome diventava una routine molto coinvolgente, dopo poco tempo ogni bambino/a conosceva il nome dei propri amichetti ed era in grado di percepirne anche l'assenza. 

Oppure ci inventavamo dei rituali di accoglienza, come accendere una candela, farla passare da mano a mano, con lentezza, attenzione, ascolto.

Il cerchio è il prodromo della collaborazione, del : ti tengo in mente, ti ascolto, ti faccio spazio. Nel cerchio ogni linguaggio è consentito, è infinitamente evolvente poterci esprimere non solo con la parola, come diceva Loris Malaguzzi i linguaggi dei bambini sono cento ma purtroppo  gli adulti gliene consentono soltanto uno.


Il cerchio  nella musica popolare


Nella musica popolare sono sempre esistite le ronde, ci si metteva in cerchio con i tamburelli in mano, e dopo un po' il ritmo di pizzica diventava un tutt'uno, un unico cuore battente. Stare nel cerchio ha rappresentato per secoli,  la forma più alta di condivisione, di appartenenza alla comunità.

Ogni cultura ha il suo cerchio che lo determina ed identifica.

Esiste comunque un unico comune denominatore che rende il cerchio una pratica importante e universale, il cerchio è praticare la pace, imparare a condividere, a cooperare, il prendersi per mano è la metafora della solidarietà, dell'auto aiuto.

Purtroppo la tendenza culturale attuale ha reciso il cerchio, in ogni latitudine si è fatto spazio all'individualismo più spietato e violento, la prepotenza sembra essere l'ingrediente principale.


Sabotare il cerchio


Il profitto, il capitalismo, gli interessi personali, l'individualismo hanno sabotato giorno dopo giorno il cerchio, inserendo al suo posto la competizione, la scalata sociale, il miraggio del denaro, dell'accumulare cose. Il rispetto e l'interesse per la comunità si è disintegrato, i modelli di riferimento sono diventati sempre di più egoriferiti, il concetto del NOI, si è indebolito lasciando una scia di grande malessere e solitudine.

Una comunità che perde la solidarietà e la partecipazione attiva, base fondante della sua esistenza pacifica  è destinata a ripiegarsi su sé stessa, a generare relazioni tossiche, aggressive, amplificando ingiustizia e diseguaglianze.

Ogni giorno i nostri comportamenti, le nostre scelte, le parole che usiamo possono trasformarsi in " armi sottili" o detonatori di conflitti continui, dobbiamo definitivamente renderci coscienti e responsabili di quello che sta accadendo, bisogna fermare la  corsa malsana verso questa distruzione costante e reiterata dei valori di pace e solidarietà. 

Tutto il mondo vive la sua guerra quotidiana, fatta di bombe vere e di orrore nei corpi devastati, o di guerre " invisibili" fatte di cecità emotiva, di indifferenza, di tante sofferenze vissute in solitudine.

Tornare al cerchio è l'unica risposta possibile, l'unica via percorribile, un atto di grande coraggio che restituisca qualcosa in più di una semplice speranza di rinascita giusta e  umana. 


Anna Maria Mossi Giordano, già educatrice nei nidi pubblici di Roma