Mensa-scuola in appalto? Parola a Francesco Errani

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Francesco Errani è Consigliere tra i Democratici a Bologna. È difficile dargli una posizione netta nel partito, perché spesso si sposta più a sinistra, sempre ammesso che di sinistra si possa ancora parlare... Si è astenuto in Consiglio comunale sul Referendum sulla scuola pubblica che ha diviso la città di Bologna, ritenendo un errore non tenere conto di uno strumento di democrazia così importante e del voto di più di 85mila cittadini. Ha creato più percorsi partecipativi. Possiamo dire che il suo operato sta sotto una parola d'ordine: ascolto e partecipazione. Il percorso partecipato sull'infanzia, quello dell'estate 2013, è stata una sua iniziativa, il riconoscimento “istituzionale” delle mense cittadine comunali sono anch'esse ideate da lui.L'abbiamo incontrato per parlare di Seribo. Qualche giorno fa a Radio Città del Capo ha lanciato via etere una proposta: riprendere e seguire il modello di gara d'appalto ideato a Brescia. L'abbiamo incontrato per capire meglio la proposta e come si possa applicare alla gara d'appalto che seguirà dopo lo scioglimento di Seribo.

Qual'è la novità di Brescia?
Brescia ha proposto di valutare solo gli aspetti qualitativi nelle gare d'appalto (sociali, ambientali e di qualità del lavoro), almeno per i servizi sociali che sono servizi particolarmente delicati e certo di interesse pubblico. Il welfare di un territorio ha bisogno di coprogettazione e collaborazione, perché questo non è un pezzo di mercato pubblico da conquistare: basta con le gare al “massimo ribasso” che rischiano invece di abbassare la qualità dei nostri servizi di cura e per le persone.
È possibile applicarlo alla prossima gara per la gestione delle mensa-scuola?
Ho parlato con l'Assessore bresciano e siamo d'accordo di incontrarci nei prossimi giorni. Sto aspettando la delibera per capire meglio come sarà possibile importare il modello di Brescia anche da noi.
Quali altre modifiche prevede necessarie per il nuovo soggetto che dovrà garantire il servizio?
Oggi il ruolo di controllo dell'Ente pubblico si sta dimostrando inefficace. È urgente costituire un ufficio interno al Comune che possa garantire un maggiore controllo, con personale formato e motivato. Abbiamo una sola persona che svolge l'attività di controllo sulle mense... com'è possibile immaginare di riuscire a controllare e valutare un servizio che offre circa 20mila pasti al giorno? Oltre a questi temi che ritengo fondamentali, non è da trascurare la partecipazione dei cittadini.
A proposito di partecipazione, ad oggi esistono due regolamenti che prevedono la partecipazione dei genitori all'interno delle scuole. Le commissioni della mensa interne alle scuole e da poco è stato creato, grazie ad una delibera del Consiglio comunale, la commissione cittadina. Ciò nonostante i genitori chiedono maggior partecipazione. Cosa non ha funzionato?
Il nuovo Regolamento comunale istituisce la Commissione Mensa Cittadina e le Commissioni Mensa di Scuola, in tutte le scuole d'infanzia comunali e statali. Un risultato raggiunto anche grazie al contributo dell'Osservatorio Mense promosso dalle famiglie bolognesi. I cittadini oggi chiedendo un interlocutore diretto con cui confrontarsi e decidere. Credo che il metodo con cui affrontiamo i problemi sia centrale: possiamo decidere di dare fiducia ai cittadini e provare a costruire qualcosa di nuovo o, in alternativa, alimentare sfiducia e uno scollamento con la città. Oggi c'è un tavolo cittadino a cui partecipano insegnanti, genitori, tecnici del Comune e dell'Asl. Questo lavoro ha portato alla stesura delle linee guida che definiscono i contenuti utili per la nuova gara sulla refezione scolastica (biologico, km0, etc.). È stato un lavoro faticoso ma credo utile.
Mi faccia capire, dopo un anno la commissione cittadina ha prodotta le linee guida che assomigliano alla letterina di Babbo Natale e va bene così è un grande risultato?
Condividere un metodo di lavoro, ricostruire un clima di fiducia e collaborazione, e provare a coprogettare insieme è un percorso che richiede tempo. Credo che il risultato finale, le linee guida oggi pubblicate online sul sito del Comune per ricevere suggerimenti da parte di tutti i cittadini bolognesi, sia invece un ottimo risultato.
Diamoci tempo allora. Passando ad altro. I cittadini stanno chiedendo di portare da casa il pranzo lei cosa pensa in proposito?
Non mi convince, sopratutto per i bambini. Il pranzo a scuola è un momento sociale ed educativo: si impara a stare con gli altri, ilo rispetto delle regole, ad assaggiare cibi nuovi, si da la possibilità a famiglie in difficoltà economiche di poter far consumare dei pasti appropriati ai propri figli insieme a tutti i bambini. Oltre a questo mi preoccupa la “gestione” quotidiana del pranzo da casa. Significa richiedere al personale scolastico di gestire quotidianamente delle richieste individuali, mentre la scuola è la scuola non ha solo un valore educativo ma anche sociale, è un'opportunità di esperienza e crescita nella relazione con gli altri.