Scuola e vaccinazioni obbligatorie: ci pensa anche il Ministro Lorenzin. Non si fermano le mamme di #iovaccino

Foto G.T. per gentile concessione

Poco più di un mese fa la ministra alla Sanità Beatrice Lorenzin, dopo aver vaccinato i suoidue gemellini, aveva invitato le mamme a non aver paura dei vaccini. Adesso torna a parlare di vaccinazioni e interviene sul tema dell'obbligatorietà per chi frequenta le comunità scolastiche. 
"Bisogna invertire la tendenza - ha spiegato  - E anche l'ipotesi di non far iscrivere a scuola i bambini non vaccinati proposta da quella petizione va valutata". La petizione in questione è quella lanciata da Alice Pignatti su change.org per chiedere il ripristino delle vaccinazioni obbligatorie nelle comunità scolastiche.  "I danni provocati dalla diffusione di informazioni tendenziose da parte delle associazioni antivax stanno trasformando la nostra comunità: sono riapparse malattie che si credevano debellate, sono morti neonati e imunodepressi che non potevano usufruire della copertura vaccinale" scrive la mamma di Cesena. A spingerla a lanciare la petizione è stata la pertosse presa dalla figlia quando aveva poco più di un mese. 
Rimbalzata sui social e sulle pagine dei giornali la petizione ha già superato i 20.500 sostenitori. In prima fila a sostenerla ci sono le mamme del gruppo facebook Consigli da mamma a mamma - Emilia Romagna capeggiate dalla fondatrice Miriam Maurantonio.  Mamma di due bambini nei giorni scorsi ha lanciato attraverso il suo blog  una campagna a favore delle vaccinazioni pediatriche con gli hashtag #iovaccino e #noalladisinformazione. Centinaia i genitori che l'hanno seguita e in questi giorni stanno postando foto e selfie con gli stessi hastag. 

La mobilitazione è cresciuta anche sull'onda emotiva di quanto accaduto a Bologna dove una bambina di neppure un mese è morta di pertosse, malattia per la quale la vaccinazione, non obbligatoria ma consigliata, può essere effettuata dopo i due mesi di età.  Dure le parole del primario di neonatologia del policlinico Sant'Orsola Giacomo Faldella. "Scegliere di non vaccinare i propri figli è un abuso di libertà. Ma anche in termini egoistici e individuali è una scommessa, perché se la maggior parte della popolazione è vaccinata un obiettore non corre troppi rischi, mentre se cresce la quota di bimbi non vaccinati cala l'immunità di gregge" ha spiegato il medico  a Repubblica rivelando che in 38 anni di professione non gli era mai capitato un caso analogo.  Sulla stessa linea anche la direttrice di Microbiologia Maria Paola Landini. "Vaccinarsi non serve solo a proteggersi, è un atto di responsabilità sociale" ha affermato l'ex preside della facoltà di medicina spiegando che la pertosse " era stata praticamente debellata grazie alle vaccinazioni" e che la morte della neonata ha lasciato tutti sconvolti. 

Il caso ha voluto che la tragedia di Bologna si consumasse pochi giorni dopo che, in tema di vaccinazioni, l'Organizzazione Mondiale della sanità aveva definito il nostro paese peggiore di quelli dell'Est. Alla base delle critiche c'era il calo delle vaccinazioni con quelle obbligatorie scese sotto il livello del 95%, definito valore minimo dal Piano nazionale di Prevenzione. Numeri che hanno portato l'Istituto Superiore di Sanità  a parlare di una copertura vaccinale al di sotto della soglia di sicurezza e chiedere una rapida approvazione del nuovo Piano nazionale di prevenzione. 

In tanti concordano sull'esistenza di un problema di comunicazione. A riguardo la direttrice del Cneps-Iss  (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute ), Stefania Salmaso, in un articolo pubblicato sul sito del progetto Europeo Asset, parla della necessità di una comunicazione "basata su numeri e dati confermativi, che eviti proclami eccessivi".  Il calo delle vaccinazioni - si legge nell'articolo - potrebbe anche indicare l'esistenza di una discrepanza tra le autorità sanitarie e gli operatori non addestrati a comunicare in tema di prevenzione con le persone in buona salute." Un tema quello della comunicazione sanitaria in tema di vaccinazioni affrontato anche dal presidente dell'ISS Walter Ricciardi secondo cui spetta agli operatori del Servizio Sanitario nazionale ristabilire la memoria storica delle epidemie e della mortalità infantile che, prima della scoperta di vaccini e antibiotici, falcidiavano intere generazioni. E sempre agli operatori sanitari spetta - secondo Ricciardi - il dovere di "difenderla dalle campagne denigratorie che mettono a rischio la salute di tutti".