#laconoscenzacheprotegge: il 15 ottobre a Bologna torna il Babyloss. Intervista a Sara Pariani de LAURorA Onlus



Ogni anno nel nostro paese una gravidanza su sei si interrompe. Spesso questo accade durante il primo o l’inizio del secondo trimestre meno frequentemente a fine gravidanza o dopo il parto. Un tema delicato e spesso ignorato o trascurato che da dieci anni vede l’associazione CiaoLapo impegnata nell’assistenza alle famiglie colpite e nella promozione della consapevolezza sul lutto perinatale. Consapevolezza a cui è dedicato l’intero mese di ottobre nel corso del quale ogni anno si celebra il Babyloss Awareness Day. Come avviene in molti altri paesi del mondo anche in decine di piazze italiane le famiglie si danno appuntamento per ricordare i loro bambini e promuovere una cultura che riconosca e accolga coloro che stanno vivendo o hanno vissuto la perdita. I tanti eventi del 15 ottobre, coordinati da CiaoLapo, saranno accomunati dall’hashtag #laconoscenzacheprotegge per sottolineare l’importanza che la conoscenza ad ogni livello, medico psicologico, comunitario, riveste per le persone in lutto, per chi le assiste e per chi vive loro accanto.
Bologna gli eventi sono organizzati da l’associazione LAURorA  Onlus che opera in stretta sinergia con CiaoLapo. Alle 19 anche quest’anno verranno accese le candele che uniranno idealmente Piazza Santo Stefano all’onda di luce che attraverserà il mondo. “Un momento molto toccante” lo definisce Sara Pariani, che insieme al marito ha fondato LAURorA dopo la morte, a pochi giorni dalla nascita, della figlia Laura.



Il 15 ottobre in molti paesi del mondo si celebra il Babyloss. Che valore ha questa giornata per le famiglie che si trovano ad affrontare la perdita del loro bambino in gravidanza o dopo il parto?
Questa giornata è un’occasione di incontro tra famiglie accomunate dalla stessa terribile esperienza, un’occasione di dialogo e di accoglienza da parte delle associazioni che organizzano l’evento, infine un modo di sentire e vedere riconosciuto il proprio dolore
Gli scorsi anni il Babyloss è stato celebrato in Piazza Maggiore, mentre quest'anno il lancio dei palloncini è l'onda di luce saranno ospitati nella suggestiva cornice di Piazza Santo Stefano. Qual'è il significato dell'onda di luce e perché celebrarla in piazza? 
L’onda di luce consiste nell’accensione delle candele alle ore 19.00 del fuso orario di ogni paese partecipante, un momento di raccoglimento molto toccante per tutti. Celebrarla in Piazza, in mezzo alla cittadinanza, è un modo per scendere tra i cittadini e raccontare con delicatezza dei nostri bambini. Il 15 ottobre è anche questo, diffondere consapevolezza tra la cittadinanza.
Le iniziative per il 15 ottobre sono organizzate in collaborazione con CiaoLapo. Qual'è il ruolo di questa associazione?
CiaoLapo onlus, nata nel 2006 dai genitori di Lapo, Claudia Ravaldi e Alfredo Vannacci, è un’associazione che da anni si occupa di psicologia della gravidanza e gravidanza a rischio a livello nazionale, attraverso pubblicazioni, ricerche, convegni, corsi di formazione e seminari per volontari e personale medico. La nostra associazione intende occuparsi degli stessi temi, ma a livello più territoriale, nella zona di Bologna e provincia, ogni nostra iniziativa viene organizzata in stretta collaborazione con CiaoLapo.
Quale messaggio volete lanciare quest’anno?
Il messaggio di quest’anno è “la conoscenza che protegge”: protegge i genitori dalla sofferenza generata dall’ignoranza, dall’incuria e dall’abbandono da parte degli altri, permettendo loro di compiere scelte consapevoli e informate; protegge gli operatori dalla sensazione di confusione, impotenza e tensione che si associa spesso ad una diagnosi infausta in gravidanza o dopo la nascita; protegge la società, che davanti al lutto perinatale reagisce molto spesso barricandosi dietro al senso di ingiustizia e inspiegabilità.

Tra gli obiettivi del Babyloss Awareness Month c'è quello di promuovere la consapevolezza su un tema così delicato come il lutto perinatale. Per quella che è la sua esperienza, a che punto siamo?
Il tema è davvero delicato, a livello sanitario ad esempio, per quanto diversi operatori hanno cominciato a collaborare con noi e a partecipare ai corsi di formazione che abbiamo attivato, ce ne sono ancora molti che faticano ancora a parlare e formarsi sull'argomento. A livello delle istituzioni nel nostro territorio con il passare degli anni, la nostra associazione è nata nel 2011, abbiamo notato dei piccoli miglioramenti, ma ancora la strada è lunga.
Quale consiglio si sente di dare a chi parteciperà per la prima volta al Babyloss?
Ai genitori che per la prima volta partecipano consiglio di fare innanzitutto quello che si sentono, e non quello che gli altri si aspettano da loro. Ci sono genitori che stanno in disparte e ci guardano con le lacrime agli occhi, altri che si propongono subito per dare una mano, altri che dopo poco vanno via perché fanno troppa fatica. Non ci sono modi giusti o sbagliati d partecipare al Babyloss, ognuno a suo modo deve sentirsi libero di vivere il momento.
Il vostro impegno non si esaurisce con il Babyloss. Ci può raccontare quali altre iniziative dedicate ai genitori e alle famiglie? 
Da diversi anni collaboriamo con l’ospedale Maggiore nei reparti di terapia intensiva neonatale e di ostetricia, e con l’ospedale di Bentivoglio; gli operatori hanno avuto modo di partecipare a seminari organizzati da noi e dall’associazione CiaoLapo, e periodicamente incontriamo i sanitari per valutare l’andamento del progetto chiamato “Memory box”. Da tre anni abbiamo anche attivato un gruppo di auto mutuo aiuto per genitori in lutto, seguito da due facilitartici formate e da una psicologa volontaria, che ad oggi accoglie 13 persone, tra mamme e papà in lutto. A Castel Maggiore abbiamo anche realizzato l’”Aiuola delle stelline” presso il cimitero, una piccola aiuola dedicata ai piccolissimi venuti al mondo troppo presto, per dare uno spazio di ricordo anche a loro e ai loro genitori. Annualmente cerchiamo di organizzare seminari per genitori o operatori, ed in occasione del Natale è solito per noi organizzare una raccolta fondi tramite la vendita di piccoli oggetti realizzati a mano dai nostri volontari.
Molte delle vostre iniziative sono tese ad accogliere e sostenere i genitori colpiti dal lutto. Quanto è importante poter condividere il proprio dolore? 
Condividere il dolore fa sentire meno soli, la forza del gruppo, del sostegno vicendevole è di grande aiuto per i genitori. Tendersi la mano a vicenda, raccontarsi le emozioni e scoprire che sono di tutti, permette di non affondare nel dolore. Sapere che oltre a te ci sono tanti altri genitori che ti possono capire, che sanno esattamente quello che provi, anche senza parlarsi, aiuta a creare una rete di sostegno fatta di aiuto reciproco, di empatia e di solidarietà.