Cosa ha da insegnare il nido alla scuola?

BolognaNidi
















Pensieri e opinioni... 
Mi capita spesso di sentire attrito tra le maestre di scuola e le educatrici di nido. Mi scuso se scrivo queste professioni al femminile ma mentre scrivo, non posso che avere davanti agli occhi, i tanti volti delle professioniste che ho conosciuto in questi anni che erano tutte donne.
Nel ricordare le loro parole e commenti riaffiora un certo senso di superiorità delle scuole, nei confronti dei nidi, un sentimento un sentire che esiste e resiste ancora oggi che i nidi sono stati riconosciuti come il primo ciglio formativo del bambino. La legge non spazzerà via in poco tempo una mentalità che è radicata nel tempo. I motivi di questa mentalità sono da ricercare nella storia dei due ordini educativi: i primi sono di cura, di affido, gli altri istruiscono formano il fanciullo,spesso anticipando competenze quali, la scrittura o una lingua straniera...

E' un discorso complesso che meriterebbe davvero tanta attenzione da vari punti di vista, non ultimo quello pedagogico. Per me la domanda è: ma è più importante imparare a mangiare o scrivere? In fondo sono due attività che svolgiamo tutta la vita e imparare a farle bene non è scontato o banale.
Ma al di là di quel che imparano o non imparano i bambini, c'è un altro aspetto che vorrei mettere in luce, ma è la capacità che i nidi dimostrano ad accogliere la famiglia, una capacità che la scuola non ha affatto.
Al nido noi genitori siamo accolti, siamo ascoltati, siamo presi in considerazione come soggetto attivo da ascoltare e con cui confrontarsi. La mia esperienza personale è stata toccante e salvifica (non per niente ho dedicato la mia attività professionale a questa materia).
Era una bella sensazione varcare la porta del nido e sentire l'odore della pappa nell'aria. Le educatrici sorridevano e avevano parole di conforto per me e le piccole. Anche quando non avevo dormito di notte e arrivavo in ritardo non c'erano che parole di comprensione e conforto. Le riunioni  erano quasi una festa. Vedere tanti genitori, tutti seduti sulle seggioline, con le ginocchia strette verso il petto... tutti attenti alle parole delle educatrici, che spiegavano le autonomie, le attività, i giochi... era davvero bello. Uscivo con il cuore gonfio di gratitudine.
Devo ammettere che sono stata molto fortunata, ho frequentato con entrambe mie bambine, un nido di vera qualità con educatrici bravissime. In anni di lavoro sul campo, mi sono confronta con tanti, se non tantissimi, genitori bolognesi e sempre più spesso in tutt'Italia e questa balzo, questa differenza, tra nido e scuola è costantemente sottolineata.
A scuola quando entri senti l'odore di detersivo, se va bene, perché le cucine il più delle volte non ci sono. La pappa arriva già fatta da qualche enorme centro di cottura e il pranzo è trasportato in grandi taniche di metallo. Le maestre sono presenti una per volta, la mattina, quando arrivi hanno sempre qualcosa da fare ed è difficile che possano fermarsi a fare due parole. Se succede è perché devono raccontare un episodio spiacevole...
Le riunioni sono momenti di tensione, dove i genitori tentano domande destabilizzanti e gli insegnati respingono gli attacchi con frasi fatte, che indicano spesso paura e tanta, ma tanta diffidenza. Nella mia personale esperienza più sono andata avanti nell'ordine della scuola, più ho trovato questo sistema, questa paura, questa voglia di lasciare il genitore sulla porta della scuola senza farlo entrare.
Noi genitori siamo visti come persone da cui difendersi e tenere lontano. Non è sempre così, ma lo è troppo spesso. I motivi li capisco tutti, ogni volta che sono ad una riunioni e ascolto le domande e i consigli che i miei colleghi genitori fanno agli insegnati. I motivi della diffidenza sono ben descritti da molti psicologi, sociologi e studiosi di ogni tipo. Ma quello che secondo rimane un problema grande e che non viene mai considerato è che a scuola manca un po' di nido, manca un po' della cultura d'accoglienza. Un'accoglienza che questo servizio ha saputo creare e costruire in anni di servizio, forse anche perché era considerato anche un servizio sociale e di cura, non saprei dire perché, ma è certo che ha saputo rendere tanta serenità a tanti genitori come me.