I nidi altrove








L'andamento generale dei nidi in Italia è spiacevole, almeno se si considera spiacevole l'esternalizzazione dei servizi. Bologna tra il Nord e il Sud della penisola, rimane quasi un'oasi felice. Molti genitori forse penseranno cosa interessa a noi dei nidi di altre città?
Credo invece che sia necessaria una consapevolezza e una maggiore informazione. Questi tagli che sembrano dell'ultimo minuto non sono concernenti solo il nostro territorio, e nonostante si faccia credere che un commissario che nulla centra con la politica, sia arrivato in città per tagliare senza scrupoli, questa è solo una mezza verità. Guardiamo altrove.
Roma sta vivendo una stagione inquietante. Secondo le ultimissime sei nidi pubblici in chiusura, riapriranno dopo una gara d'appalto e affidati a privati, e il vincolo di una spesa massima di 500 euro circa. Un prezzo stracciato. Legacoop Lazio si è opposta a questo bando che considera illegittimo. I costi per gestire un nido ai minimi termini secondo la cnel è di oltre 700 euro. Ribadiamo che la spesa di gestione dei nidi la fa per circa 80% il costo del personale. Pino Bongiorno presidente legacoop sociale Lazio ha denunciato senza mezzi termini: "risparmiare fino a 500 euro vuol dire alimentare il lavoro in nero". Il bando, sempre su intervento di Legacoop, è stato considerato dall'Authority non valido, ciò nonostante i lavori stanno andando avanti. Caterina Fida del sindacato RdB denuncia "In pochi anni dal 2007, hanno perso il posto di lavoro circa 400 persone addette al servizio nido". I nuovi asili sono tutti privati in convenzione o a concessione.
Milano sta vivendo situazioni forse anche peggiore. I nidi si stanno svuotando in corso d'anno mentre l'assessore comunale Moioli durante incontri informali con i genitori raccomanda che non bisogna pensare e valutare solo il privato convenzionato, ma al pari anche il privato accreditato. Un privato, quello accreditato, spesso poco controllabile dal punto di vista educativo e con meno vincoli qualitativi. Insomma il mondo del nido d'infanzia sta vivendo una stagione di profondi cambiamenti, che non pare almeno ad oggi portare buone nuove.