1) La sua candidatura si fonda su tre macro argomenti: welfare, scuola e lavoro. Tre temi complessi e che stanno attraversando un periodo davvero delicato. Ora le chiedo dato che i soldi nelle casse del comune mancano e di questo siamo tutti certi, come crede di poter far crescere ed alimentare questi temi, con quali risorse? E in quali altre aree andrebbe a tagliare finanziamenti?
Innanzitutto desidero ringraziarvi per la disponibilità. Ho scelto tre temi sicuramente delicati ma su cui sono impegnato da tempo e che vorrei portare avanti, non da solo ma insieme a tutti coloro che vorranno aiutarmi.
Credo che sia necessario rispondere come farebbe una famiglia in difficoltà, quale siamo noi in questa fase delicata, partendo da una domanda: come possiamo fare meglio a parità di risorse? E se si vogliono più risorse bisogna chiarire bene per che cosa e come misurare i risultati.
La crisi economica ha colpito in maniera pesante servizi socio-educativi indispensabili allo sviluppo di una prospettiva di crescita per tutti, in particolare delle fasce più deboli. Le spese per i servizi socio-educativi devono essere espressione di una scelta solidale, in una società sempre più individualista. Preoccupano quindi alcune scelte, soprattutto il rafforzamento del settore privato, che rischiano di avere pesanti ripercussioni sul welfare, l'istruzione e perfino sullo stato di salute della democrazia nella nostra città, mettendo in discussione quella qualità di servizi riconosciuti come il "modello Bologna".
Abbiamo tre strade possibili di fronte:
- una risposta basata sull'emergenza, di tipo assistenziale, che rischia di soffocare ogni iniziativa individuale: non considera le persone come risorsa per crescere, e non incentiva lo sviluppo delle autonomie;
- abbracciare il principio della concorrenza, che rischia però di mettere in moto una esternalizzazione dei servizi basata solo sul criterio economico. Questo abbassa la qualità dei servizi e quindi la stessa domanda;
- la terza ipotesi ci permette di uscire dalla logica delle rette e dei sussidi sopra citati. La risposta non può essere solo legata a tagli o all'aumento delle tariffe ma permette di riconsiderare l'investimento in solidarietà come un vantaggio per tutti, e non una spesa, come dimostra la tradizione di questo territorio.
E' necessario promuovere una vera partecipazione e trasparenza nelle scelte pubbliche, valorizzando energie ed esperienze che già ci sono. Il Comune di Bologna dovrà facilitare (non controllare) la creazione di reti per integrare competenze e risorse (promuovendo anche il dialogo tra mondo sociale e imprenditoriale). Per fare questo sono necessari capacità di ascolto e di promozione della partecipazione da parte degli amministratori, e lo sviluppo di una organizzazione interna al comune che realizzi, valuti e presidi le politiche attuate.
Diciamo basta a inefficenze e sprechi.Sul mio sito (www.francescoerrani.it) sono presenti alcune proposte a costo zero (su scuola, lavoro e welfare) che permetterebbero di recuperare risorse. Un esempio concreto è l'azione del Comune a contrasto dell'evasione fiscale: usando la legge che dà ai comuni il 30% dell'evaso scoperto e investendo in personale e tecnologia, si può combattere il problema e tentare di debellarlo, con un accordo con l'Agenzia delle Entrate per l'incrocio delle banche dati.
2) Nel progetto scuola non ho trovato nulla sugli asili nidi. Come intende pronunciarsi sull'esternalizzazione dei servizi? Argomento per altro appoggiato dal pd e dal candidato Merola. Crede sia un buon modo per risparmiare? Crede che ci siano valide alternative? Se si quali? Come pensa si debba procedere invece per gli operatori ed educatori che inevitabilmente con il mutamento del rapporto numerico da 1/6 a 1/7 saranno in esubero?
In realtà sempre sul mio sito (www.francescoerrani.it) ci sono alcune proposte molto operative anche sulla Scuola.
Sappiamo che il Comune si occupa soprattutto di Nidi e Materne. Su questi i tre elementi fondamentali sono: le richieste (molte sono quelle inevase per i Nidi ma anche per le Materne e questo non è accettabile), la qualità dei servizi erogati, i costi per bambino.
Sulle richieste credo che il posto al nido sia un diritto a Bologna. Per ottenere questo risultato è necessario adottare tutti gli strumenti utilizzabili, tuttavia in primis è il Comune che si deve fare carico della gestione dei nidi, partendo dalla qualità che negli anni è stato in grado di produrre. Solo dopo, chiedere l'intervento dei privati.
Sull'offerta per incontrare i bisogni della domanda: apertura durante i mesi estivi e negli orari di lavoro dei genitori, sussidiarietà con associazioni e altri operatori del territorio senza dimenticare che lo scopo degli asili e delle materne è la socializzazione con gli altri e soprattutto la necessità d'instaurare un rapporto equilibrato e sano con la famiglia. In questo senso ben vengano attività come quelle dei centri gioco, delle sezioni primavera, dei gruppi educativi e dei nidi domiciliari o aziendali.
La recente decisione della Cancellieri di aumentare le tariffe ha un'incidenza limitata sul bilancio comunale (parliamo di circa 1 milione di euro) e un forte impatto sulle famiglie. Le risorse come ho già detto ci sono e comunque la "politica" deve fare delle scelte e credo sia miope tagliare sulla solidarietà perché in realtà questa produce ricchezza e rende le persone attive e quindi "produttive". Merola si è già impegnato per cancellare la tassa di iscrizione, credo debba rivedere la scelta del (fortunatamente ex) commissario.
Sulla "politica" delle esternalizzazioni credo di avere già risposto con la prima domanda, mentre non riesco a vedere come un problema il mutamento del rapporto numerico a 1/7 se questo significherà la sostenibilità e il mantenimento dei Nidi comunali e non la loro chiusura.
3) L'ascolto del cittadino è al centro del suo programma politico. Attualmente uno dei massimi problemi della politica, da destra a sinistra, è il disinteresse collettivo, se è concorde con me su questo punto, come pensa di riuscire a coinvolgere far partecipare i cittadini ad un proficuo dibattito? Con una comunicazione mirata? con tavoli d'ascolto? Come?
Praticando davvero una politica trasparente e centrata sull'ascolto. Solo qualche giorno fa ho sottoscritto un impegno preciso al riguardo (Un patto di responsabilità per i candidati).
Si partecipa quando si ha l'impressione di modificare le decisioni che verranno prese e chi dedica un'ora del proprio tempo a migliorare la politica deve avere l'occasione di incidere e non di partecipare solo a sfogatoi in cui ciò che viene detto rimane irrilevante.
Non si tratta solo di partecipare a processi consultivi e decisionali, ma di prevedere un contributo diretto e autonomo dei singoli cittadini alla cura e costruzione dei beni comuni e alla definizione delle politiche pubbliche, secondo una logica di cittadinanza attiva.
Questa è l'unica strada possibile, insieme a quella della trasparenza, per provare a uscire insieme da una situazione difficilissima.
In questi giorni ho incontrato assistenti sociali, piccole cooperative sociali, pedagogisti, cittadini, etc, tutte persone e realtà che intendo incontrare anche e soprattutto dopo le elezioni, rendicontando su incontri che saranno pubblici (raccogliendo idee e proposte) e monitorando insieme i risultati raggiunti. E' così che intendo la rappresentanza politica ed è così che la politica potrà tornare a essere credibile. Da solo non potrò fare molto ma insieme credo sia possibile fare qualcosa, mettendo insieme creatività e concretezza.