Istruttoria infanzia: parola al presidente Lembi

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Simona Lembi è presidente del consiglio comunale di Bologna. A lei il compito istituzionale di indire l'istruttoria sull'infanzia, un tema che le sta particolarmente a cuore. L'abbiamo incontrata  per farci raccontare la sua esperienza e il suo punto di vista.


Istruttoria pubblica: da quanto mancava a Bologna?
L'ultima l'abbiamo avuta durante il commissariamento nel 2010, indirettamente ha riguardato anche l'infanzia essendo concentrata sul welfare. Ne abbiamo avuta una ancor prima nel '97 con tema specifica sull'infanzia con l'allora presidente Flamigni e il sindaco Vitali. L'istruttoria credo sia uno strumento molto prezioso per la vita sociale della città. In un momento di grandissima disaffezione alla politica, in consiglio si sono succedute le voci di oltre 100 soggetti di questi 100, 70 erano esponenti in rappresentanza di comitati, associazioni, gruppi che in città si occupano di bambini e bambine, tutti i giorni con diverse competenze e tanta passione. Questo è un risultato davvero notevole e restituisce il ritratto di una città viva.
Trova consono che in un momento tanto delicato per servizi e scuole,  il punto di partenza dell'istruttoria sia un documento debole e generico da un punto di vista politico? E ancora trova corretto che l'istruttoria e il percorso partecipato abbiano per fine la riscrittura della carta dei servizi?
Intanto ci tengo a sottolineare che l'istruttoria è stata votata all'unanimità dal consiglio, quindi tutti i gruppi dei partiti presenti, si sono espressi in senso favorevole. Non è scontato. In secondo luogo non credo affatto che la carta dei servizi sia un documento qualunque. E' un patto tra genitori, cittadini amministratori e lavoratori rispetto al funzionamento, alle pratiche e ai valori che si esprimono nei servizi. Ad oggi esiste solo la carta che regola i nidi e quindi trovo molto corretto scriverne una anche sulle scuole dell'infanzia. Credo anche che un argomento circoscritto sia doveroso per finalizzare dei risultati.
Il documento di partenza è stato definito con coraggio dal Professor Farné buonista ...
Intanto vorrei rimanere nell'ambito che mi compete, quello di presidente. Il mio compito è stato indire l'istruttoria e seguirla. Detto questo il documento è generico e migliorabile, tutto si può criticare e tutto è perfettibile. Ne capisco i limiti, ma non sarei così nagativa. Ciò detto vorrei anche aggiungere che trovo svilente e davvero insufficiente che in città si parli solo di contratti, che sono una parte importantissima del problema, nessuno lo nega, ma non è che una parte del tutto.     
Quali gli altri problemi urgenti?
Certo la stabilizzazione del personale e non solo per i lavoratori che molto giustamente pretendono di avere certezze, dopo anni di precariato, ma sono importanti anche per la continuità educativa. Si dovrebbe ripensare con forza alla qualità, una qualità che comprenda lo 0-6. Si dovrebbe ripensare ad un'alleanza strategica per un dibattito serio e lungo che non si può risolversi in poche settimane. L'istruttoria è un punto. Così sottolineiamo ancora una volta che Bologna ha una storia lunga 40 anni di eccellenza. Qui sono nati i nidi, qui abbiamo un importante fiera dell'illustrazione del libro per bambini e a mio sapere Bologna è l'unica città in cui c'è una cattedra dedita alla letteratura d'infanzia...
Ciò nonostante ci sono profondi conflitti non riconosciuti o senza controllo. Una città dove si celebrava il febbraio pedagogico...           
Il conflitto è alto, su questo non c'è molto da dire. Mi pare però che si sottolinei sempre e solo questo, mentre c'è molto altro, ci sono progetti bellissimi, di vera qualità, progetti piccoli ma importanti per i bambini e per la qualità educativa che non vengono mai davvero valorizzati. Bologna ha ancora molto da dire. Si sta trovando in un momento difficile ma voglio guardare al futuro con fiducia e la massiccia partecipazione all'istruttoria sono un dato significativo.