Il diritto di sporcarsi

kakisky











I bambini giocano al parco e toccano tutto: sassi, terra, mozziconi di sigaretta, cacca di cane, se la trovano, erba, tronchi di alberi e sabbia. I bambini annusano e leccano le catene dell'altalena, provano che gusto ha lo scivolo,
rotolano sulla ghiaia e vanno a scovare le peggiori porcherie che ci sono nel raggio di 20 km. E per quanto possa sembrare assurdo anche questo è un loro diritto. Toccare assaggiare, odorare è un modo di conoscere per i piccolissimi ed è un modo di indagare per i più grandi. E se, certo, a tutto c'è un limite, i bambini devono essere liberi di provare. Troppe volte noi adulti rimproveriamo "Questo non si tocca...questo non si fa..." Sperimentare spesso è più necessario e sano dell'igiene.  I bambini al parco corrono, sudano e saltano, si rotolano e si mettono alla prova. E se in città viviamo tutti, o quasi, in appartamento, si dovrebbero trovare più occasioni per star fuori. La scuola teoricamente dovrebbe garantire momenti all'aperto, non per niente in tutte c'è un giardino. Ma in troppe scuole gli spazi esterni sono chiusi. Il primo motivo della chiusura è la paura. Paura di dispiacere ai genitori, paura che i bimbi si facciano male, paura di perdere tempo sulla programmazione... Uscire per i maestri significa più lavoro, più attenzione, per i genitori significa spesso pile di panni sporchi e l'ansia di verificare graffi e lividi sulla pelle dei figli. E mentre insegnamo ai bambini a gestire le proprie paure, rifiutiamo le nostre. Fuori si impara e si impara moltissimo anche a gestire meglio le paure. I giardini dovrebbero essere innondati di bambini, in tutte le stagioni anche quando il tempo è un po' così, cosi. A Bologna ha preso piede il progetto Education Outdoor per riscoprire il piacere di star fuori. Abbiamo dovuto inglesizzare e teorizzare qualcosa che le nostre nonne sapevano molto bene: i bambini stanno bene all'aria aperta, anche se si sporcano, si ammalano e si fanno male.