Valutare la qualità del sistema educativo 0-3: cosa accade in Emilia Romagna


Recentemente la regione ha annunciato , nel corso di un seminario svoltosi a Bologna il 20 ottobre, l'avvio della fase di applicazione delle Linee guida per la valutazione della qualità dei servizi educativi per la prima infanzia. Si tratta della seconda fase di un percorso avviato due anni fa, con l'emanazione delle “Linee guida per la predisposizione del progetto pedagogico e della metodologia di valutazione nei servizi educativi per la prima infanzia” e che nei prossimi anni dovrebbe permettere di mettere a regime il sistema di regolazione della qualità nel settore 0-3.
La notizia ha attirato l'attenzione di BoNidi e così abbiamo pensato di provare a capire qualcosa in più questo progetto che coinvolge gli addetti ai lavori, ma che avrà ricadute importanti anche sulle esperienze di chi, come genitore o educatore, frequenta quotidianamente i nidi del sistemaregionale integrato.
Il progetto si inserisce all'interno di un percorso più ampio volto alla definizione di una direttiva regionale sull'accreditamento dei servizi.
Il tema non è dei più semplici e, per cercare di offrirne una sintesi comprensibile, anche a chi ha poca dimestichezza con i tecnicismi del settore, abbiamo chiesto l'aiuto di Sandra Benedetti, responsabile u.o. dell'area infanzia e genitorialità del servizio politiche familiari, infanzia e adolescenza della regione, che, con pazienza, ha accettato di rispondere alle nostre domande e chiarire i nostri dubbi. Ciò che leggerete vuole essere soltanto una sintesi di quelli che, come genitori, ci sono apparsi i punti chiave di un discorso lungo e complesso.

Il nido
Per capire l'impatto che l'intero progetto avrà sul sistema educativo occorre fare un passo indietro e cercare di capire di cosa parliamo quando facciamo riferimento al nido. Quando pensiamo ai nidi, in cui i nostri figli trascorrono parte della loro giornata, abbiamo in mente due cose:il nido come luogo fisico, struttura, ambienti e il nido come realtà educativa e pedagogica, una realtà quest'ultima fatta di attività, relazioni, proposte nelle quali va rintracciata e resa evidente la qualità della cura educativa e degli apprendimenti offerti ai bambini. La qualità e l'idoneità del luogo fisico ad ospitare i bambini può essere e viene valutata sulla base di criteri e parametri fissati da norme e direttive applicative. Si tratta per lo più di rispettare i parametri strutturali e organizzativi basati su coefficienti oggettivi. Valutare l'offerta educativa e pedagogica non è altrettanto semplice perché occorre indagare gli stili relazionali, il modo come si comunica, e l'idea stessa di bambino a cui fa riferimento il servizio, tutti aspetti di natura culturale e quindi rappresentati da un alto tasso di soggettività e di discrezionalità.

La necessità di paradigmi comuni
Il sistema dei servizi per la prima infanzia è un sistema integrato che vede la compresenza di pubblico e privato e la coesistenza di realtà fondate su diverse ispirazioni e approcci pedagogici. Una realtà così complessa deve poter essere valutata sulla base di paradigmi condivisi, punti considerati irrinunciabili da qualsiasi prospettiva pedagogica li si osservi. Tra questi compaiono, ad esempio,: l'organizzazione degli spazi, le modalità con cui si scandiscono le attività tra routines e proposte più o meno strutturate nel tempo quotidiano, le modalità di relazione tra gli adulti e tra adulti e bambini, le relazioni con le famiglie e la possibilità di assumerle come dirette interlocutrici.

Valutazione della qualità: un concetto complesso
L'intero processo di valutazione si fonda sul concetto di qualità come processo negoziato e dinamico in cui progettazione e valutazione dei servizi sono strettamente intrecciati. In quest'ottica la valutazione costituisce un'importante occasione di miglioramento e formazione: ciò che emerge dalla valutazione, ciò che essa restituisce, può essere reinvestito nella progettazione. Non si parla dunque di una valutazione di natura ispettiva ma di una forma di valutazione partecipata, formativa, ricorsiva e dialogata . La sperimentazione condotta in regione si basa su un sistema integrato che prevede azioni di auto ed etero-valutazione fortemente correlatele une alle altre. L'etero-valutazione riguarderà anche le famiglie che verranno coinvolte attraverso indagini sulla qualità percepita nella relazione con il servizio di cui sono utenti.
Fin dal suo avvio il percorso ha coinvolto i coordinamenti pedagogici provinciali, i servizi, il personale educativo e quello ausiliario.
Sulla base di uno studio di sostenibilità ipotizzato dal Coordinamento Pedagogico Provinciale di Forlì-Cesena (che ha avviato l'intero percorso in anticipo per offrire un parametro assunto come base per definire il budget necessario a mettere in moto la seconda fase della sperimentazione) il percorso prevede complessivamente un impegno economico di 400.000 euro all'anno per un totale, in 4 anni (tempo ipotizzato per coprire l'intero numero di servizi nella nostra regione), di un milione e seicentomila euro, cifra necessaria a portare a compimento l'intero percorso.
L'attuale seconda fase attuativa delle linee guida è sostenuta dalla regione con un finanziamento nell'anno educativo 2014-2015 di 400 mila euro, fondi che serviranno alle province per formare i coordinatori pedagogici, individuati su un campione di servizi, per svolgere il ruolo di eterovalutatori nei servizi appartenenti allo stesso territorio provinciale in cui solitamente operano. Il coordinatore investito del ruolo di etero valutatore ovviamente non eserciterà tale funzione nei servizi da lui coordinati.
Quella del coordinatore pedagogico, è una figura chiave coinvolta, con compiti differenti, sia nella fase di autovalutazione che in quella di eterovalutazione.

Due fasi: auto ed etero-valutazione
Alla prima fase, quella di autovalutazione, hanno aderito su base volontaria, numerosi servizi pubblici e privati convenzionati con i rispettivi coordinatori operanti su tutto il territorio regionale. Ciascun servizio educativo ha: redatto un proprio progetto pedagogico e costruito il proprio strumento di valutazione (attraverso quanto indicato dalle linee guida, funzionali ad offrire un supporto metodologico alla realizzazione dello strumento secondo paradigmi comuni a tutti i servizi nel panorama regionale) e realizzato a posteriori il proprio report come documento che sintetizza quanto prodotto dall' autovalutazione.
La seconda fase, che entrerà nel vivo a gennaio, coinvolgerà, sempre su base volontaria, il 10% dei nidi esistenti in ogni provincia e vedrà professionisti appartenenti ai coordinamenti pedagogici provinciali impegnati nella riedizione di una ulteriore tranche del processo in cui auto ed eterovalutazione saranno associati all'interno di nidi appartenenti a comuni o privati della medesima provincia.

In conclusione
Come ho scritto all'inizio, credo che conoscere, anche se a grandi linee, il progetto messo in campo dalla regione possa essere utile anche a noi genitori. La qualità dei servizi frequentati dai nostri bambini è uno dei temi che più ci sta a cuore. L'estensione e la qualità dei servizi per la prima infanzia sono uno dei pilastri del sistema educativo e di welfare della nostra regione. L'attenzione che negli anni è stata dedicata a questi servizi è strettamente correlata alla storia del territorio ed assume una grande rilevanza in una congiuntura sociale ed economica non certo semplice come quella che stiamo attraversando. Il discorso ha mille sfaccettature che qui non possono essere richiamate ma vale la pena sottolineare che l'esistenza di un sistema di valutazione della qualità dei servizi possa esserci utile anche come singoli. Anche il solo conoscere l'esistenza dei criteri che tutti i servizi devono presentare ci può aiutare ad orientarci nell'universo dei nidi e a capire quali siano i punti di forza e le criticità sui quali esercitare azioni di miglioramento utili a garantire un'offerta di qualità per i nostri bambini.