Rimini: Quando educare cambia il mondo.

Margherita Zoebeli*











C'era una volta e c'è ancora il centro educativo Italo Svizzero (ceis) che in questi giorni compie 70 anni. Il centro è qualcosa di grandioso da più punti di vista, intanto è grandiosa o meglio lo era, la sua creatrice: Margherita Zoebeli. Donna tenace e dallo sguardo profondo la Zoebeli arrivò da Zurigo a Rimini per aiutare a ricostruire la città distrutta dopo la guerra. E con intraprendente lavoro trasformò le baracche dei militari, adibite ad orfanotrofio, in una delle scuole d'infanzia più innovative e creative d'Italia e non solo. Nel tempo il centro si espande e  oggi prevede un ciclo scolastico che parte dal nido e giunge alla scuola primaria. Il suo principale intento era cancellare l'impronta che il fascismo aveva allungato sull'insegnamento e sulla scuola per convertirlo. Se il fascismo aveva creato una scuola per "allevare" nuove leve fasciste, impartendo nozioni e azioni, la scuola della Zoebeli si basava sull'educazione libera. Un'educazione intesa nel senso più classico del termine, aiutare l'individuo all'autonomia del sè. Un concetto molto politico e certo scomodo ai regimi di sempre. Il Ceis è un villaggio del fanciullo, una casa dell'infanzia e del pensiero pedagogico e didattico, dove studiosi arrivano da tutto il mondo per dialogare, confrontarsi e innovare. Insomma un centro di eccellenza e modello per molte questioni spinose, prima tra le quali l'integrazione dei disabili, dell'autismo e per la dislessia. 
Rimini celebra i 70 anni il centro con tre giorni di convegni tutti aperti al pubblico e gratuiti. Si parte venerdì 12 febbraio con un relatore davvero interessante, il filosofo e psicoanalista Romano Madia che titola il suo intervento Formarsi al mestiere di vivere
Sabato 20 febbraio si prosegue con Mariapia Veladiano insegnante e scrittrice con Coltivare la scuola e si conclude il sabato 27 febbraio con l'architetto e antropologo Franco La Cecla che farà un intervento sull'uomo e lo spazio dell'apprendimento. Dove? Tutti gli appuntamenti sono fissati alla Sala del giudizio presso il museo della città. A che ora? Alle ore 17 

*Educareallalibertà.org