Telecamere nei nidi?

pippalou












Ogni volta che si verifica una denuncia per maltrattamenti nei nidi le paure si alimentano e le domande si moltiplicano: com'è possibile che educatrici e maestre arrivino a maltrattare i bambini? Che conseguenze ci sono sui bambini? E sopratutto come possiamo prevenirle? Le domande sono tante e le risposte sembrano sfumate e non essere mai abbastanza esaustive.

La reazione dei genitori
Circa due anni fa una mamma romana lanciava on line una petizine per chiedere che venissero inserite telecamere nei nidi in modo permanente. Dopo il caso di Pisa la proposta si ripresenta da parte di una rete di mamme toscane che in poche ore hanno raccolto centinaia di firme. L'ansia è tanta da parte dei genitori e i fatti di violenza non aiutano nessuno. Eppure in proposito ci sono normative chiare ed evidenti e anche alcune novità. 
Il garante della privacy
Antonello Soro garante per la privacy ha stabilito già nel 2013 con il divieto di utilizzare webcam all'interno dei nidi in modo continuativo. "Sistemi di controllo così intrusivi come le webcam devono essere usati con estrema cautela perché, oltre a incidere sulla liberà di insegnamento, possono ingenerare nel minore, la percezione che si "normale" essere continuamente sorvegliati" ha poi aggiunto che  l'uso di controllo potrebbe "condizionare la spontaneità del rapporto con gli insegnanti." Il Garante fa anche riferimento alle linee indicate dalla commissione Europea che in proposito si è espressa in modo netto: per attivare l'uso di telecamere all'interno di strutture educative si devono avere motivi circostanziati e precisi.
Dal punto di vista educativo
Loredana Bondi già direttore dell'istituzione dei servizi educativi e scolastici di Ferrara, sottolinea altri aspetti della questione. " Non possiamo cedere alla paura. I casi isolati fanno clamore e si ricordano per molto tempo ma sono isolati fortunatamente. Dobbiamo prevenire con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Al nido l'educatore lavora in stretta relazione con colleghi e con un coordinatore pedagogico. Il lavoro è di equipe ed è pensato anche per monitorare e prevenire possibili situazioni di malessere. Se le cose non funzionano, vanno fatto indagini puntuali, come si è fatto. Il modello va rafforzato mentre l'uso delle telecamere va limitato al massimo, perché invasivo e poco efficace. Vorrei poi ricordare che la maggior parte delle violenze avvengono in in casa... cosa facciamo in quei casi: mettiamo telecamere anche tra le pareti domestiche?".
Le denuncia di violenza minorile 
La maggior parte delle violenze sui minori avvengono da figure famigliari, come confermano anche gli ultimi dati dell'Unicef. In Italia i numeri delle violenze su minori sono questi:  398 per abusi sessuali, 373 per atti sessuali, 168 per corruzione, 127 per prostituzione... Da dicembre  è stata varata la legge n. 199 che ha ratificato il terzo Protocollo attuativo delle Convenzione ONU.
La commissione Onu
Il protocollo permette, a qualunque soggetto interessato di presentare direttamente al Comitato ONU reclami riguardanti le eventuali violenze dei diritti dei bambini. La convezione Onu sancisce i diritti del fanciullo in più articoli. L'Italia ha aderito alla convenzione nel 1991 garantendo tra le altre cose, che qualora i dritti dei bambini entrino conflitto con i diritti degli adulti, debbano essere messi in primo piano. Da questo passaggio, non del tutto scontato,  possiamo meglio spiegare le ragioni del garante della Privacy il quale sottolinea come le telecamere siano pensate per il benessere dei genitori e non per quelli dei bambini, che anzi, ne sono danneggiati emotivamente.
Denunciare la violenza sui minori
Ad oggi è possibile sporgere denuncia direttamente alle Nazioni Unite per casi individuali di violazioni dei diritti. Le denunce potranno essere presentate al Comitato Onu che valutata la situazione e potrà svolgere l’istruttoria tramite lo Stato interessato.