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Telecamere e scuola. Lettera di una maestra per vocazione
Gentile
redazione, ho letto con attenzione i vostri articoli e molti altri
sull'uso delle telecamere nei nidi e nelle scuole. Ho letto poi
moltissimi commenti sui social e seguito qualche dibattito.
Nonostante non ami mettermi in mostra per indole introversa e
piuttosto timida, questa volta sento la necessità di aggiungere a
tante parole altre parole. Personalmente sono a favore delle
telecamere nelle scuole e nei nidi e vorrei spiegare le mie
motivazioni. Insegno
nella scuola d'infanzia statale da oltre 20 anni. In tanti anni di
servizio ho girato molti istituti e visto tante situazioni diverse.
Ho insegnato in scuole frequentate da "persone bene" della
upper class, altre scuole composte da famiglia ai margini delle
società: disagiati, poveri, delinquenti ecc ecc. In tante scuole ho
osservato e lavorato con tanti colleghi. Nelle nostre scuole italiane
ci sono tante maestre frustrate che avrebbero voluto fare altro nella
vita e si sono trovata a fare questo lavoro, magari convinte di aver
vantaggi: molte vacanze, tanti congedi, tanto tempo libero... la
realtà si è rivelata profondamente diversa e hanno incontrato le
tante difficoltà e stress che questo lavoro costringe
quotidianamente e di continuo. Educare i bambini significa:
attitudine, concentrazione e tantissima pazienza, non si tratta di
svolgere un lavoro, ma compiere una vera missione. Ci sono momenti
normali della giornata duri da affrontare. Magari dopo diversi
tentativi sei riuscita a creare armonia e attenzione per svolgere
un'attività e bussano perché devi firmare una circolare urgente. A
quel punto devi staccare dai bambini, concentrarti sul testo per
capirlo e firmarlo in breve tempo. Nel mentre l'attenzione dei
bambini è saltata e devi badare che non si facciano male o non
scatti una rissa... Questo è solo un esempio di ciò che succede
tutti i giorni e richiedere tante energie. Quel che vedo intorno è
molto diverso. Faccio un altro esempio, ho avuto un collega che per
anni, tutti i giorni, arrivava a scuola con lo zaino vuoto, per
riempirlo di panini o altri alimenti "rubati" ai bambini
prima dello scodellamento. Tutti lo sapevamo. Tutti stavamo attenti
che ciò non accadesse, ma continuava ad accadere, nonostante liti e
baruffe. Il
personale nelle scuole è quasi esclusivamente femminile e questo non
è un bene. Troppe donne sullo stesso luogo di lavoro alimentano
invidie, gelosie e rivalità e se le donne non sono peggio degli
uomini, è anche vero che nelle scuole ci vorrebbero più uomini, per
avere un confronto diverso e dare un diverso riferimento ai bambini,
un altro sguardo. Tutto questo malessere che c'è nelle scuole ed è
tangibile, inevitabilmente si riversa sui bambini. Molto spesso si
crede che la scuola d'infanzia si possa realizzare tramite
laboratori, attività e progetti pedagogici. Tutte queste cose sono
importanti e utili , ma la cosa più importante è l'amore,
l'accogliere che si da ai bambini, è riuscire a dare attenzione,
saperli vedere, ascoltarli senza etichettare, cosa che troppo spesso
avviene: "il bambino è timido...il bambino è violento" i
bambini non hanno bisogno di giudizi ma di affetto e tanto ascolto
che solo se fai questo lavoro per passioni puoi dare. Ecco
perché credo che le telecamere nelle scuole potrebbero aiutare non
solo a individuare in tempi più rapidi le violenze, ma anche a
verificare i continui mobbing tra colleghi che troppo spesso ho
incontrato e subito. Non telecamere per mettere in mostra i
bambini e a disposizione di chiunque, ma telecamere per verificare
anche il clima del lavoro, perché certe maestre andrebbero
semplicemente allontanate dal posto di lavoro per far spazio a chi sceglie questo lavoro per passione.
Carmen maestra per vocazione