Quaranta posti inmeno, tariffe più alte e orari lunghi cancellati. Queste alcune delle
decisioni prese dall’amministrazione comunale di Savona in tema di nidi. Scelte che non sono piaciute ai genitori o
almeno ad un folto gruppo di mamme e papà. Le famiglie non sono rimaste a
guardare e la protesta di quello che è stato battezzato “l’esercito dei passeggini” hanno portato l’amministrazione a
rinunciare ad applicare le nuove tariffe in corso d’anno. Pur soddisfatti del
risultato ottenuto, i genitori non si sono fermati e per portare avanti le
proprie ragioni hanno dato vita al ComitatoGenitori Savona.
Nella città ligure i fronti aperti sono tanti. Recentemente
l’amministrazione, guidata da Ilaria Caprioglio, ha approvato i nuovi indirizziper i servizi educativi. Tra le novità
spicca la riduzione dei posti nido, passati da 250 a 210. La riorganizzazione
dei nidi –secondo quanto spiegato dalla sindaca alla stampa locale – sarebbe
collegata alla riduzione del numero delle educatrici , passate negli ultimi
anni da 46 a 37. Sempre secondo quanto riportato dalla stampa locale il numero
delle educatrici potrebbe calare ulteriormente e il Comune si troverebbe
impossibilitato a fare nuove assunzioni.
“ Si vuole spingere
sul privato, la situazione peggiorerà ancora” spiegano Lorena Brignone e Paolo
Mantero, presidente e vicepresidente del neonato comitato genitori, in quest’intervista in cui si sono più volte
passati la parola. Un dialogo – precisano più volte – in cui parlano a nome dell’intero
direttivo del comitato. Nato simbolicamente lo scorso 8 marzo, il comitato
conta 80 soci , numero – assicurano – in continua crescita.
Il vostro comitato è nato ufficialmente nelle scorse settimane anche se è
da tempo che i genitori savonesi sono attivi in difesa dei servizi educativi.
Perché un comitato di genitori?
Il Comitato è nato in maniera spontanea per riunire tutti quei genitori che
si erano aggregati già a fine anno a difesa dei servizi per i minori , e per
rendere la loro voce univoca e più forte .
Siamo un gruppo propositivo non atto al becero mugugno. Portiamo idee
concrete, progetti attuabili e modus operandi alternativi ma ad oggi non
ci è stato dato modo di confronto ne un minimo spiraglio di apertura o
ritrattazione.
La costituzione del Comitato era nelle nostre “teste”'da dicembre , ma tra
i vari impegni lavorativi e familiari , ed anche un attento studio di normative
per costituirlo nel modo giusto , siamo arrivati a marzo .
E così abbiamo
simbolicamente scelto di costituirlo l'8 marzo.
Quali sono i vostri obiettivi a breve termine?
Gli obiettivi a breve ruotano intorno a 5 grandi macrotemi: che poi sono
quelli colpiti da tagli ed aumenti: nidi, mense, aperture estive e campi
solari, trasporto ed agevolazioni per i bambini disabili e gratuità dei libri
per la scuola primaria. Su ognuno abbiamo costituito un gruppo di lavoro.
Partiamo dai nidi…
Gli : asili nido hanno visto spalmature ISEE con aumenti retta in alcuni casi di oltre il 70%. Non vogliamo tornare
alle rette precedenti ma arrivare ad un sistema equo e condiviso, con nuove
fasce Isee.
Tra le iniziative che
avete intrapreso per contrastare le nuove tariffe c'è un ricorso straordinario
al presidente della Repubblica. Perché avete scelto questa strada?
L'ipotesi ricorso abbiamo dovuto metterla in conto , nonostante sia
piuttosto frustrante dover far ricorso contro un ente pubblico locale , ovvero
quello che dovrebbe farsi garante di certi diritti. Abbiamo provato a dialogare
con la giunta e presentato un ‘istanza con 927 firme.
“L'esercito dei passeggini " che ha invaso il consiglio comunale del
22 dicembre ha ottenuto uno slittamento dell’applicazione delle nuove rette
nido sino al prossimo anno scolastico; ma é stata soprattutto una manovra
politica per scongiurare il ricorso al tar.
Cosa è successo dopo il
22 dicembre?
Successivi colloqui non hanno dato speranze di apertura , ed infine , dopo
mesi in cui chiedevamo almeno di conoscere progetto ed intenzioni in merito , è
stato chiuso un nido , sul quale tra l'altro erano stati ottenuti fondi
regionali per gli adeguamenti di
sicurezza .
Tutto questo ha indotto i genitori più colpiti a procedere col ricorso al
Presidente della Repubblica , valutato , con un legale competente , adatto al
caso e ad annullare più delibere successive , tutte peggiorative .
Recentemente
l'amministrazione ha ridefinito le regole relative ai nidi d'infanzia comunali.
Con la chiusura del nido "La giostra” il numero dei bambini che possono
essere ospitati nei nidi comunali è sceso da 250 a 210. Come giudicate questa
scelta?
Non possiamo giudicarla in modo positivo . Si vuole spingere sul privato
.Sicuramente la situazione peggiorerà ancora .I nidi privati attualmente
operativi sono pieni. Molte mamme sono rimaste fuori Questa decisione impatta
sulle famiglie precludendo in molti casi la possibilità di rientro al lavoro ,
per i fortunati che ne hanno uno , dato lo stato di crisi della Provincia di
Savona .
Tra le novità compare
anche la cancellazione del servizio di post-nido lungo. Era un servizio
richiesto? Quali difficoltà comporta per le famiglie questa scelta?
In realtà pare non fosse un servizio tanto richiesto , perché, per fortuna,
una grande percentuale di mamme e papà lavoratori ha nonni o qualcuno che possa
ritirare i bambini senza dover ricorrere ad un allungamento di orario.
Sicuramente però, questa scelta, mette in difficoltà chi non ha questa
possibilità e lavora a tempo pieno. Un servizio se pur minimo deve esistere !
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L'estate si avvicina e tantissimi genitori stano già pensando a come
organizzare le proprie giornate con la chiusura delle scuole e dei servizi.
Qual è la situazione nella vostra città per ciò che concerne i nidi e le scuole
dell'infanzia pubbliche?
Per l'estate 2017 il comune aveva comunicato l'abolizione del servizio
estivo nidi e dei campi solari. Abbiamo ottenuto l’apertura dei nidi a luglio e
in questi giorni stiamo raccogliendo adesioni per chiedere l’apertura ad agosto
e riavere i campi solari. L’idea è
quella di realizzare i campi solari con le cooperative in locali messi a
disposizione dal Comune. Stiamo colloquiando direttamente con le coop perché
vogliamo lasciare i nostri figli in mano
a persone competenti.
Tra i cinque temi di cui
avete parlato all’inizio c’è anche quello delle mense…
Giudichiamo gli aumenti sproporzionati:
i costi erano equi ora appaiono troppo elevati rispetto ad un servizio la cui
qualità ultimamente è peggiorata. Ad aprile scadrà l’appalto, vorremmo ci
fossero più partecipanti ma queste gare al ribasso non sono generatrici di
qualità.
Un altro fronte caldo sembra essere quello
dei libri per la scuola primaria…
Quest’anno per l’acquisto dei libri ci sono a bilancio solo 25 mila euro contro
i 70 mila dello scorso anno e le cedole per i libri gratuiti per gli alunni
delle scuole elementari saranno garantite solo alle famiglie in difficoltà e su
presentazione del reddito Isee.
Tra le decisioni che non sono piaciute ai
genitori c’è stata quella di sopprimere il piedibus. Perché?
Il piedibus permetteva ai genitori di affidare i propri figli a volontari
che li accompagnavano a piedi a scuola riscoprendo in questo modo non solo la
città, ma anche il senso civico . La soppressione del servizio piedibus del
Comune di Savona risale a settembre 2016: costava 2000 euro l’anno, il costo
dell’assicurazione per gli anziani volontari. Per il momento il piedibus è
stato riattivato con fondi di terzi, viste le proteste di tantissimi cittadini
, associazioni e famiglie .
I giornali vi hanno
ribattezzato l'esercito dei passeggini. Vi piace questa definizione?
Non tantissimo , ma rendeva l'idea, e mediaticamente ha funzionato .Quindi
, perché no ?