Roma nuovi criteri d'iscrizioni ai nidi















Cronaca Bambina.  Nuovi criteri per le iscrizioni dei nidi romani. Dopo le tante polemiche tra i sindacati di base e le cooperative, la giunta Raggi, è riuscita a trovare una definizione di compromesso. Nelle iscrizioni la precedenza rimane ai nidi pubblici, ma non più con 5 a 1, quindi prima 5 nidi pubblici e poi 1 scelta per il convenzionato, ma di 3 a  3. Le famiglie potranno classificare prima 3 nidi pubblici e a seguire 3 nidi convenzionati. Al 3 a 3 si sono aggiunti altri criteri, che terranno presente le comodità delle famiglie, e consentiranno di scavalcare la precedenza del pubblico. Il primo criterio riguarda la distanza. Nel caso la struttura convenzionata sia ubicata ad una distanza, pari o inferiore, a 300 metri, rispetto alla casa del bebè, si potrà scegliere il nido convenzionato. Il secondo criterio riguarda la continuità educativa. Le famiglie con minorenni con disabilità, con un fratellino o una sorellina, con disabilità, con fratello o sorella, già iscritti per l’anno educativo 2017/2018 ad un asilo nido a gestione indiretta, potranno mettere in prima scelta il nido convenzionato.

I Nidi in numeri
Nel comunicato del comune di Roma si leggono anche numeri piuttosto inquietanti: "Nelle liste d’attesa annuali ci sono 915 bambini e 1.666 posti vacanti e  circa 4500 rinunce". Per contenere la situazione, si legge ancora nel comunicato "si è scelto di anticipato i tempi di apertura delle iscrizioni, che partiranno il prossimo 10 aprile".
La risposta politica 
Lo scontro tra pubblico e privato è stato mitigato da una posizione politica precisa. Pur mantenendo l'impegno elettorale di salvaguardare il servizio pubblico, la giunta Raggi, ha tenuto conto anche delle reali esigenze della famiglie. Il risultato è un lavoro di buon senso. Ora rimangono tanti altri problemi da affrontare. Il più importante, forse, è capire i perché di tante rinunce e perché tanti posti vacanti per poi tentare di dare le migliori risposte per aiutare il sistema.
Da Roma all'Italia
La situazione di Roma per quanto possa sembrare particolare, è lo specchio di ciò che sta accadendo a livello nazionale. I servizi vivono in una grande confusione gestionale. Di nidi si parla poco e solo in casi di protesta, conflitto, o peggio di violenza. Di nidi si conosce poco sia rispetto alla qualità offerta,  sia rispetto alla quantità e ai costi. Oggi è difficile determinare la quantità dei servizi, ma è anche difficile capire i costi di gestione. L'approvazione della "legge 0-6"  potrebbe rivelarsi una svolta perché tende a dare uniformità del sistema. Per ora dobbiamo rintracciare la salute del sistema educativo 0-3, cucendo le notizie locali che ci raccontano tanto spesso di chiusure, di abbassamento della qualità e sempre più spesso di riduzione delle iscrizioni.