Parole
e pensieri… In questi giorni è stato
venduto all’incredibile cifra di 450 milioni di dollari un’opera
attribuita a Leonardo Da Vinci. La cifra è record anche per il pazzo
mondo dell’arte. La cifra è record anche perché il dipinto
“Salvator Mundi” è un’attribuzione, che tradotto per i
profani, significa che ad oggi non esiste un documento che riconosca
la paternità leonardesca dell’opera. Del resto uno dei maggiori
studiosi, del genio vinciano, ha dichiarato che tutt’al più il
dipinto
è stato realizzato da un allievo e che forse il maestro ha
dato qualche pennellata qua e là.
Il caso, che ben
presto dimenticheremo, è interessante anche per il mondo dei
bambini, lasciatemi ragionare e poi arrivo a spiegarne le ragioni.
E’ tutto molto
strano perché la vicenda si consuma in un’epoca in cui
l’autenticità e la trasparenza sembrano valori importantissimi.
Ciò nonostante qualcuno è disposto a pagare, per una probabile
patacca, una cifra record. Perché? Perché in un’epoca in cui
siamo ossessionati dalla trasparenza, siamo disposti anche alla
guerra pur di conoscere la verità, conoscere le attività e
verificarle, perché in un’epoca in cui tutto è diventato
trasparente, anche le palestre, un quadro di cui non si sa
precisamente l’origine ha creato tanto interesse?
All’asta battuta
da Christie’s erano molti a voler comprare l’opera, non un solo
ricco eccentrico.
Le risposta credo
che stia da individuare nella giusta comunicazione. La vendita del
quadro infatti è stata affidata ad un’agenzia di comunicazione che
ha saputo vendere molto bene.
Come? Con il vecchio
trucco della comunicazione pubblicitaria: creando desiderio.
Salvatori Mondi ha
fatto il giro del mondo, è stato esposto e visto da molte persone,
con una bella campagna marketing tutt’intorno...quando è arrivato
all’asta era ormai diventato un “oggetto unico di desiderio” al
di là del suo valore artistico. E tutto questo cosa c’entra con i
bambini?
Centra perché
questo fatto dimostra e conferma come siano vere le teorie del premio
Nobel all’economia Heckman. Lui da anni dichiara che i migliori
investimenti che potremmo fare per il nostro futuro riguardano due
fronti: quello della comunicazione e quello dell’infanzia. Sulla
comunicazione abbiamo la dimostrazione, da questa esperienza, che
miracoli possa compiere... Ora sarebbe bello che qualcuno si
decidesse a spendere tanti milioni meglio anzi se miliardi, per
migliorare il mondo dell’infanzia e dell’educazione tema su cui
Hekcman sta ancora indagando a Reggio Emilia.
Sarebbe bello
verificare i risultati sull’infanzia di domani, un tema un po’
più appassionati di un quadro forse patacca...